Il bagno di sangue del 28 settembre scorso è solo l’ultimo atto di una crisi che sta facendo precipitare il paese verso il caos, un caos che rischia di travolgere tutta l’Africa occidentale, anzitutto i confinanti Liberia, Costa d’Avorio e Sierra Leone, appena usciti da devastanti conflitti interni, senza dimenticare il Senegal, che non riesce a domare la guerriglia del Casamance, e la Guinea Bissau, da anni in mano ai militari.
Il massacro compiuto dai militari allo stadio di Conakry non è il primo, e certo non sarà l’ultimo se essi non vorranno farsi da parte continuando a calpestare le aspettative popolari. L’ultimo avvenne nel febbraio 2007, quando i militari posero fine con una cruenta repressione ad uno sciopero generale ad oltranza che durava da 18 giorni e che stava per rovesciare il regime corrottissimo e tirannico del vecchio presidente Lansana Conté (salito al potere nel 1984 attraverso un golpe militare).