Nazan Ercan libera!
No alla sua espulsione in Turchia!
Il 9 giugno prossimo per Nazan Ercan, scadranno i termini di carcerazione.
La compagna turca che molti conoscono con il nome di Zeynep Kiliç – arrestata in Italia il 1° aprile 2004 nel corso della c.d. Operazione Tracia che provocò l’arresto o il fermo di circa un centinaio compagni fra Turchia, Germania, Olanda, Belgio e Italia (compresi tre dirigenti del Campo antimperialista tuttora sotto processo) – rischia seriamente l’espulsione in Turchia, dove la sua incolumità e probabilmente la sua stessa vita sarebbero a rischio. Nazan infatti, fin da giovanissima, è stata una fiera oppositrice del regime oligarchico – militare turco, fino al punto di dover lasciare il suo paese dove non le era neppure consentito di partecipare alle manifestazioni studentesche. Ricordiamo che Nazan ha scontato una condanna a 5 anni inflittale dalla “giustizia” italiana per presunta appartenenza al DHKP-C, organizzazione inserita nelle famigerate Liste Nere dell’Unione Europea. Liste tuttora in vigore nonostante che il 23 gennaio scorso l’ Assemblea parlamentare europea (APCE) abbia definito “lesive dei diritti umani fondamentali e completamente arbitrarie” le procedure impiegate per l’iscrizione in dette Liste dei presunti terroristi.
Nazan, insieme ad Avni Er, ha subito in Italia un processo eminentemente politico, caratterizzato da ripetute violazioni del diritto di difesa, che si è concluso con una condanna fondata essenzialmente sulle dichiarazioni di testi a carico quali ufficiali e agenti di polizia giudiziaria e un ufficiale di collegamento turco, vice-direttore fra l’altro dell’Antiterrorismo di Istanbul e responsabile degli interrogatori. Molti di questi personaggi hanno deposto incappucciati e coperti da un paravento e, più che testimonianze, hanno fornito come “prove” le loro “convinzioni e conclusioni investigative”.
La Corte di Perugia, condannando Avni e Nazan, ha ammesso come valide “testimonianze indirette”, avvalorando perfino, nel caso dell’ufficiale di collegamento turco, deposizioni riguardanti fatti e circostanze di addirittura trent’anni prima e apprese da fonti a dir poco vaghe.
Dopo il danno del processo e della condanna, la beffa: alla libertà dovrebbe accompagnarsi l’espulsione.
Invitiamo tutti ad esprimere convinta solidarietà a Nazan e ad Avni, e a mobilitarsi affinché al danno non segua la beffa.
Nazan libera, Avni libero!
No all’espulsione!
Campo antimperialista, Sez. Italiana
4 giugno 2008