Riprendiamo da Islam online questo intervento di Tariq Ramadan su un tema – quello dei matrimoni imposti – frequentemente utilizzato nelle campagne anti-islamiche in Europa.

No ai matrimoni imposti!

Il nostro dovere, la nostra coscienza

di Tariq Ramadan

Lancio della campagna europea contro i matrimoni imposti. Tutte le delegazioni europee presenti per il primo incontro, il 14 maggio 2008 a Rotterdam.

L’iniziativa intrapresa e la campagna della SPIOR contro i matrimoni imposti vanno apprezzate ed accolte con entusiasmo. Era necessario prendere delle posizioni esplicite su pratiche associate di frequente alla tradizione islamica e che, invece, tradiscono proprio il messaggio autentico dell’islam. La coscienza dei musulmani si trova in questo tempo ad affrontare due questioni fondamentali: da un lato, l’interpretazione letterale e riduttiva dei testi sacri (il Corano e i testi della tradizione profetica, la Sunna) dall’altro, la grande confusione che esiste tra principi religiosi e pratiche culturali. La pratica dei matrimoni imposti si colloca sul confine tra queste due grandi sfide. Alcuni saggi musulmani, noti con la denominazione di ulema, mantengono il riserbo o, addirittura, accettano queste pratiche; essi basano questa scelta su pochi testi interpretati alla lettera, omettendo sia di far riferimento al credo islamico nel suo complesso (e alle finalità dello stesso), sia di collocare questi testi certamente marginali nel loro contesto globale. I musulmani fanno molto spesso confusione tra pratiche culturali e principi religiosi e sono convinti che la pratica dei matrimoni imposti, alla quale sono abituati dalla tradizione cui appartengono, o da quella del luogo di origine, sia effettivamente islamica. L’interpretazione letterale del Corano e della Sunna e quella mediata da elementi culturali rappresentano due pericolosi fenomeni, poiché traggono in inganno i credenti e tradiscono l’essenza dell’islam su numerosi fronti, condizionando molti aspetti, dalle differenze tra uomo e donna, ai diritti umani, ai sistemi politici e, naturalmente, alla vita familiare, al matrimonio, eccetera.

Per queste ragioni, proprio in nome dell’islam, abbiamo il dovere di dichiarare che i matrimoni imposti non sono accettabili. Nelle nostre società europee, dobbiamo lanciare una vasta campagna, alfine di consentire una diffusa presa di coscienza e di eliminare queste pratiche. I matrimoni imposti non sono dettati dall’islam e vanno invece condannati, nel nome dell’islam! Questo è il nostro messaggio, questo è il nostro appello ! In questo opuscolo, il lettore troverà un articolo interessante, scritto dal saggio musulmano Mualla Kaya, in cui sono messi in evidenza i più importanti principi islamici e si tratta l’argomento in modo adeguato: nessun elemento della dottrina islamica giustifica i matrimoni imposti. Dobbiamo pertanto incoraggiare e favorire una migliore comprensione dell’islam da parte dei genitori e dei giovani musulmani di entrambi i sessi. Conoscenza e istruzione sono i fattori chiave per il successo e questo opuscolo costituisce, in tal senso, un mezzo d’informazione molto utile.