EVO E L’OLIGARCHIA CANTANO VITTORIA
Il presidente convoca i prefetti della destra per conciliare ed unificare le agende, ma la destra lo umilia un’altra volta.
Redazione di Econoticiasbolivia
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La Paz 11 agosto 2008 – Il Referendum revocatorio di questa domenica non ha portato nessuna sorpresa. Il presidente della Bolivia Evo Morales, il suo vice Alvaro Garcia Linera e quasi tutti i prefetti dell’opposizione che difendono gli interessi dell’oligarchia hanno guadagnato con ampio margine dalle urne.

Secondo i risultati non ufficiali diramati dalle televisioni principali e dai media Evo Morales e Garcia Linera hanno ottenuto il 63,1% dei consensi, mentre i loro detrattori più duri, che hanno eretto governi paralleli e ribelli, hanno conseguito livelli simili di consenso popolare nelle loro regioni, come il prefetto Ruben Costas di Santa Cruz (66,6%), Mario Cossìo di Tarija (64,5%), Ernesto Suarez di Beni (61,2%) e Leopoldo Fernandez di Pando (56,3%).
Altro confermato è stato il prefetto Mario Virreira di Potosì, che è leale a Morales. A venir revocati dai loro incarichi sono stati i prefetti di destra Manfred Reyes Villa di Cochabamba (39,3%), José Luis Paredes di La Paz (42,3%) e il rappresentante ufficiale della sinistra indigenista Alberto Aguilar di Oruro (45,6%).
Tutti questi candidati hanno aumentato i loro consensi in confronto al 2005, quando vennero eletti: Evo ha accresciuto i suoi voti di 10 punti percentuali, Costas di quasi 20 punti, Cossìo di 20 punti, Suarez di 15, Fernandez di 8 e Virreira di 35.
In tutte le regioni controllate dall’oligarchia, nell’oriente e in parte delle valli, in cinque di quelle nuove, la votazione è stata molto contraria a Morales, che ha ottenuto un grande consenso a livello nazionale per il massiccio appoggio che conta nell’Altopiano e in parte delle valli (La Paz, Oruro, Potosì e Cochabamba), dove si concentra la maggior parte degli elettori.
Questi risultati erano talmente prevedibili che già venerdì scorso erano stati pubblicamente annunciati (vedere: Evo y los prefectos van sobre seguro in www.econoticiasbolivia.com ).
RICHIESTA DI CONCILIAZIONE
Conosciuti questi risultati il presidente Morales ha invitato l’oligarchia a sedersi ad un tavolo di negoziati e ad unificare il progetto di nuova Costituzione Politica dello Stato (CPE), approvato dalle forze di governo nell’Assemblea Costituente, con gli statuti autonomisti e separatisti approvati con Referendum illegali ed incostituzionali dai prefetti e dai comitati civici dei dipartimenti di Santa Cruz, Pando, Beni e Tarija.
Morales ha affermato: “Siamo convinti che è importante unificare i boliviani, inoltre la partecipazione del popolo con il suo voto è per unificare i distinti settori di campagna e città, di oriente ed occidente, e tale unità si farà fondendo la nuova Costituzione Politica dello Stato boliviano con gli Statuti autonomistici.
“E’ la forma migliore per unire tutti i boliviani e le boliviane”, ha detto invitando i prefetti per consolidare questo obiettivo, sia pure senza precisare la data del’incontro.
“Il mandato del popolo boliviano verrà rispettato ed applicato in tutto il paese, affinché la Bolivia cambi e consegua uguaglianza e dignità”, ha aggiunto.
LA DESTRA NON CEDE
Conosciuti i risultati, il prefetto di Santa Cruz Ruben Costas, che porta la voce cantante dell’oligarchia, ha minimizzato l’appoggio popolare al presidente Morales e ha annunciato l’implementazione di leggi regionali, lasciando in chiaro che all’oligarchia e alla destra non interessa alcun patto con Evo.
Nel celebrare la sua vittoria ha detto: “ Questo governo insensibile, totalitario, masista (del MAS – Movimiento al Socialismo, N.d.T), incapace, nega lo sviluppo al popolo e cerca solo di concentrare il potere e trasformarci in suoi mendiacanti. Continua ad essere un pretesto della dittatura masista il fare attenzione agli anziani con il IDH, la intenzione vera è distruggere l’autonomia dipartimentale.”
In questo contesto il prefetto Costas ha proclamato che la illegittima ed incostuzionale Assemblea Legislativa di Santa Cruz inizierà ad emanare leggi regionali superiori a quelle nazionali, a formare la propria Polizia e a stabilire sistemi per la raccolta delle risorse in violazione delle leggi della Repubblica.
“Stiamo dando impulso alla creazione della agenzia tributaria dipartimentale per fare assegnamento su un ente che tuteli le nostre risorse  con efficienza e trasparenza, che consentirà l’attivazione di un fondo di solidarietà in sostegno di altri dipartimenti”, ha detto.
Prima di queste dichiarazioni, il viceministro del Decentramento Fabiàn Yaksic ha condannato tali “eccessi verbali“. Yaksic ha dichiarato: “ Io mi dolgo, in verità, di questo genere di discorsi che contrastano con quello che il Presidente ha progettato oggi”.
PROSPETTIVE
Conclusosi il referendum, il governo di Evo ha la speranza che la “sua vittoria elettorale” costringa i prefetti e l’oligarchia a sedersi al tavolo del dialogo per definire un grande accordo nazionale. Evo aspira ad una alleanza con l’oligarchia e con i 100 clan per preservare la democrazia rappresentativa e rafforzare il funzionamento del capitalismo andino. Inoltre aspira ad ottenere l’approvazione di una nuova Costituzione che conceda, almeno formalmente, più diritti alle popolazioni indigene, dia impulso allo sviluppo capitalista della Bolivia e apra la via ad una sua rielezione nel 2010.
Invece la destra, consapevole del fatto che osteggiando il leader indigeno ha ottenuto un recupero del potere in metà paese, ora non desidera nessun accordo con Evo, men che meno su una nuova Costituzione e su una possibile rielezione; punta a logorarlo e ad impedire che resti al governo oltre il 2010, quando terminerà ufficialmente il suo mandato di 5 anni.
In mezzo a queste due grandi tendenze, i settori più radicalizzati della COB chiedono di distruggere il potere economico dell’oligarchia e, al tempo stesso, di costringere Morales ad attuare il programma dell’insurrezione di ottobre, che si sintetizza in gas, petrolio e miniere allo Stato, terra per gli indigeni, lavoro e salari per i lavoratori.