1. Gli antimperialisti sostengono in linea di principio il diritto all’autodeterminazione di ogni popolo. Stabilito che il popolo e solo esso ha la facoltà di decidere del proprio destino, l’esercizio di questo diritto può essere concretamente declinato in diverse maniere. La secessione, ovvero la costituzione di uno Stato indipendente e separato è solo una forma possibile del diritto all’autodeterminazione. Un popolo può infatti decidere di far parte di una più vasta comunità federativa di popoli e di nazioni. In generale è questa la forma che come antimperialisti peroriamo, non solo in virtù dei nostri ideali internazionalistici di fratellanza, ma anche in base alla elementare considerazione politica che la proliferazione di piccoli stati corrisponde proprio agli interessi strategici dell’imperialismo americano, che da tempo rappresenta la principale potenza imperiale e quindi il nemico numero uno della libertà e di tutti i popoli oppressi.

2. Questa linea generale di sostegno ad ogni popolo che lotti per la propria autodeterminazione può avere delle eccezioni. Può accadere ad esempio che la lotta separatista sia stimolata, foraggiata ed eterodiretta da questa o quella potenza imperialistica; che questa o quella lotta nazionale non siano quindi un particolare della più generale lotta di liberazione dei popoli oppressi ma, proprio al contrario, siano un fattore per consolidare l’oppressione di altri popoli o delle pedine del più globale predomino imperialistico. Casi eclatanti di questo tipo sono stati, secondo noi, i movimenti nazionalistici croato, bosniaco o kosovaro. Come pure i kurdi dell’Iraq, le cui principali milizie hanno agito e agiscono come truppe ausiliarie dell’occupazione angloamericana.

2. Il Caucaso è un puzzle di popoli e nazioni, per di più storicamente affini e compenetrati, dove quindi tracciare frontiere divisorie sulla base del criterio dell’omogeneità nazionale o linguistica è altamente aleatorio e non può quindi portare ad una soluzione che sia giusta per tutti. Fermo restando che il diritto all’autodeterminazione spetta ad ognuno di essi, ai ceceni come ai dagestani, agli armeni come ai georgiani, ai kabarini come agli azeri, noi antimperialisti immaginiamo una soluzione federativa, ovvero che i popoli del Caucaso riescano un giorno a superare i loro attriti (spesso conseguenza delle ingerenze di potenze straniere) e ad edificare una Unione federativa in cui tutti possano convivere con pieni e pari diritti. Lo spezzettamento in piccoli stati o la balcanizzazione non significa altro che restare in uno stato di soggezione al cospetto all’imperialismo e/o delle grandi potenze.

3. La Georgia ha il diritto di essere indipendente dalla Russia. Questo diritto non può giustificare fare di questo paese una testa di ponte della penetrazione dell’imperialistica nel Caucaso, ovvero un’eclave della NATO puntata contro tutti quei popoli e quelle nazioni che la NATO considera forze strategicamente ostili (Russia e Iran ad esempio). Né, questo diritto, non può essere esercitato a spese delle minoranze non georgiane che vivono nelle frontiere ereditate dalla vecchia Unione Sovietica —non significa dunque considerare intangibile la sua artificiale integrità territoriale. Se quello di Saakashvili fosse un governo democratico, esso dovrebbe infatti riconoscere il diritto all’autodeterminazione che rivendica per sé, non solo alle minoranze abkhaza e aggiara (che sulla carta godono dello status di Repubbliche autonome), ma pure alla Ossezia del sud —che invece considera solo una delle proprie regioni amministrative. Se queste minoranze non vogliono far parte della Georgia, esse debbono avere la facoltà di secedere. E ove queste minoranze preferissero federarsi con la Repubblica russa, dovrebbero avere il diritto di farlo.

5. Non c’è alcun dubbio che il governo georgiano di Saakashvili sia un regime fantoccio degli Stati Uniti e della NATO. Innumerevoli sono infatti i gesti di politica estera e interna con cui Saakashvili ha sigillato la propria sudditanza all’imperialismo euroatlantico. Come non c’è alcun dubbio che, proprio su istigazione degli Stati Uniti, Saakashvili sia responsabile dell’attacco contro le zone liberate dell’Ossezia del sud e quindi dei massacri perpetrati dalle truppe georgiane (armate dagli israeliani) sulla popolazione inerme di Ts’khinvali. La sopravvivenza di questo governo fantoccio è una minaccia diretta non soltanto per le minoranze che vivono in Georgia, lo è per la Russia, certo, ma lo è anche per lo stesso popolo georgiano che rischia di pagare un prezzo incalcolabile per il sostegno che questo avventuriero offre all’espansionismo USA e NATO. Per questo non chiediamo affatto, come contempla la bozza di accordo proposta dalla UE, il ritiro incondizionato delle truppe russe dalla Georgia. Questo ritiro è auspicabile ove sia contestuale all’impegno occidentale di non accogliere, come proclamato, la Georgia nella NATO.

6. Non puo’ che reallegrarci che la Russia abbia dato un sonoro ceffone a questo governo fantoccio e ai suoi sponsor occidentali. L’imperialismo americano è senza dubbio il nemico principale dei popoli oppressi e dei movimenti di liberazione, ed è certo positivo che gli USA trovino più ostacoli possibili alla loro politica imperiale e neocoloniale. Questo non deve tuttavia farci dimenticare che la Russia gioca una sua propria partita neoimperialistica la quale, se in alcuni casi puo’ sostenere cause sacrosante, in altri puo’ invece implicare oppressioni sciovinistiche non meno sanguinarie (vedi la Cecenia). Non possiamo scambiare la lotta antimperialista con la disputa interimperialistica. Gli interessi delle Resistenze popolari antimperialiste, avendo come primo nemico gli USA, la NATO e la UE, possono tatticamente, ovvero in alcune circostanze, coincidere con la geopolitica russa, ma non combaciano strategicamente con quest’ultima.

AUTODETERMINAZIONE PER TUTTI I POPOLI CAUCASICI!
VIA IL GOVERNO FANTOCCIO DI SAAKASHVILI!
NO ALL’INGRESSO DI GEORGIA E UCRAINA NELLA NATO!
FUORI GLI USA, ISRAELE E LA NATO DAL CAUCASO!
NO ALLE BASI MISSILISTICHE NATO IN EST EUROPA!
SOSTEGNO A TUTTE LE RESISTENZE ANTIMPERIALISTE!

Campo antimperialista, Notiziario del 20 agosto 2008