E’ questo l’avvertimento dell’intelligence USA, contenuto nella bozza del National Intelligence Estimate (Nie), il documento riservato redatto annualmente da 16 agenzie di spionaggio USA. Ne da conto il Corriere della Sera del 10 ottobre.
Nonostante la riservatezza ogni anno, puntualmente, trapelano delle indiscrezioni per solito smentite dall’amministrazione o dalle stesse agenzie. Quest’anno invece nessuna smentita, nonostante le allarmate valutazioni sulla situazione afgana, dove l’influenza dei talebani è in aumento a causa della debolezza del governo centrale, dovuta in parte anche alla dilagante corruzione e, più in generale, dall’assenza di leadership imputata agli USA e ai loro alleati NATO.
Avevamo già scritto delle preoccupazioni manifestate da importanti autorità britanniche nonché dall’ex generale attuale senatore del PD Mauro Del Vecchio.
L’unica soluzione possibile, secondo le potenze che occupano il paese, è l’apertura di un negoziato con i Talebani, che dovrebbero accettare la sovranità del governo afgano e cooperare per stabilizzare la situazione.
Quello che le agenzie di spionaggio e i media non spiegano è perché mai i Talebani, guida della Resistenza afgana che però non si identifica in toto con loro, dovrebbero accettare di sottomersi ad un governo che ha l’esclusivo fine di garantire i progetti di dominio e sfruttamento, su un’area che va dall’Europa orientale fino al Pakistan passando per il Medio Oriente, delle potenze Occidentali capitanate dagli Stati Uniti.
Il paese è sotto occupazione ed è pertanto del tutto normale che le forze della Resistenza, Talebani in primis, subordinino ogni eventuale negoziato politico al ritiro delle forze di occupazione.
La Redazione