“Colin Powell sceglie Obama”. Con questo titolo il Corriere della Sera ha salutato la scesa in campo dell’ex capo di stato maggiore di Bush senior ed ex segretario di Stato di Bush junior.
Il democratico Obama ha dunque il sostegno del repubblicano Powell. Alla faccia dello scontro ideologico, alla faccia delle illusioni dei sinistri nostrani, alla faccia di ogni parvenza di reale alternatività tra i due candidati alla Casa Bianca.

Arrivati al dunque, con McCain in grande affanno, l’establishment americano sembra scegliere definitivamente Obama. Un Obama in versione bipartisan, che ha raccolto per la sua campagna elettorale 605 milioni di dollari (vedi la Repubblica del 20 ottobre 2008). D’altronde, anche l’ultramiliardario Warren Buffett, che in questi giorni ha superato Bill Gates nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, sostiene Obama.
Grande vittoria dello spirito bipartisan, dicevamo. Uno spirito tanto più forte in momenti di crisi dell’impero. Non solo Obama ci fa sapere che in caso di vittoria è pronto ad inserire nel prossimo governo diversi esponenti repubblicani; la stessa cosa fa McCain con la promessa di inserirvi alcuni rappresentanti del Partito Democratico.
L’apoteosi di questo Partito Unico Imperiale viene raggiunta sul nome dell’attuale ministro della difesa (noi diremmo della guerra) Robert Gates. Pare che costui sia destinato a rimanere al suo posto chiunque vinca il 4 novembre.
Insomma, viva la democrazia!, che tanto è già tutto deciso.

Ma la notizia di questi giorni è l’appoggio di Powell ad Obama. Attenzione!, anche questo appoggio potrebbe venire ricambiato con qualche incarico governativo, giusto per rafforzare ancor di più il clima di “unità nazionale”.
Del personaggio Powell ci parla fin troppo la sua carriera militare e politica.
C’è però un fatto, grande come una montagna, che dovrà essere sempre ricordato. Powell è l’uomo della grande menzogna, delle bugie raccontate all’Onu il 4 febbraio 2003 per giustificare la guerra all’Iraq.
Powell accusò l’Iraq di possedere armi chimiche e biologiche. Mostrò foto satellitari dell’impianto di Taji, che avrebbero dovuto dimostrarne l’esistenza. Spiegò che Saddam possedeva 500 litri di antrace, che stava sperimentando dozzine di agenti biologici tra i quali anche la ricina e il botulino. Arrivò al ridicolo sostenendo che l’Iraq era vicino all’arma atomica.
Tutto questo, mentre su un maxischermo passava la scritta a caratteri cubitali “IRAQ  failing to disarm”, l’Iraq non ha disarmato.
Tutte queste menzogne, volte a giustificare maldestramente una guerra già decisa per ben altri motivi, venivano ben resto smascherate e Powell dovette recitare, nel settembre 2005, un mea culpa tanto ritardato quanto ipocrita.
Davanti alle telecamere della rete televisiva ABC, Powell confessò l’ “errore”, addossandolo però all’ “apparato di intelligence che in quella occasione non funzionò bene”.
Quando si dice la faccia tosta!  

Se questo è l’uomo chiave di Obama per entrare alla Casa Bianca, non è difficile immaginare quali scelte potranno uscire dalla Sala ovale di quell’edificio.

la redazione