E così, dopo le dure condanne inflitte ai manifestanti, le ridicole condanne inflitte a pochi dei torturatori di Bolzaneto, è arrivata la sentenza – beffa per la “macelleria messicana”. Così Michelangelo Fournier, vice capo del Reparto Mobile di Roma – ora condannato alla pena irrisoria di due anni – definì nel corso del processo quanto avvenuto la notte del 21 luglio alla scuola Diaz. Quattro anni al suo superiore Vincenzo Canterini; pene fra i due e i tre anni ad un’altra decina di poliziotti, fra i quali Pietro Troiani e Michele Burgio, che trasportarono nel cortile della scuola le molotov che servirono da pretesto per la mattanza. Tutti assolti i massimi dirigenti, a partire da  Luperi, allora vicedirettore dell’UCIGOS e oggi ai vertici del servizio segreto civile AISI; Gratteri, all’epoca alla guida  dello SCO e ora direttore dell’anticrimine; Caldarozzi allora vice e adesso capo dello SCO.

La sentenza rispecchia fedelmente la linea del governo di centro destra allora in carica, ovviamente ribadita dal governo attuale e avallata, con l’eccezione di qualche distinguo, dal precedente governo di centro sinistra che ha abbondantemente contribuito alla ulteriore promozione dei suddetti dirigenti delle forze di polizia. La responsabilità di quanto avvenuto è tutta dei manifestanti, le “forze dell’ordine” hanno fatto il loro dovere per ristabilire appunto l’ordine, con l’eccezione di qualche mela marcia.
Questo è quanto affermato dalle due precedenti sentenze, questo ribadisce la “sentenza Diaz”.
Sentenze appunto, e non semplici atti del potere politico.
Il governo Berlusconi dell’epoca pianificò deliberatamente l’uso “crispino” della polizia in occasione delle manifestazioni di Genova, come dimostra la progressiva escalation: carica del corteo, autorizzato, dei Disobbedienti in via Tolemaide seguita da continui pestaggi culminati con l’assassinio di Carlo Giuliani il 20 luglio; carica del partecipatissimo corteo di chiusura il 21 luglio con relative botte da orbi; veri e propri sequestri di persona cui segue la mattanza di Bolzaneto nel corso delle due giornate; conclusione in puro stile cileno, o “macelleria messicana” alla Scuola Diaz.
L’attuale governo Berlusconi si compiace ovviamente per la sentenza che, nonostante l’evidente pianificazione, sancisce giuridicamente la linea delle mele marce; l’attuale opposizione parlamentare sostanzialmente balbetta; le forze politiche che organizzarono le manifestazioni e i manifestanti vittime dei pestaggi sono amareggiati o giustamente incazzati neri; i media, salvo poche eccezioni, si compiacciono limitandosi al massimo, come fa Giuseppe D’Avanzo in un editoriale su Repubblica di oggi 14 novembre, a stigmatizzare il vuoto del diritto che ha caratterizzato le “giornate di Genova” e a spiegare tale vuoto con la contrapposizione fra “Stato governativo” , cioè lo  Stato di polizia definito in termini politicamente corretti, che è quello che ha mente Berlusconi, e “Stato di diritto”.
Ci permettiamo di osservare che la magistratura con ben tre sentenze ha legittimato lo Stato di polizia.

La Redazione