Il 18 novembre scorso è stata condotta, in un silenzio davvero inusuale, una vastissima operazione “antiterrorismo”, che per la fumosità delle accuse contestate assume più di altre volte il carattere di una vera e propria crociata. Bersaglio, manco a dirlo, cittadini immigrati di religione musulmana.
L’operazione, diretta dalla procura distrettuale antimafia di Trieste in collaborazione con le procure di Trento e di Udine, è stata svolta dai carabinieri del ROS e dalla Guardia di Finanza in diverse regioni: Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Marche. Stando alle scarne fonti l’inchiesta è stata avviata due anni fa, gli indagati sono 11 e l’operazione è consistita in un numero di perquisizioni oscillante fra le 70 e le 135.
L’accusa per il momento è associazione con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 bis c.p.) e si fonda sul fatto che gli 11 cittadini, come credenti e praticanti, frequentano centri culturali islamici riconducibili al movimento religioso marocchino “al Adl wa al Ihsan – Giustizia e carità”, dichiarato fuori legge dalle autorità marocchine, che si distinguono per la fattiva collaborazione che prestano alle crociate anti islamiche occidentali.
Gli inquirenti hanno motivato l’operazione affermando che il movimento, malgrado non inneggi chiaramente ad azioni violente, sia comunque integralista e fondamentalista a vocazione islamica sovversiva. Infatti non è emerso nessun progetto eversivo né in Italia né in Marocco, le attività pubbliche miravano al proselitismo, ad iniziative caritatevoli e, più in generale, al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione marocchina. Però a livello di vertice sarebbe predominante l’intenzione, evidentemente ritenuta pericolosissima, di costituire un “Califfato islamico” partendo dal Regno del Marocco.
Insomma siamo arrivati al processo alle intenzioni, all’inquisizione sul “chi sei e che pensi”, all’indagine sul “foro interno”, mandando letteralmente a puttane il principio dell’ habeas corpus comunemente recepito in tutti gli ordinamenti giuridici europei a partire almeno dal XVIII secolo.
Ora è vero che l’inchiesta non ha prodotto arresti (e auspichiamo che non si verifichino in seguito), ma è altrettanto vero che la sottoposizione ad indagini fondate sugli articoli. 270 bis e seguenti del codice penale hanno frequentemente effetti devastanti sulla vita dei cittadini immigrati e delle loro famiglie, effetti che vanno dalla perdita del posto di lavoro fino all’isolamento sociale quando non sfociano nelle brutali espulsioni per ragioni di sicurezza nazionale disposte dal Ministro dell’interno soprattutto nei casi, come quello esposto, in cui non è dato capire quale sia il comportamento concreto penalmente sanzionabile da parte della magistratura.
Concludiamo con la dichiarazione che Hamza Piccardo, uno dei piu’ noti esponenti delle comunità islamiche in Italia, ha rilasciato all’AKI – AdnKronos International non appena ha saputo dell’operazione: “Apprendo attonito della maxi operazione contro il movimento marocchino ‘al Adl wa al Ihsan: per quanto ne so, e lo conosco piuttosto bene, è strutturalmente lontano da ogni deriva violenta. E’ sbagliato considerarlo come movimento fuori legge in Marocco – afferma il direttore del sito Islam-online.it – ma costituisce piuttosto la forza di opposizione più capace e organizzata, seppur extraparlamentare. Va da se’ che non ho nessuna informazione in merito ai riscontri oggettivi che tanta operazione ha sortito: volendo, si potrebbe infiltrare qualche male intenzionato anche all’interno di un convento di Orsoline. Tuttavia ribadisco che a tutt’oggi quel movimento, nel suo insieme e nelle sue forme periferiche, presenti e diffuse in tutti i paesi d’Europa, non ha mai dato sentore della seppur minima deriva jihadista.” Piccardo ha inoltre precisato che in Marocco nessun processo è mai stato fatto ai membri di tale movimento per ragioni connesse a fatti violenti, puntualizzando che “E’ la sua posizione a favore della forma repubblicana che lo rende tanto inviso al regime al potere.”
La Redazione
Fonti: ansa.it; ilsecoloxix.ilsole24ore.com; romagnaoggi.it; irispress.it; Aki – AdnKronos International