No all’accordo bilaterale Washington-Baghdad!

 Per il ritiro immediato di tutte le forze occupanti!
No all’accordo bilaterale Washington-Baghdad!

1. Alla fine Bush e il Pentagono l’hanno spuntata. Dopo un anno di complicate trattative sono riusciti a siglare un accordo con il governo fantoccio di al-Maliki che prolunga fino al 2011 la presenza di soldati e contractors nordamericani in Iraq. Un Accordo che va bene a Bush, ma va bene anche al traballante governo di al-Maliki che non sopravviverebbe una sola settimana senza il supporto degli occupanti.

2. L’esultanza dei due contraenti si spiega anche col fatto che il 31 dicembre sarebbe scaduto il vergognoso mandato delle Nazioni Unite che dalla primavera del 2003 aveva autorizzato (mandato rinnovato “per l’ultima volta” nel 2007) la presenza delle truppe internazionali d’occupazione. Ora questo velo è caduto, rimpiazzato da una decisione bilaterale che dietro ad un formale rispetto del Diritto internazionale, non può nascondere la sostanza, ovvero che un governo installato dagli occupanti autorizza i medesimi a continuare il loro lavoro sporco, non solo per contrastare la Resistenza ma appunto per evitare che il governo fantoccio sia travolto dalla protesta popolare.

3. Contro questo Accordo hanno tuonato non solo le formazioni della Resistenza sunnita (che contrariamente a quanto si pensa continuano ad agire in vaste aree del paese malgrado abbiano subito colpi letali e siano state indebolite dalla politica di Petraeus di reclutare e mettere sul libro paga buona parte delle milizie sunnite di al-Anbar e Baghdad), ma pure le formazioni shiite radicali che fanno riferimento a Moqtada al-Sadr, nonche una pattuglia consistente di notabili politici sunniti che avevano preso parte al cosiddetto “processo politico”. Nello stesso Parlamento, che il 24 novembre deve votare l’Accordo capestro, è in corso un’aspra battaglia e non è detto che un voto favorevole arrivi per tempo (lo stesso partito di al-Maliki ha subito la scissione, capeggiata dal vecchio Primo ministro Ibrahim al-Jaafari). Gran parte dell’opinione pubblica irachena ritiene scandalosa l’intesa raggiunta e si fa strada la richiesta di sottoporla ad un referendum popolare, idea a cui sia gli occupanti che i loro lacché della Zona Verde si oppongono tenacemente poiché sanno che lo scontato esito farebbe cadere il governo e riaccenderebbe la lotta per cacciare gli occupanti con qualsiasi mezzo.

4. Alla fine l’Accordo è talmente capestro (prevede non solo la sostanziale immunità per soldati e contractors americani in caso di crimini acclarati, nonché la possibilità per questi ultimi di continuare le loro azioni di contro-guerriglia e prevenzione, non solo la continuazione in forze massicce dell’occupazione fino al 2011, ma la presenza sine die di forti  contingenti americani e quindi basi operative con il pretesto dell’addestramento delle truppe ascare irachene) che tutti gli Stati confinanti hanno espresso la loro contrarietà, anzitutto Iran e Siria. Tutti hanno infatti denunciato come in corso d’opera quello che doveva essere un “Trattato d’amicizia e di cooperazione tra Iraq e Usa”, sia diventato appunto il SOFA (Status of forces agreement), ovvero un vero e proprio patto strategico di sicurezza tra Washington e Baghdad, un patto che inchioda l’Iraq al rango di stato vassallo e assicura agli USA la supremazia a livello non solo iracheno ma regionale. A conferma l’11 giugno del 2008 David Satterfield, consigliere del segretario di stato ha apertamente affermato: “Gli Stati Uniti vogliono un Accordo con l’Iraq che ricalchi gli accordi stipulati in passato con la Germania, il Giappone e la Corea” (Arab news, 18 giugno 2008).

5. Denunciando questo Accordo capestro, ci auguriamo che esso venga respinto dal popolo iracheno, con tutti i mezzi che possono condurre allo scopo.
Fuori gli USA e i suoi alleati imperialisti dall’Iraq, dall’Afghanistan, dal Libano e dal Medio Oriente!
Piena solidarietà alle Resistenze antimperialiste, in Iraq, in Palestina, in tutto il Medio Oriente!

 

Campo Antimperialista
22 novembre 2008