Una legittima forma di Resistenza
“La nostra linea difensiva si baserà sul principio che gli Stati Uniti occupano l’Iraq e che quindi ogni forma di resistenza è legittima, compreso il lancio delle scarpe.” Così ha affermato uno dei 200 avvocati iracheni – fra i quali alcuni componenti del collegio di difesa di Saddam Hussein – che si sono offerti per difendere gratuitamente Muntadar al Zeidi, il giornalista della piccola televisione Al Baghdadia, autore della sublime “scarpata” contro Bush, altamente dispregiativa e anche un po’ liberatoria, proprio come il celebre “pernacchio” di Eduardo.
E forse anche qualcosa di più perché, citando sempre Eduardo, “Con un pernacchio così si può fare la rivoluzione”. Tanto che il governo iracheno collaborazionista non solo ha bollato il gesto come barbaro e ignominioso, ma ha anche prontamente fatto arrestare Muntadar che, a secondo del capo di imputazione, corre un rischio che va da una sanzione pecuniaria fino a ben 30 (avete letto bene, trenta) anni di reclusione per tentato omicidio, passando per i 7 (che non sono pochi) per offesa a un capo di stato straniero.
Di ben diverso parere è l’opposizione politica e popolare all’occupazione e al governo collaborazionista: Muntadar è ormai un eroe per l’opposizione shiita che si riconosce in Moqtada al Sadr, per quella sunnita rappresentata dal Consiglio degli Ulema, per il popolo iracheno, che è sceso massicciamente in piazza e ha preso a scarpate i soldati americani, e anche per noi. Quanto agli Stati Uniti, restano una potenza occupante e a nulla vale l’accordo recentemente approvato dal parlamento iracheno – con una risicata ed autoreferenziale maggioranza – per la permanenza delle truppe americane fino al 2011 (ma non è affatto certo che se ne vadano neppure a quella data).
La Redazione