Pubblichiamo il testo del volantino da noi distribuito alla manifestazione di Roma di sabato 3 gennaio in solidarietà con la Resistenza di Gaza.

GAZA VIVRA’
HAMAS PURE

Il traballante governo Olmert – Livni – Barak ha avviato la campagna elettorale.

I sondaggi dicono che l’80% degli israeliani oltre a sostenere l’attacco in corso si augura un’invasione di terra che schiacci una volta per tutte il martoriato popolo di Gaza, simbolo dell’indomita Resistenza palestinese.
Così infatti funziona la “democrazia” israeliana: ogni goccia di sangue palestinese è un voto in più per chi l’ha causata. Un fiume dovrà scorrerne per vincere le elezioni.

Non c’è da stupirsi: se il popolo ebraico si considera la stirpe prescelta da Dio con diritto di sterminio del proprio nemico; il sionismo ha secolarizzato questa pretesa razzista, facendone un popolo-classe di coloni armati, soldataglia riservista e ausiliaria di Tsahal.

Non c’è da stupirsi dunque che Israele abbia gettato nella spazzatura tutti i tentativi dell’OLP di giungere ad una pace basata sul principio “Due popoli due Stati”. Consapevole di essere uno “stato canaglia” illegittimo, Israele non tollererà mai uno Stato palestinese sovrano e indipendente; al massimo dei bantustan, ovvero delle riserve indiane in cui imprigionare i palestinesi. Israele sa che la sua stessa esistenza determina uno stato di guerra permanente, che esso può sopravvivere solo a condizione di condurre questa guerra senza esitazione e senza pietà alcuna.

Non c’è da stupirsi infine che in queste circostanze Hamas, dopo aver vinto le elezioni del 2006, riesca malgrado i colpi subiti da ogni lato, a resistere. Per questo i sionisti stanno massacrando Gaza, per annientare Hamas a favore dell’ala collaborazionista di al-Fatah, obbligando così il popolo palestinese a sottomettersi per sempre.

Ma questa posta è alta. Per portarla a casa Israele sa che non basta coventryzzare la Striscia (con la complicità dei suoi alleati occidentali). Deve piuttosto entrare in quell’inferno che è Gaza, penetrando fino all’ultimo dei suoi gironi, mandando la sua fanteria a combattere strada per strada, casa per casa. Israele sa che la Resistenza palestinese è preparata per quest’evenienza, che non dovrà affrontare solo i soldati ma ogni uomo, ogni donna, ogni palestinese che non ha più, dopo due anni di assedio infame, nulla da perdere. Come per ogni essere umano che si consideri tale, morire combattendo è meglio che crepare sotto le bombe “intelligenti” o di stenti e di fame.

Gaza sa che Tsahal fu fermato negli anfratti di Beirut sud nel 1982, che fu sconfitto in Libano nell’estate del 2006.
Gaza ha imparato la lezione.
Gaza vivrà.
La Resistenza palestinese e Hamas pure.

Campo antimperialista, Sezione italiana