La porcatissima

di Leonardo Mazzei

Se non fosse per il personaggio ci sarebbe da chiedere la riabilitazione di Calderoli.
Colui che definì senza ritegno la sua legge elettorale del 2005 una “porcata”, forse non immaginava di poter essere surclassato in così breve tempo dalla porcatissima bipartisan che la Casta ha predisposto per le europee.
La porcata berlusconian-calderoliana consisteva in una legge assai contorta, pensata esclusivamente per ridurre la portata della sconfitta che la destra aveva messo in preventivo per la primavera del 2006, ma in generale non certo peggiore di quella precedente incentrata sul sistema maggioritario uninominale.
Ora, invece, siamo di fronte ad un doppia porcata. Da un lato verrà fatta una vera e propria legge ad personam, dove questa volta il beneficiario avrà il volto flaccido dell’ex sindaco di Roma. Dall’altra si assesterà un’ulteriore colpo alla democrazia rappresentativa, imponendo uno sbarramento del 4% anche per le elezioni europee.

Salvare Veltroni per salvare il bipolarismo
Che Veltroni voglia salvare se stesso è naturale. Ma perché tutti si affannano per tirarlo fuori dal vicolo cieco in cui si è cacciato?
Ci sono ovviamente diversi motivi. E’ opinione diffusa che la ciambella di salvataggio lanciata da Berlusconi abbia avuto in cambio la non opposizione sul federalismo ed il via libera alla maggioranza sulla Rai e sulla giustizia, a partire dalla nuova regolamentazione delle intercettazioni telefoniche.
Ma c’è un motivo più generale. La probabile disfatta elettorale del Partito Democratico metterebbe in crisi lo stesso bipolarismo, facendo venir meno uno dei due attori su cui si fonda il regime. Certo, di fronte ad un tale scenario le classi dominanti appronterebbero comunque una nuova soluzione, ma perché complicarsi la vita quando c’è già sul libro paga chi tiene oggi in piedi la baracca? Dunque, in prima battuta, Veltroni va salvato. E così un inciucio mostruoso e liberticida – non solo per ciò che concerne la legge elettorale – viene reso presentabile da una stampa asservita e corrotta.
Come da copione non hanno fatto mancare l’avallo interessato a questa porcatissima né il moralizzatore manettaro molisano, né il cattolicissimo campione d’ipocrisia che guida di fatto l’Udc. Nella marcia Italia del 2009 non poteva essere che così.

Non gli servirà a nulla
La ciambella, dunque, verrà lanciata. L’idea è quella di arrestare l’emorragia di voti del Pd riattivando il giochino del “voto utile”, che nell’aprile 2008 portò quel partito oltre il 33% dei consensi.
Potrà funzionare anche alle europee? No, è escluso per diversi motivi.
Intanto la profondità della crisi di credibilità del Pd è così grave che pensare di venirne fuori con trucchetti di questo tipo è semplicemente ridicolo.
In secondo luogo alle europee non si vota per un governo e non c’è lo spauracchio di Berlusconi. Mancano dunque gli ingredienti essenziali per far scattare il meccanismo della polarizzazione.
In terzo luogo un accordo così compromettente con il capo del governo potrebbe penalizzare ulteriormente il Pd, magari con la perdita di altri voti verso l’Idv tra i più antiberlusconiani e verso sinistra tra i meno insensibili alla deriva antidemocratica.
Quello di Veltroni è un azzardo, forse obbligato ma non ben calcolato. L’inciucio non solo non gli servirà a niente, ma potrebbe alla fine decretarne una morte politica assai ingloriosa.

I pasticci della sinistra (ex?) arcobalenica
Come era facile prevedere, nell’area (ex?) arcobalenica il caos imperversa.
Un po’ tutti avevano fatto i loro conti e pensavano di portare a casa un minimo di risultato in termini di voti e di seggi. Ora tutto è di nuovo in discussione. Vendola prima ha fatto la scissione, poi ha proposto di rimettere tutti insieme in un listone raccoglitutto, un Arcobaleno rinsecchito presentato questa volta come mero cartello elettorale. Il Prc vuole rimandare il momento delle scelte, ma ben difficilmente potrà dire no ad un accordo con il Pdci. Dai Verdi, per ora, encefalogramma piatto.
I resti della disfatta arcobalenica sono dunque allo sbando, ma per quanto male gli vada non avranno difficoltà a far meglio del disastro bertinottiano di un anno fa. Questo per i voti (o più esattamente per le percentuali), ma con lo sbarramento il problema saranno i seggi.
Se per Prc e Pdci riuniti sotto un unico simbolo (presumibilmente quello del Prc) l’obiettivo del 4% non è impossibile, per la Sinistra (Sd + vendoliani + altri naufraghi) è semplicemente inimmaginabile. Ed un’eventuale bicicletta (Sinistra + Verdi), da più parti ventilata, darebbe come risultato un gigantesco buco nell’acqua.
E’ questo un esempio da manuale di come il vuoto di strategia implichi anche una impressionante paralisi tattica. Vedremo nelle prossime settimane cosa cercheranno di inventarsi, ma i margini di manovra sono ormai ridotti a zero.

Sindrome di Stoccolma
Nel disegno di salvataggio della leadership veltroniana, i partiti dell’ex Arcobaleno sono certamente le vittime designate. Sarebbe dunque lecito attendersi da costoro una forte risposta politica, altro che sit in ed incatenamenti di breve durata!
Questa risposta non c’è, eppure l’arma per colpire al cuore l’iniziativa del Pd non mancherebbe. Prc, Pdci, Verdi e Sd governano con il Pd nella maggioranza delle regioni italiane. Cosa succederebbe se, contemporaneamente, in tutte queste regioni i cespugli (ex?) arcobalenici uscissero dalla maggioranza? Il panico che ora li avvolge verrebbe scaricato nelle file del Pd e se ne vedrebbero davvero delle belle. Invece cosa fanno? Protestano, chiedono incontri e pronunciamenti locali, congelano le trattative per gli accordi alle amministrative che si svolgeranno proprio lo stesso giorno delle europee, ma di uscire dalle giunte proprio non se ne parla.
Sul sito di Rifondazione si legge: << Dunque, Prc non procederà a nessuna rottura, per ora, delle alleanze con il Pd nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni: “Se facessimo cadere quelle giunte – ha osservato Ferrero – avremmo come unico risultato quello di costruire una autostrada per l’ingresso dell’Udc”>>.
Gli tolgono ogni spazio politico, gli tagliano anche i viveri, ma questi non riescono neppure a pensarsi fuori dalla politica delle alleanze di centrosinistra.
Questa sindrome di Stoccolma la dice lunga sulle prospettive strategiche di costoro, ma la dice lunga anche sul loro carattere, la loro predisposizione alla lotta, il loro coraggio…
Lasciamoli alla loro sorte.

Diciamo no ad un voto truccato
La democrazia rappresentativa è ormai ridotta ad una finzione procedurale. La nuova legge per le europee non è che una nuova tappa del percorso che ha ormai trasformato i cittadini in sudditi. Davanti a questo sistema oligarchico il “menopeggismo” fa danni quanto il peggio che vorrebbe ridurre.
Contro questa dittatura mascherata, questo totalitarismo di fatto, quel che serve è la lotta, l’opposizione, la più netta delle contrapposizioni.
I trucchetti sulle leggi elettorali se da una parte ci dicono quanto sia degenerata la situazione, dall’altra indicano il grado di disperazione di un ceto politico privo di consenso e di vera legittimità.
Dobbiamo fargli male. E l’arma che può fargli veramente male è l’astensione. Un’astensione che questa volta potrà mandare davvero un potente segnale di delegittimazione.
Delegittimazione di un sistema antidemocratico, delegittimazione di una casta corrotta al servizio di lorsignori, delegittimazione dell’Europa delle oligarchie.
E’ questo il momento del rifiuto. Solo così si porranno le basi per un’alternativa.
Questa è la partita vera. Vedremo chi la saprà giocare.