Il 4 aprile grande manifestazione a Strasburgo
Sabato 4 aprile si svolgerà a Strasburgo una grande manifestazione contro la Nato, in occasione delle celebrazioni per il suo 60° anniversario che si terranno anche in Germania, nelle città di Kehl e Baden-Baden. Il corteo è organizzato da una coalizione internazionale delle forze del movimento contro la guerra, sulla base di una piattaforma comune.
Le forze antimperialiste sono parte integrante della mobilitazione ma sottolineano la centralità della lotta per il ritiro dall’Afghanistan, per il no all’estensione della Nato ad est, per la fine dell’occupazione e della guerra in Medio oriente. Per questo la sezione italiana del Campo Antimperialista aderisce a questo appello promosso dai compagni tedeschi ed austriaci.
NO alla NATO!
Solidali con tutti coloro che manifesteranno nell’aprile del 2009 a Strasburgo e a Baden-Baden contro il summit della NATO il giorno del 60 anniversario della sua creazione, facciamo un appello affinché tutte queste proteste diventino il punto di partenza di una campagna permanente contro la NATO e la militarizzazione dell’Unione Europea, concentrandoci innanzitutto sui seguenti punti:
In Afghanistan: ritiro di tutte le truppe straniere;
In Iraq: ritiro di tutte le truppe straniere, cessazione di ogni sostegno all’occupazione;
Solidarietà con la legittima resistenza di tutti i popoli del Vicino e Medio Oriente alla guerra e all’occupazione;
Rimozione dell’assedio imposto a Gaza, demolizione del Muro di separazione e degli insediamenti ebraici illegali;
Cessazione delle minacce di guerra contro l’Iran ;
NO all’ingerenza della NATO nei Balcani e ritiro delle sue truppe; il riconoscimento del “Kosovo” deve essere dichiarato immediatamente nullo e mai avvenuto;
Scioglimento dei tribunali ad hoc per il Ruanda e la Jugoslavia: sono contrari al diritto internazionale e servono solo alla propaganda a favore della NATO e al lavaggio del cervello;
No all’allargamento a Est della NATO (Ucraina, Georgia);
Solidarietà con la resistenza allo scudo anti-missile statunitense nella Repubblica Ceca e in Polonia.
Le nazioni alleate all’interno della NATO rappresentano un ostacolo alla risoluzione pacifica di quasi tutti i conflitti presenti nel mondo. La NATO impedisce ai popoli di evolvere verso la democrazia e di disporre di sé stessi, e distrugge così le basi del benessere sociale e di una gestione rispettosa dell’ambiente.
Dopo la lunga serie di aggressioni contro l’Iraq (1991), la Somalia (1992), la Jugoslavia (1999), l’Afghanistan (2001) e ancora l’Iraq (2003), nonché di guerre per procura: quelle delle milizie contro la Repubblica Democratica del Congo (1998), di Israele contro il Libano e della Georgia contro la Russia (2008), ci si chiede con inquietudine cosa si debba ora temere dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Un’intensificazione dell’occupazione in Afghanistan? Una destabilizzazione dell’India e del Pakistan? Un bombardamento dell’Iran? Un annientamento con la forza delle armi del cammino intrapreso da Cuba, dal Venezuela e da un numero sempre maggiore di altri paesi latino-americani?
Davanti all’estensione della crisi economica mondiale, si ricorda che gli imperialismi avevano tentato di risolvere quella degli anni Trenta del Novecento con la corsa agli armamenti e la guerra che condussero all’esito catastrofico della Seconda guerra mondiale.
La risposta del movimento pacifista alla politica della NATO dev’essere proporzionata alle dimensioni del pericolo sempre più grave. Per questo motivo facciamo appello a tutte le persone che amano la giustizia: organizziamo una campagna permanente, vasta e decisa contro la NATO. Elaboriamo strategie coordinate per mobilitare azioni di opposizione in tutti i teatri e in tutte le zone in cui la NATO spiega le sue attività. Impariamo a riconoscere per tempo i pericoli più gravi e diamo l’allarme perché il maggior numero di persone possa reagire e difendersi. Smascheriamo le menzogne che servono a giustificare le guerre e opponiamo al lavaggio del cervello l’informazione e la pedagogia. Cerchiamo ostinatamente di ottenere dagli Stati membri della NATO il ritiro individuale dalla struttura. Tutto quello che indebolisce la NATO consolida le forze della pace e del progresso in tutto il mondo. Vent’anni dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia è ben ora di procedere a quello della NATO.
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L’Unione Europea si è estesa verso l’Est e il Sud-Est dell’Europa parallelamente all’allargamento a Est della NATO. La dottrina della «guerra preventiva» comune alla NATO e agli Stati Uniti è stata ripresa in ambito europeo. Sono state create «Forze di intervento rapido» europee per intervenire militarmente in tutto il mondo in coordinamento con la NATO sotto il pretesto di «missioni umanitarie» di «lotta contro il terrorismo» o di «risoluzione delle crisi». A fini di addomesticamento politico, di controllo sui mercati e di spoliazione delle risorse naturali di paesi terzi, la collaborazione tra l’Unione Europea, gli Stati Uniti e la NATO si è notevolmente intensificata. L’Unione Europea impone ai suoi membri un proseguimento della militarizzazione e della corsa agli armamenti. In perfetto accordo con la NATO e gli Stati Uniti e con i meccanismi dell’Unione, i governi europei hanno messo in atto delle misure mirate a limitare i diritti civili, annullare le conquiste sociali e sviluppare delle strutture repressive contro i movimenti popolari. L’Unione Europea sta assumendo sempre più i tratti di un’unione imperialista di governi europei, e questo impedisce di parlare di autonomia europea e di rottura con la tutela della superpotenza imperiale, nonostante occasionali deleghe di potere.
Ma le contraddizioni interne dell’Unione Europea, lo scacco della politica europea, il NO francese, olandese e irlandese al TCE, il rifiuto e la disobbedienza civile opposti alle regolamentazioni dell’Unione aprono delle prospettive su nuove forme di collaborazione tra i paesi europei, con i paesi dell’ex Unione Sovietica ma anche con i paesi del litorale mediterraneo, il mondo arabo e gli altri continenti. Solo rifiutando il ruolo di fratelli minori degli Stati Uniti e della NATO, resistendo a un’Europa imperialista e ritirandole la sua pretesa “legittimità” si potrà intraprendere appieno la lotta antimilitarista e anti-NATO.
La crisi universale che stiamo attraversando e che coinvolge l’economia, la finanza, il progresso sociale, la fornitura di materie prime e l’ambiente, è foriera di nuovi pericoli ma anche di nuove opportunità. La politica neoliberista ha già dovuto riconoscere il proprio totale fallimento. L’egemonia statunitense sul pianeta è sempre più spesso messa in discussione. Il tentativo di rimodellare in senso neocoloniale il Vicino e Medio Oriente è giunto a un punto morto, perché le forze d’affermazione nazionale della regione conducono una lotta di resistenza accanita contro il rullo compressore militare degli Stati Uniti e dei loro alleati. In America latina si sono aperte nuove prospettive socialiste. Vedono la luce nuove coalizioni, per esempio tra la Cina, la Russia, il Brasile e l’India, che spingono verso un mondo multipolare. È ormai finita l’epoca in cui si celebrava il trionfo del capitalismo sul socialismo, la “fine della Storia”. Il mondo è entrato in un periodo di nuovo slancio delle lotte anti-imperialiste a favore dell’indipendenza, del progresso sociale, delle nazioni e dei popoli.
Il rifiuto categorico del patto imperialista della NATO e delle sue truppe ausiliarie dell’Unione Europea non è, come vorrebbero far credere le élite finanziarie, un ripiego isolazionista, nazionalista e autarchico, ma la riconquista della sovranità nazionale, base essenziale di un’evoluzione verso la democrazia e il socialismo. Bisogna opporre alla NATO e all’Unione Europea un NO di principio se si vuole superare la crisi e creare nuove forme di collaborazione internazionale al servizio della maggioranza dei lavoratori.
PER UN MONDO SENZA NATO – PER UN’EUROPA DEI POPOLI
Primi firmatari:
Deutscher Freidenker-Verband (Associazione tedesca di liberi pensatori)
Initiativ e.V. (Associazione Iniziativa)
Antiimperialistische Koordination (Coordinamento anti-imperialista)
Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V. (Associazione per la solidarietà internazionale)
Arbeitskreis Marburger WissenschaftlerInnen für Friedens- und Abrüstungsforschung (Comitato di lavoro degli scienzati di Marburgo per la ricerca sulla pace e il disarmo)
Arbeiterfotografie – Forum für Engagierte Fotografie (Fotografia operaia – Foro per una fotografia impegnata)