Appello alla solidarietà internazionale.

 

Il 10 febbraio, giorno delle elezioni per il parlamento israeliano, l’evoluzione manifestamente razzista dello stato di Israele verso le masse arabe palestinesi ha raggiunto un livello ulteriore. Uno dei leader più violenti e manifestamente razzista della gentaglia della pazza destra israeliana, Baruch Marzel, è stato nominato dal comitato nazionale elettorale alla guida del collegio elettorale di Um el Fahm, la seconda più grande città araba dei Territori Occupati nel 1948, che Israele dichiara essere governati “democraticamente”, a differenza di quelli occupati del 1967, amministrati per mezzo di un’occupazione militare.

Marzel e la sua gang hanno manifestamente invocato l’espulsione della popolazione araba e sono noti per organizzare gentaglia urlante “Morte agli arabi!”. Il giorno delle elezioni la loro teppa era perlopiù polizia, con unità speciali di guardie di confine ed antisommossa, inviata dallo stato per rafforzare la sovranità israeliana ebraica imposta a forza dai fascisti.

Nelle prime ore del mattino le masse residenti a Um el Fahm, con la solidarietà di alcune delegazioni, stavano aspettando di affrontare i fascisti ad ogni ingresso della città. La polizia aveva deciso di evitare lo scontro fra le masse e di lasciare andare via Marzel. Ma qualche ora dopo essi entrarono con uno stratagemma di uno dei loro sodali fascisti, il deputato Eldad, per “amministrare” il suddetto collegio elettorale. Alla notizia della sua presenza lì, il popolo si radunò per protestare intorno a quel collegio e la polizia dovette portar fuori Eldad. Negli scontri intorno al collegio, il nostro compagno Samih Jabbarin, con un altro abitante di Um el Fahm, Ibrahim Mahajne, fu arrestato ed è tuttora agli arresti.

Samieh Jabbarin, regista e esperto di teatro e cinema di 41 anni, è stato militante di Abnaa el Balad fin dalla sua giovinezza ad Um el Fahm. Ha passato molti anni in Germania, combinando la sua militanza di sinistra e democratica con la sua specializzazione in teatro e cinema. E’ rientrato in Palestina per stabilirsi a Jaffa, la storica città portuale sul Mediterraneo dove la maggior parte della popolazione originaria venne espulsa nella pulizia etnica del 1948. Adesso Jaffa è accerchiata da Tel Aviv: la sua residuale popolazione araba è stata ridotta in povertà, costretta dall’aparthaid sionista ai margini della prosperosa società ebraica. Samieh ha avuto un ruolo cruciale per organizzare la popolazione povera di Jaffa contro diversi attacchi della municipalità di Tel Aviv e di vari “contractors” israeliani, volti ad espropriarli e ad espellerli per far spazio ai piani di “sviluppo” per la ricca elite ebraica. Samieh ha giocato un ruolo importante nell’organizzazione della Conferenza di Haifa per il Diritto al Ritorno e per uno Stato democratico e laico in Palestina (http://www.ror1state.org/drupal/).

Durante l’ultima campagna di massacri contro Gaza da parte dell’esercito israeliano, negli scorsi mesi di dicembre e gennaio, gli arabi palestinesi dei Territori del ’48 hanno tenuto molte manifestazioni di massa contro la guerra. Abnaa el Balad ha partecipato all’organizzazione e ha diretto queste manifestazioni in tutto il paese. A Tel Aviv ed Haifa abbiamo contribuito a dar vita ad un’alleanza contro la guerra con elementi autenticamente democratici della società ebraica, mentre la sinistra sionista è stata molto impegnata a giustificare il massacro. In questo periodo Samieh è stato convocato con una serie di “avvisi” di interrogatorio. E’ stato chiaramente avvertito che alla prima occasione sarebbe stato incastrato e arrestato.

Dalla guerra di Gaza in poi la polizia israeliana e la magistratura hanno collaborato per rafforzare l’oppressione contro le proteste politiche degli arabi palestinesi dei Territori del ’48. Dall’epoca della guerra molti manifestanti sono ancora agli arresti. Quando Samieh e Ibrahim furono arrestati il 10 febbraio, molti poliziotti falsificarono le accuse contro di loro quello stesso giorno. Il 12 febbraio essi sono stati accusati di fronte al tribunale di Khedera e la polizia ha richiesto la loro detenzione fino alla fine del procedimento “legale”. Il giudice ha stabilito di prolungare la loro detenzione “fino ad altra diversa decisione”, senza mai permettere alla difesa di controbattere.

 

Samieh Jabbarin e Ibrahim Mahajneh liberi!

 

Libertà per tutti i prigionieri politici palestinesi e libertà per tutti i combattenti!

 

Ma’an Ala edDarb – Tutti in marcia!

 

Abnaa el Balad

 

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Lettera di Samieh Jabbarin dalla prigione di Jelemeh in inglese.

Per la solidarietà internazionale: distribuite questo appella ovunque possa avere interesse;
Inviate la vostra protesta alle Ambasciate israeliane, e una copia a noi.

 

Per messaggi di solidarietà: Yoav Bar – yoav_bar@mail.com; Lina Ghana’em – jafra_1948@yahoo.com. (Email addresses are being protected from spam bots, you need Javascript enabled to view it).

 

Articoli e foto sulla manifestazione di Um el Fahm e sugli arresti (Samieh è quello con il basco con la stella del Che) in:
http://www.abnaa-elbalad.org/html/modules.php?name=News&file=article&sid=628

 

Manifestazione di Abnaa el Balad di fronte alla prigione di Jelemeh:
http://www.abnaa-elbalad.org/html/modules.php?name=News&file=article&sid=655

 

Lettera dalla prigione e foto di Samieh al momento dell’arresto:
http://www.abnaa-elbalad.org/html/modules.php?name=News&file=article&sid=652

 

Traduzione dall’inglese a cura della Redazione.