Prigione di Jelemeh, metà febbraio 2009

Compagni,

noi di Abnaa el Balad abbiamo sempre contestato le pretese democratiche dell’entità d’occupazione sionista. Per decenni, col massimo impegno ci siamo dedicati a denunciare la sua maschera fasulla tra le nostre masse arabe palestinesi. Ma la maggioranza di esse è caduta vittima dell’inganno politico che le ha convinte che questa democrazia sia possibile e che quindi occorra partecipare al gioco “democratico” per “servire” il proprio popolo arabo palestinese.

I sostenitori di queste posizioni cercano continuamente di convincere le nostre masse che la natura “democratica” dell’entità ci consenta di cambiarla dall’interno, tramite i suoi stessi meccanismi, per renderla migliore.

Per qualche segno del destino, proprio il 10 febbraio, il giorno delle elezioni, la giornata più simbolica per ogni democrazia borghese, furono sbugiardate queste false pretese e si dimostrò chiaramente che le cose non stanno per nulla così.

Le autorità israeliane hanno deciso infatti di permettere al fascista Marzel e al suo camerata Eldad di entrare ad Umm el Fahm, un gesto chiaramente provocatorio, proprio nel giorno delle elezioni, il “festival della democrazia”. Questo dimostra chiaramente che l’entità sionista non ha pudore, disprezza e calpesta i sentimenti e la dignità di un milione e mezzo di Palestinesi, uomini e donne, che formalmente, ma solo formalmente, sono partecipi di questa falsa democrazia.

Questa decisione dimostra che le autorità sioniste nel loro insieme non solo permettono il diffondersi di ideologie fasciste come quelle apertamente propagandate da Marzel e Eldad, bensì le stesse autorità sostengono e incoraggiano queste ideologie. Le macchinazioni dello stato per portare il criminale Marzel come “supervisore” in uno dei seggi elettorali di Umm el Fahm non si spiegano semplicemente come “apertura democratica” in uno “stato di diritto”. Non c’è il minimo dubbio che questa mossa sia solo l’ultimo passo fatto dai sionisti per terrorizzare ed infine espellere il nostro popolo dal loro paese.

Ciò è dimostrato dallo scenario politico. Soltanto due mesi fa, Tzipi Livni, il ministro degli Esteri di Israele e leader del suo maggior partito, Kadima, ha parlato della possibilità di spostare i cittadini arabi di Israele nel futuro “stato” palestinese, poiché, disse, le interessava “risolvere” la questione nazionale del nostro popolo. In seguito Bibi Netanyahu (il primo ministro in pectore del partito Likud) ha dichiarato che il problema “demografico” interno palestinese è un pericolo più grande di Hamas, di Hezbollah e persino dell’Iran. Poco dopo Limor Livnat del Likud ha presentato una proposta di legge per abolire l’arabo come lingua ufficiale.

Oltre a ciò, come abbiamo potuto vedere nel giorno delle elezioni, le forze di “sicurezza” israeliane hanno protetto i fascisti e terrorizzato, picchiato e arrestato quelli che si sono sforzati di opporsi al fascismo. Chi resiste al fascismo è un criminale mentre i fascisti e i sostenitori del fascismo ricevono ogni protezione.

Noi non crediamo in questa falsa democrazia. Il nostro primo dovere patriottico è denunciarne la falsità e boicottarla. Partecipando a questo gioco gli diamo legittimità e aiutiamo a perpetuarne le menzogne. Inoltre, più pericoloso ancora, parteciparvi ci condurrà inevitabilmente ad ignorare e dimenticare altre modalità di lotta che si sono dimostrate storicamente efficaci e onorevoli nelle rivoluzioni popolari.

Il vostro tentativo di isolarci e impaurirci gettandoci nelle vostre fredde prigioni non riuscirà. Al contrario rinsalderà le nostre convinzioni e la nostra determinazione a portare avanti la battaglia fino alla vittoria. Voi avete la vostra falsa democrazia, noi abbiamo la nostra lotta di dignità e tenacia.

 

Compagni miei, grazie per il vostro supporto e la vostra solidarietà.

 

Non ci arrenderemo!

 

Ma’an ‘Ala elDarb – Insieme in marcia!

 

Il vostro compagno Samieh Jabbarin

 

Traduzione dall’inglese a cura del Campo Antimperialista.