Solidarietà ad Enzo Apicella, licenziato in tronco da Liberazione

Il 24 dicembre scorso Enzo Apicella subì un’ennesima censura da Liberazione.

La vignetta censurata era quella su Gaza, che potete vedere qui accanto.

L’allora direttore, Sansonetti, gli fece sapere che “Liberazione non pubblica una vignetta che fa riferimento al fascismo”.

Quattro giorni dopo a Gaza iniziò il massacro deciso dal governo israeliano, ma per quanto ci risulta nessuno chiese scusa ad Apicella, che ora è stato licenziato in tronco dal nuovo direttore di Liberazione, Dino Greco.

Su questo ulteriore episodio, nell’esprimere la nostra solidarietà ad Enzo Apicella, pubblichiamo la lettera inviatagli da Lucio Manisco, che di Liberazione fu il primo direttore.
La redazione

Solidarietà al “cartoonist” Enzo Apicella, licenziato in tronco dal neo-direttore di Liberazione Dino Greco

di Lucio Manisco

Roma 9 marzo 2009
 
Caro Apicella,
fondatore e primo direttore di Liberazione fino alle dimissioni a lungo contrastate dagli allora presidente e segretario del PRC, non sono mai intervenuto nelle polemiche che hanno accompagnato le vicende economiche e politiche del quotidiano e tanto meno quelle sul suo pesante contributo all’ultima debacle del partito e dell’intera sinistra italiana.
Il tuo licenziamento de facto mi induce a interrompere questo silenzio in quanto con le tue vignette quotidiane scompare l’ultima presenza emblematica della continuità ideale – comunista e libertaria -di Liberazione (se Vauro Senesi venisse per assurdo allontanato da il manifesto le conseguenze non sarebbero altrettanto deleterie e terminali).
Mi sembra fin troppo evidente che tu sia stato colpito da un atto censorio della presente direzione, così come eri stato fatto bersaglio di saltuarie censure da parte di quella che la ha preceduta. Può darsi che mi sbagli ma credo davvero che dopo le stragi israeliane in Libano e poi a Gaza, da te denunziate quotidianamente con la veemenza del segno e un’indignazione condivisa da ogni essere umano, qualcuno abbia azionato nei tuoi confronti l’ignobile ghigliottina di un presunto, inesistente antisemitismo.
Se ricordo bene i direttori di periodici come Punch, The Observer e di quotidiani come the Guardian non hanno mai respinto i tuoi cartoons, anche quelli più ferocemente anticapitalisti, anzi hanno menato gran vanto della tua collaborazione.
Mi dicono che il presente direttore di Liberazione sia persona dabbene, proveniente da onesta militanza sindacale, anche se digiuno di qualsiasi esperienza giornalistica: la rinunzia alla tua collaborazione contraddice i primi due assunti e non è certo giustificata dal terzo.
Dopo quindici anni di stakanovismo quotidiano da ogni angolo del mondo e “a costi di saldo”, vieni colpito da una misura che precede la dichiarazione dello stato di crisi: proprio tu, che per scelta morale ed ideologica avevi rinunziato ad assunzioni e contratti, vieni ora allontanato in quanto “precario”, non tutelato cioè dal contratto nazionale, e con una untuosa fraseologia che mi auguro non sia davvero quella di chi ha firmato la lettera.
 
Con la stima di sempre e la solidarietà più attiva ti invio i miei più cordiali saluti.

Lucio Manisco