Il 7 aprile, presso la Corte d’Assise di Terni inizia il processo 
  
 
    
Domani mattina alle  ore 9 il comitato 23 ottobre in collaborazione con la confederazione Cobas organizza un presidio alla Corte di Assise di Terni in via Bramante 39 alle ore 9 della mattina.

Alle ore 11 presso i locali della Siviera, nella sala Laura si terrà da parte dello stesso comitato 23 ottobre una conferenza stampa cui si invitano la stampa ed i giornalisti per articolare le ragioni della difesa e smontare il teorema inquisitorio che ha portato a questa inquietante vicenda.

Rinviati a giudizio per terrorismo e altri reati specifici, dopo aver subito una lunghissima e ingiusta  carcerazione ( fino a 400 giorni, tanti sono stati quelli passati da Michele senza libertà) i 4 ragazzi di Spoleto si trovano ad affrontare un processo fondato solo sul pregiudizio politico e sulla necessità di confermare un’ipotesi accusatoria, che il Comitato 23 Ottobre in questi mesi ha smontato punto per punto, a partire dalla grottesca accusa di terrorismo per ragazzi colpevoli, chi di niente, chi di aver fatto scritte sui muri, chi di una bravata che non richiede neanche la carcerazione preventiva e che, alla faccia dell’associazione terrorista, neanche si conoscevano tra loro.

Abbiamo portato alla luce le contraddizioni incredibili presenti nell’impalcatura accusatoria: ricordiamo come esempio, che per l’incendio all’ecomostro che è stato interpretato come attentato, negli atti dell’accusa viene completamente rovesciato quello che è scritto nella relazione dei Vigili del Fuoco. Le carte processuali sono piene di crepe e il processo si fonda su deduzioni prive di fondamento che sono meno che indizi.

L’Avvocato Marco Lucentini definì abnorme l’atto di rinvio a giudizio del GUP di Perugia, in quanto istruiva illegittimamente una sentenza di condanna.

Abbiamo confrontato e rese pubbliche in questi mesi sentenze su casi analoghi misurando un arbitrio giudiziario totale, fino al punto che accuse simili (ma assai meno gravi erano le accuse specifiche nei confronti dei 4 giovani spoletini) hanno condotto a sentenze opposte.

Abbiamo perciò registrato in questo anno e mezzo che non c’è nessuna certezza giudiziaria.

Il rischio perciò è che in queste condizioni possano prevalere gli interessi di parte di chi ha organizzato l’operazione Brushwood, a prescindere dalla verità, per colpire delle idee politiche.

Gli avvocati difensori faranno la loro parte fino in fondo e se c’è ancora un po’ di giustizia l’associazione terrorista svanirà così come era stata creata dalla fantasia dell’accusa.

Sarà bene però che il clima di mobilitazione che per mesi ha sostenuto la battaglia per la libertà di Michele, Andrea, Damiano e Dario, torni a farsi sentire, per non lasciare sola la verità.

E’ necessaria la stessa partecipazione che ha consentito che un intera città, Spoleto, abbia condannato da subito un’operazione repressiva verso 4 sui giovani figli, togliendogli qualsiasi credibilità.
 

Comitato 23 Ottobre