Grande successo della conferenza palestinese di Milano
Come annunciato, si è tenuta ieri a Milano la VII Conferenza internazionale per il Diritto al Ritorno.
E’ stato davvero emozionante partecipare a questo incontro, dove oltre 5mila persone, nella stragrande maggioranza palestinesi provenienti da tutta Europa, hanno manifestato la loro determinazione e volontà di lotta.
“Il ritorno è un diritto inalienabile. Nessuno è autorizzato a contrattarlo”, questo slogan che campeggiava dietro il palco è stato il leit motiv di tutti gli interventi, l’elemento unificante di una giornata davvero incoraggiante per la causa del popolo palestinese.

In apertura dei lavori ha preso la parola, in videoconferenza da Gaza, il primo ministro Ismail Haniyah (vedi il testo dell’intervento), che ha ricordato i crimini sionisti, le distruzioni subite, l’embargo che continua, ma anche la grande resistenza che ha visto l’unità di tutto il popolo. Ribadendo che il diritto al ritorno non può essere messo in discussione da nessun accordo, Haniyah ha parlato della necessità di lavorare all’unità nazionale attraverso la ricostruzione dell’OLP. Infine, dopo aver rilevato l’importanza della solidarietà che si è manifestata in tante città europee nel gennaio scorso, Haniyah  si è soffermato sull’importanza della campagna per la cancellazione di Hamas dalla lista nera delle organizzazioni “terroristiche” stilata dall’Unione Europea.

Tra gli organizzatori sono intervenuti il segretario generale della Conferenza dei palestinesi in Europa, Adel Abdallah, il presidente del Prc – Palestinian Return Centre (al-Awda) Majed El-Zeer ed il presidente dell’Api (Associazione Palestinesi d’Italia), Mohammad Hannoun.

Tra gli ospiti segnaliamo gli interventi di Jennifer Tonge, Mustafa Barghouti, Shaikh Raed Salah, Salman Abu Sitta e Padre Giulio. Tra coloro che dovevano essere presenti e che invece non si sono visti a Milano, spiccano i nomi di Luisa Morgantini e dell’ambasciatore palestinese in Italia Sabri Ateyeh.

La parlamentare britannica Jennifer Tonge, attiva sostenitrice della causa palestinese, ha denunciato le responsabilità dell’Europa, dal rifiuto di riconoscere il legittimo governo palestinese al comportamento tenuto durante l’attacco israeliano a Gaza. Ribadendo che l’Europa deve parlare con Hamas, Tonge ha riferito di un incontro avuto a Damasco con Khaled Meshaal nel quale il leader di Hamas ha semplicemente osservato che “se gli ebrei hanno diritto al ritorno dopo 2000 anni, i palestinesi dovranno pur averlo dopo 60”.

Raed Salah, presidente del Movimento islamico nei territori palestinesi occupati nel 1948, è stato accolto da un’autentica ovazione. Egli ha sostenuto che la causa palestinese è la causa di tutti gli arabi e di tutti i musulmani, esprimendo la convinzione che così come oggi Gerusalemme è stata dichiarata capitale della cultura araba, domani sarà la capitale dello Stato palestinese. Giudicando il sionismo come un’azione di guerra contro i profeti – da Mosè a Gesù, fino a Maometto – Salah ha concluso dicendo che il diritto al ritorno non potrà essere cancellato da nessun piano sionista.

Il sacerdote cristiano melchita, padre Giulio, ha richiamato l’unità tra musulmani e cristiani – “camminiamo insieme, combattiamo insieme” – e la necessità dell’unità dell’intero popolo palestinese che deve portare alla ricostruzione della “Casa palestinese” per la liberazione, l’indipendenza e il ritorno.

Molto interessante l’intervento radicale e realista del prof. Salman Abu Sitta, che ha affermato che l’odierna situazione del popolo palestinese è peggiore che nel passato perché – riferendosi ovviamente ai vertici dell’Anp –  il popolo non sa più con chi stanno i capi. Per Abu Sitta è dunque necessaria una nuova leadership scelta dal popolo, non imposta dall’occidente. Abu Sitta si è poi soffermato sull’importanza della resistenza di Gaza e sulla necessità di liberarsi definitivamente dell’imbroglio di Oslo.

Il parlamentare palestinese Mustafa Barghouti, giunto da Ramallah, ha detto che “chi ha rinunciato al diritto al ritorno per avere lo Stato ha finito per perdere sia lo Stato che il diritto al ritorno”. Ribadendo che nessuno può avere il potere di cancellare questo diritto, Barghouti ha ricordato l’espulsione dei palestinesi da Gerusalemme. La sua conclusione ottimistica – “la vittoria è possibile” – è stata rivolta alla necessità di una direzione unificata, che potrà realizzarsi attraverso la ricostruzione dell’Olp. Interessante notare la completa convergenza, su questo punto, con le parole di Haniyah.

La Conferenza è stata un vero successo, segno della grande vitalità delle comunità palestinesi in Europa.
Da segnalare che l’evento è stato ripreso in diretta dalle tv Aljazeera, Al Hiwar, Al Quds, Al Manar, Al Aqsa, al-Alam. Erano presenti anche BBC e Reuters. Completamente assenti i media italiani, non solo quelli di regime: chi cercasse sul Manifesto di oggi una sola riga sull’incontro di Milano (5mila persone vere, non come quelle dei cortei romani!!!) rimarrebbe inesorabilmente deluso.
Un particolare che fa il paio con la scarsa presenza italiana (fatta salva, ovviamente, la comunità arabo-palestinese del nostro paese) alla Conferenza. A dimostrazione che l’ottica occidentalo-centrica di gran parte della sinistra è ben lungi dall’essere superata.

Ricordiamo, infine, che a Milano erano presenti decine di mezzi (camion ed ambulanze) che faranno parte della carovana di aiuti che cercherà di raggiungere Gaza nei prossimi giorni.