Fermiamo il genocidio dei Tamil in Sri Lanka

Opponiamoci al losco coinvolgimento del governo indiano

Comunicato stampa rilasciato il 28 aprile 2009 a New Delhi

 

Nonostante le continue dichiarazioni del governo dello Sri Lanka per cui “la guerra contro l’LTTE è entrata nella sua fase finale“, la situazione come ci appare con chiarezza è ben lontana dall’immagine attentamente ritoccata e patinata che il suddetto governo si compiace di presentare alla Comunità Internazionale.

Nonostante le dichiarazioni trionfalistiche, la “fase finale” della guerra è stata raggiunta con il massacro di quasi metà della popolazione dei Tamil dello Sri Lanka. Oggi le cosiddette “no-fire zones” sono campi di concentramento virtuali in cui l’affamata popolazione Tamil viene costretta con recinzioni spinate e tenuta sotto tiro dall’esercito, tutto ciò per costruire consenso internazionale verso la campagna omicida del governo dello Sri Lanka. Questi campi sarebbero il “volto umano” della macchina da guerra dello Sri Lanka!

 

Non c’è nessuno che non abbia perso un familiare, né una famiglia che non sia stata trasferita dalla propria casa. In verità sono state trasferite più volte di seguito. Le loro terre hanno subìto pesanti attacchi aerei nel 2007 quando il governo dello Sri Lanka ha unilateralmente rotto il cessate il fuoco e iniziato la sua guerra, presuntamente per annichilire l’LTTE. La gente è stata costretta a lasciare le proprie case e trovare rifiugio nei vari campi. Neppure le scuole, gli ospedali e ora le cosiddette “no-fire zones“, sono state risparmiate dal governo assassino dello Sri Lanka. Alcuni resoconti indipendenti confermano che nell’ultima fase della guerra sono morti circa 70.000 Tamil. Dopo due anni la guerra continua ancora, violando le risoluzioni dell’ONU e commettendo il peggior genocidio dei nostri tempi.

 

L’attacco recente del 6 aprile di quest’anno contro il nostro popolo Tamil ha raggiungo proporzioni catastrofiche. Alcuni resoconti indipendenti adombrano l’ipotesi che l’esercito dello Sri Lanka abbia utilizzato armi chimiche mortali, gas tossici e bombe termobariche — bombe che diffondono nell’aria e incendiano un agente esplosivo sviluppando un’esplosione simile a quella di una bomba atomica e capace di uccidere migliaia di persone. Questa informazione deve ancora essere verificata dalla comunità internazionale. Ma il governo dello Sri Lanka non permette ai giornalisti e alle agenzie d’informazioni internazionali indipendenti di fornire informazioni dall’interno delle zone Tamil. Anche a questo proposito, l’Unione Popolare per le Libertà Civili (People’s Unione for Civil Liberties, PUCL) ha pubblicato una dichiarazione per esprimere la propria angoscia.

 

Il sospetto utilizzo di armi chimiche, gas nervino e armi termobariche ci ricorda i giorni di Auschwitz in cui i nazisti hanno massacrato innumerevoli persone. Le Convenzioni Internazionali hanno severamente proibito l’utilizzo di tali armi e gas velenosi, che provocano raccapriccianti uccisioni di massa di combattenti come di civili. E’ stato anche riferito che l’esercito dello Sri Lanka sta utilizzando cluster bombs, che sono bandite in 93 paesi. E per sfuggire alle molte accuse che verrebbero fatte dalla comunità internazionale per l’uso di armi proibite e violazioni dei diritti umani, il governo dello Sri Lanka impedisce sistematicamente ai media internazionali e ai volontari stranieri di entrare nei teatri di guerra. Secondo la definizione dell’ONU, molti di questi atti costituiscono genocidio e lo stato dello Sri Lanka meriterebbe di essere accusato di crimini di guerra e portato davanti a un tribunale internazionale, dopo un’indagine da parte di un team internazionale competente che confermi questi palesi atti criminali.

 

Abbiamo assistito alle dichiarazioni del governo dello Sri Lanka per cui esso si starebbe astenendo dall’usare armi pesanti in questa fase della guerra. Questa è una grandissima menzogna poiché le forze armate dello Sri Lanka hanno utilizzato ogni tipo di armi chimiche e altre munizioni letali internazionalmente vietate nel tentativo di raggiungere la loro tanto sbandierata vittoria.

 

Il nostro ruolo per porre fine a questa odiosa guerra genocida è cruciale poiché l’India è la spina dorsale di questa guerra e ha fornito materiale, intelligence e sostegno politico allo stato sciovinista dello Sri Lanka. La posizione dell’India circa lo Sri Lanka è sempre stata di sostegno agli interessi dei governanti dello Sri Lanka a causa dell’importanza geopolitica dello stesso nell’Oceano Indiano. Di contro, lo Sri Lanka è sempre stato ambiguo o neutrale circa gli interessi dei governanti indiani. Per questo per un breve periodo l’India ha sostenuto, per il proprio interesse, il movimento militante Tamil. Più tardi essa è tornata alla sua posizione originale, dopo aver indebolito e disarmato la maggior parte dei movimenti e aver mandato truppe per annichilire l’unica forza rimasta, l’LTTE, dopo l’accordo indo-srilankese del 1987. Questo sostegno occulto allo Sri Lanka è divenuto una partnership aperta nel periodo successivo alla morte di Rajiv Gandhi.

 

In questa luce la dichiarazione di Shiv Shankar Menon, “lo Sri Lanka e l’India non sono mai stati in relazioni così amichevoli, strette e profonde“, riassume l’attuale rapporto indo-srilankese. L’India ha fornito allo Sri Lanka radar, informazioni d’intelligence, addestramento e ora le proprie truppe. Peggio, ha fatto tutto questo mentre parlava di salvare le vite dei Tamil innocenti in Sri Lanka. Non solo l’India ha partecipato all’uccisione di migliaia di Tamil nel nord dello Sri Lanka ma non ha neppure condannato l’uccisione di giornalisti sia Tamil sia Singalesi, gli arresti illegali, le torture, la censura dei media e il regime dittatoriale dell’SLFP (Sri Lanka Freedom Party).

 

Nel Tamil Nadu, con le elezioni parlamentari in arrivo, possiamo vedere tutti i partiti politici che cercano di battere gli avversari nella gara verbale per fermare la guerra in Sri Lanka. Ma la verità è che nessuno di questi partiti è davvero interessato che cessino immediamente le uccisioni dei Tamil. Sono più interessati a contare i loro voti sopra i cadaveri dei Tamil in Sri Lanka. E’ evidente l’ipocrisia di tale politica perché un intervento concreto dell’India metterebbe immediatamente fine a questo genocidio del popolo Tamil.

 

In questo contesto il sostegno occulto ed esplicito dello stato indiano al governo srilankese è condannabile e contrario alla pace e alla stabilità del subcontinente per la quale esso dichiara di essere impegnato. Ci appelliamo ai democratici e agli amanti della libertà nel subcontinente perché alzino la voce per protestare contro i disegni fascisti del governo dello Sri Lanka e il sostegno occulto ed esplicito dell’India ai suoi atti omicidi.
 

Solo un popolo che può determinare da sé il proprio futuro senza coercizione, maltrattamenti, discriminazione ed oppressione, può portare una soluzione giusta e fugare lo spettro della guerra e del genocidio che minaccia il subcontinente.

 

Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF)

Unione degli Studenti Tamil di Delhi (DTSU)

 

Tradotto dall’inglese a cura del Campo antimperialista