E’ partito ieri da Genova il cargo della Carovana “Hope”, diretto ad Alessandria d’Egitto, da dove nei prossimi giorni il convoglio proseguirà per il valico di Rafah.
La carovana – promossa dalla Campagna europea per la fine dell’assedio di Gaza – è composta da 40 automezzi provenienti da tutta Europa (Francia, Germania, Svezia, Austria, Inghilterra, Svizzera, Grecia, Italia, Danimarca, Norvegia, ecc…) e porterà medicinali, stampelle, carrozzelle, lettighe, ambulanze – secondo una lista redatta dal ministro della Sanità di Gaza.
Dall’Italia partiranno una decina di persone – politici, militanti ed operatori tv – tra i quali il senatore Fernando Rossi che capeggerà la delegazione. Dagli altri paesi europei raggiungeranno il convoglio un centinaio di persone tra medici, parlamentari e attivisti.
La redazione del nostro sito sarà presente con Maria Grazia Da Costa.
Da Infopal (www.infopal.it) riportiamo questa intervista a Mohammad Hannoun, uno dei principali organizzatori di questa iniziativa.
Abbiamo chiesto a Mohammad Hannoun, vice-presidente della European Campaign to end the siege on Gaza, e tra gli organizzatori della spedizione umanitaria, quali sono gli obiettivi di questa iniziativa.
“Sono molteplici: il primo e il più immediato è quello di rompere l’ingiusto assedio. Il secondo è di portare aiuti concreti, di prima necessità, come, ad esempio, medicine e attrezzature sanitarie. Il terzo obiettivo è di attirare l’attenzione mondiale sulla drammatica situazione gazese. Dopo la fine dei ventidue giorni di bombardamenti israeliani per la comunità internazionale sembra che non ci siano più problemi a Gaza. Ma non è così: sono migliaia i senzatetto che attendono l’apertura del valico. Nella Striscia, infatti, manca anche il cemento con cui ricostruire le abitazioni. La gente vive ancora sotto le tende. Noi chiediamo l’apertura stabile e definitivo del valico.
Ci rivolgiamo poi ai donatori domandando loro di inviare urgentemente i capitali destinati alla ricostruzione. La popolazione assediata li aspetta da mesi, poiché così era stato loro promesso.
Dopo la guerra israeliana, nella Striscia non è più entrato nulla. L’assedio è ancora più stretto di prima”.
Di chi sono le responsabilità dell’assedio in corso?
“La responsabilità è israeliana, egiziana e internazionale. I complici sono tanti. Anche chi assiste in silenzio, ogni giorno, alla morte di bambini e malati è responsabile…
Vogliamo sensibilizzare i governanti: abbiamo creato un gruppo di parlamentari in Europa, tramite i quali stiamo cercando di esercitare pressioni sia a livello internazionale sia a livello egiziano e israeliano affinché il valico di Rafah rimanga accessibile ai palestinesi”.
Quando è previsto l’arrivo del cargo?
“Dovrebbe giungere al porto di Alessandria il 16 maggio. Speriamo che per il 17-18 il convoglio possa entrare a Gaza”.