Vietato parlare dei reparti confino del sig. Marchionne?
I mezzi di informazione, all’unisono, parlano di un Rinaldini buttato giù dal palco da un attacco preordinato dallo Slai Cobas. A questa organizzazione sindacale, protagonista di tantissime battaglie nel gruppo Fiat, neppure il Manifesto riconosce il diritto di parola. Anzi, per Loris Campetti lo Slai Cobas sta ormai “di là”, cioè fuori dal movimento operaio.
Perlomeno il Corriere di oggi intervista brevemente Mara Malavenda. Ecco come la dirigente dello Slai Cobas  parla della situazione di Pomigliano: “Parte da qui la normalizzazione che l’azienda intende far passare in tutti gli stabilimenti. Nessuno ne parla, ma 316 lavoratori, e la metà sono Slai Cobas, è stata già mandata via da Pomigliano e trasferita al reparto logistica di Nola. Un reparto fantasma. Un confino.

E ce li hanno mandati, con tanto di accordo sindacale, perché in fabbrica lottavano e davano fastidio. Di questo volevamo parlare a Torino, e perciò ce lo hanno impedito”. 
Che in questo paese sia ormai vietato parlare delle malefatte del sig. Marchionne?

COMUNICATO STAMPA SLAI COBAS

Nessuna aggressione a Rinaldini!
Provocatori tra i confederali innescano il parapiglia
OCCORRE UNA LOTTA UNITARIA DEI LAVORATORI CONTRO LA FIAT
E I LICENZIAMENTI PROGRAMMMATI DA MARCHIONNE!

Senza nemmeno contattarci per confrontare la nostra versione dei fatti, si è costruita ad arte la falsa notizia di un attacco preordinato e organizzato per gettare dal palco della manifestazione operaia di Torino il segretario della Fiom Rinaldini.

Lo Slai Cobas è sceso in piazza contro la Fiat e per una lotta unitaria dei lavoratori contro la ristrutturazione e i licenziamenti programmati da Marchionne.

Al termine del corteo contro la Fiat si chiedeva a gran voce, con l’approvazione degli operai presenti in piazza, che potessero parlare anche lo Slai Cobas e i lavoratori delle fabbriche Fiat colpite dalla ristrutturazione e dalla minaccia di chiusura, in primo luogo gli operai di Pomigliano deportati da oltre un anno allo stabilimento confino di Nola (anche grazie a un accordo siglato dai confederali).
Stabilimento confino di Nola che ripete l’esperienza vergognosa dei reparti confino fatti dalla Fiat di Valletta negli anni ’50 a Mirafiori, dove venivano rinchiusi tutti gli operai non disposti a subire passivamente lo sfruttamento padronale.

Quando con i dirigenti confederali presenti sul palco era stato concordato che avrebbero potuto parlare anche lo Slai Cobas e gli operai di Nola, qualcuno dei confederali, che evidentemente non condivideva questa decisione, ha innescato una violenta provocazione per impedirlo. Nel parapiglia che ne seguiva Rinaldini cadeva e veniva aiutato a rialzarsi da lavoratori dello Slai Cobas.

Quando, poi, un rappresentante dello Slai Cobas e uno degli operai di Nola stavano per parlare, come concordato con i dirigenti confederali, qualcuno tra di loro strappava violentemente i fili del microfono per impedirlo. Abbiamo dovuto così parlare, dopo che i dirigenti confederali hanno abbandonato il palco, con il nostro impianto voce e abbiamo parlato ai lavoratori che nella quasi totalità sono rimasti in piazza.

Nessuna aggressione preordinata contro Rinaldini, quindi. Quanto accaduto è stata una scelta deliberata di chi tra i confederali, innescando la violenta provocazione sul palco, vuole continuare ad impedire che i lavoratori possono prendere direttamente la parola e continuino a rimanere succubi di accordi concertativi, a perdere e calati dall’alto.

Lo Slai Cobas ribadisce la necessità di una lotta ampia e unitaria degli operai, dei lavoratori, contro la Fiat e il piano di ristrutturazione e licenziamenti delineato da Marchionne.

Una lotta che deve articolarsi sul netto rifiuto della chiusura di qualsiasi stabilimento, sulla redistribuzione del lavoro tra le fabbriche Fiat, sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, sul salario garantito ai disoccupati, sul blocco degli straordinari negli stabilimenti. Misure che potrebbero essere realizzate utilizzando i profitti fatti dai padroni in questi anni.

 

Milano 16/5/2009

Slai Cobas www.slaicobas.it

Coordinamento nazionale