da Puno – Perù, sabato 30 maggio 2009
Cari amici, cari compagni, cari viandanti,
lo straordinario ciclo di lotte cominciato, tra resistenze ed insurrezioni, agli inizi del XXI secolo in Bolivia e culminato con l’elezione di Evo Morales, primo presidente indigeno del continente, ha portato all’attenzione del mondo la forza, la determinazione e la capacità di trasformazione profonda del movimento sociale ed indigeno latino-americano.
Un movimento che a partire dalle lotte contro la privatizzazione dell’acqua, sollecitando la nazionalizzazione delle risorse energetiche e minerarie ed indicando una riforma agraria dal basso, ha avuto il merito di dimostrare che è possibile contrapporsi al modello neoliberista ma anche costruire contropoteri rivendicando modelli di vita alternativi.
A Puno in Perù, sulle sponde del lago Titicaca, si sono riuniti i rappresentanti di questo fronte per dare vita al IV Vertice continentale dei popoli e delle nazioni indigene delle Americhe (Abya Yala).
La strada tracciata dalla rivoluzione zapatista del ’94 vede ora, con la partecipazione dei rappresentanti del Brasile, Perù, Guatemala, Messico, Cile, Argentina, Bolivia, Panama e degli altri stati, aprirsi una nuova prospettiva.
Proponendo una visione di un mondo dove l’uomo mantiene un rapporto armonico ed equilibrato con la natura, promuovendo l’uguaglianza tra gli esseri viventi ed il rispetto per la complementarietà dei ruoli tra donne ed uomini, riscoprendo attraverso l’attuazione di pratiche ancestrali i valori della loro identità e del buen vivir, i popoli indigeni presentano al mondo un’alternativa concreta al sistema neo-liberista le cui politiche sono totalmente fallite.
Affrontando temi come quello dei diritti, della violenza e del razzismo, sono state le donne a dare il via alla Cumbre Continental mercoledi’ 27 maggio.
Rivendicando una attuazione immediata delle leggi già esistenti in alcuni stati in difesa delle donne, molte delle delegate hanno denunciato con vigore e coraggio le politiche dei governi. Come nel caso di Aida Onic, colombiana, espulsa dalla sua terra natale dopo l’assassinio di suo marito per responsabilità del governo di Alvaro Uribe.
Come altrettanto radicali ed intransigenti sono state le posizioni emerse in tema di biodiversità e sovranità alimentare, con un diniego assoluto sull’utilizzo di ogm ed un no al confezionamento degli alimenti.
Mentre in tutto il mondo si assiste all’aumento del prezzo medio delle derrate alimentari che drammaticamente determina per centinaia di migliaia di individui l’impossibilità ad acquistare il cibo per sopravvivere, da Puno le donne indigene si battono con determinazione per difendere la ricchezza e la diversità delle loro colture ed indicano a tutti una via alternativa all’economia del profitto, dell’iperconsumo e della crescita all’infinito.
Vi inviamo queste brevi note contando di dare una più esauriente documentazione del vertice nei prossimi giorni, chiedendovi anche di diffondere dovunque possiate la notizia dell’evento nella consapevolezza che saremo i soli a farlo.
A Puno non sono presenti né esponenti della derelitta sinistra italiana, né giornalisti ma soltanto un paio di organizzazioni non governative.
Un caro saluto da Aldo Zanchetta, Claudio Romanini, Maurizio Fratta
Sabato 30.5.2009 Puno. Perù