In merito al risultato delle elezioni presidenziali in Iran, pubblichiamo le considerazioni che ci ha inviato un compagno residente nella Terra di Palestina occupata nel 1948, rinominata Israele.

 

Cari compagni del Campo antimperialista,

Ho voluto esprimere il mio profondo apprezzamento per il Campo antimperialista in quanto ha assunto la coraggiosa posizione di sostegno alla vittoria di Ahmedi Nejad nelle elezioni iraniane.

Conosco la folle diffamazione di Ahmedi Nejad in Occidente, dove l’ipocrisia della sinistra finisce con il convergere con il tornaconto degli sfruttatori e degli oppressori  a rappresentare come alleati naturali delle democrazie occidentali il “democratico” razzista Israele, la “moderata” famiglia reale Saudita e lo stato di polizia egiziano ….
Qui in Palestina, dove il popolo si trova a fare le spese del lato più cruento dell’imperialismo occidentale, Armadi Nejad potrebbe vincere ogni elezione con un margine molto più ampio perfino senza fare campagna.

Io penso che voi dovreste portare il dibattito dal piano difensivo a quello offensivo, usando i semplici fatti.

Innanzitutto, non è vero che in tutto l’Iran si stia lavorando per “l’egemonia” nella Regione. Si sta solo lavorando per superare la prolungata egemonia cleptomane dell’imperialismo e del sionismo, che costringono all’ arretratezza economica e culturale l’intera regione. Ciò perché la rivoluzione islamica ha affrontato un Guerra sanguinosa negli anni ’80, e questa è la ragione delle continue aggressive minacce di questi giorni contro l’Iran.

In secondo luogo, non è per nulla vero che in Iran ci sia un politica “settaria”. E’ l’imperialismo e i suoi regimi fantoccio che cercano di infiammare i conflitti settari per impedire ai popoli di unirsi contro l’imperialismo. La cooperazione fra l’Iran e Hamas è la miglior dimostrazione della capacità dei popoli della regione di superare questa trappola imperialista estremamente pericolosa.

In Iran il problema principale è la Guerra di classe per il controllo sulle entrate (sui ricavi) del suo petrolio. Nessuno può risolvere i problemi dello sviluppo economico in 4 anni, ma Ahmedi Nejad ha fatto grandi passi in questa direzione, a dispetto della resistenza distruttiva di grandi settori dell’ establishment. E’ molto istruttivo un paragone con i primi quattro anni di un altro “populista” nel lontano Venezuela.

Inoltre è anche interessante seguire la politica estera di questo presidente, apparentemente “conservatore religioso”. Io non ritengo che egli predicava l’Islam mentre aiutava il popolo del Nicaragua a superare secoli di egemonia USA e di povertà. Basta stare ai fatti e chiedersi cosa possano significare.

Infine l’Iran è uno dei pochi stati al mondo dove si svolgono significative elezioni in cui le persone possono realmente scegliere. In tal senso l’Iran è uno degli stati più democratici nel mondo. Naturalmente nulla è perfetto, e noi aspiriamo sempre al meglio, ma nelle elezioni iraniane il popolo iraniano ha dovuto scegliere ed ha scelto la leadership che ha dimostrato la sua prontezza a servire meglio l’interesse del popolo stesso, e non quello dell’imperialismo straniero o delle élite locali.
 

Saluti fraterni

Y. B., militante nella Palestina del 1948.