Per Umanità

L’’intervento che segue, inviatoci dagli amici della Campagna per la Libertà di Ahmad Sa’adat (www.freeahmadsaadat.org), è stato scritto da Hussin Ramadan, un giovane attivista palestinese del campo profughi Dheisheh di Betlemme, ed è stato pubblicato la prima volta in Palestine Think Tank, che sostiene costantemente la Campagna per la Libertà di Ahmad Sa’adat.

 

Per Umanità

Hussin Ramadan *

 

Noi palestinesi ci riconosciamo l’un l’altro non solo per la nostra reciproca identità, ma anche per le nostre esperienze comuni, quali ad esempio la nostra situazione sotto l’occupazione, le nostre condizioni economiche, la nostra vita da rifugiati, la vita e le condizioni dei nostri prigionieri. Quando andiamo a dormire, non possiamo farlo come “persone normali”, non disturbate da queste realtà. Noi non viviamo in “condizioni normali” per gli esseri umani. Ogni famiglia in Palestina ha almeno un componente in prigione, o un ex prigioniero; la carcerazione è una di quelle esperienze condivise fra la nostra gente.

 

Molti palestinesi sono morti per la Palestina, e molti lo faranno, ma i prigionieri soffrono quotidianamente. Essi accettano una vita inumana per la causa palestinese, per la libertà, per il ritorno dei rifugiati, ed ogni giorni pagano il prezzo per la loro lotta vivendo in condizioni al di sotto di ogni standard, in un trattamento immorale ed ingiusto, nell’ abbandono consapevole e voluto della loro salute da parte delle forze di occupazione.

 

Ahmad Sa’adat è un leader eletto dal popolo palestinese. Non è un “terrorista”, è un difensore della causa di tutto il popolo palestinese. E’ un leader che crede nella libertà, nella dignità e nell’umanità, in uno stato senza occupazione, nel ritorno dei rifugiati e in tutte le richieste fondamentali del popolo palestinese, nelle cose principali in cui tutti i palestinesi credono. Egli diffonde il nostro messaggio di palestinesi, di arabi e di persone impegnate per la giustizia in tutto il mondo e noi dobbiamo sostenerlo fino in fondo.

 

Per queste ragioni noi qui in Palestina rifiutiamo queste condizioni e queste politiche, e pretendiamo libertà e giustizia per i nostri prigionieri, e siamo determinati ad informare le genti del mondo su cosa esattamente sta accadendo qui.

 

E per queste ragioni siamo coinvolti nella campagna per liberare Ahmad Sa’adat.

 

Ahmad Sa’adat rifiuta di accettare gli ordini dell’occupazione e il maltrattamento dei prigionieri; rifiuta di accettare i tribunali illegittimi, i processi e le carceri della forza di occupazione. Egli ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere che l’occupazione riceva il messaggio in modo forte e chiaro: noi siamo esseri umani, non animali da trattare in questo modo.

 

Non possiamo lasciarlo solo ad affrontare il buio della prigione. Dobbiamo sentire cosa egli sente e sostenerlo in ogni modo, dobbiamo trovare la nostra dignità ed umanità sotto le rovine dell’occupazione.

 

Sappiamo che abbiamo diritti, crediamo nella nostra causa, resisteremo per essa e per essa vorremo soffrire, come Ahmad Sa’adat soffre ogni giorno per farci vivere come esseri pienamente umani. Ciò è molto importante per far sapere al mondo cosa noi pensiamo e noi siamo determinati a far sapere alla gente i prezzi che i prigionieri pagano quotidianamente sulla loro pelle per la libertà e per noi. Nessuna persona al mondo vorrebbe vivere nelle condizioni che Ahmad  fronteggia tutti i giorni, ma Ahmad continua a lottare, ci dà speranza, e noi resteremo su questo cammino di giustizia e libertà, perché non lasceremo a terra lui e tutti i nostri prigionieri.

 

Poichè noi abbiamo la fede e l’anima di Ahmad, continueremo a lottare fino alla fine per liberare tutti i prigionieri dalle carceri e dai centri di detenzione. Questo è il cammino che scegliamo, e questo è il motivo per cui è così importante che noi ci impegniamo nella Campagna per la libertà di Ahmad Sa’adat.

 

Libertà per Ahmad Sa’adat, per tutti i prigionieri e per tutti I difensori della libertà!

* Hussin Ramadan può essere contattato all’indirizzo the.godfather87@hotmail.com.

 

Traduzione a cura della Redazione