L’articolo di Gianfranco La Grassa che pubblichiamo di seguito è stato scritto il 19 agosto, dunque prima delle elezioni in Afghanistan. Se qualcuno dovesse considerarlo “esagerato” non ha che da leggere il commento apparso oggi sul Corriere della Sera, a firma Andrea Nicastro sotto il titolo “Dall’Iran fino all’Afghanistan – La pericolosa trama dei due vincitori”.
Dopo aver parlato della vicenda iraniana, sentite come Nicastro chiude la questione: “Ma l’Afghanistan ha almeno un vantaggio sull’Iran: ha l’Occidente in casa. Karzai e Abdullah sanno che una guerra civile prosciugherebbe il fiume di aiuti (leggi foraggiamento alle cosche amiche, ndr). C’è da sperare che la storia dei «due vincitori» questa volta finisca in commedia”.
C’è bisogno d’altro per descrivere l’attuale stato della gloriosa democrazia occidentale?
Vere elezioni in vera democrazia
di Gianfranco La Grassa
Fra poco vi saranno in Afghanistan autentiche elezioni “democratiche”. Quelle in Iran erano certamente taroccate; mentre erano vere le notizie di grandi manifestazioni contro il “regime” e per la “democrazia”; decine di migliaia di manifestanti per la Reuters, centinaia di migliaia per l’Ansa, due milioni per stampa di destra e sinistra, con riferimento all’identica giornata. Comunque, senza tante discussioni, quelle elezioni sono state truccate: 11 milioni di vantaggio per Ahmadinejad (non 11 in assoluto, 11 di più) sul secondo sono tutti stati fabbricati ad arte dalle stamperie del Governo.
In Afghanistan, invece no. Ci sono truppe straniere d’occupazione in ogni regione del paese, un Governo di fatto fantoccio (al di là dei giochi complessi per cui gli Usa pensano a tempo debito di sostituire anche Karzai), che adesso fa la voce grossa (per conto del padrone) con la stampa (in particolare quella straniera) affinché rispetti rigorosamente, pena sanzioni, il divieto di pubblicare notizie di attentati per non “scoraggiare” la popolazione dall’andare al voto. Quando s’imbavaglia la stampa, ci si vuol far credere che si distinguerà tra le varie notizie? Semplicemente, bisogna obbedire alle “veline” trasmesse da chi comanda (soprattutto i militari Usa) e basta. Vedrete come ci racconteranno del voto ordinato, espresso liberamente che più di così non si può, di vera svolta verso la democrazia e altre balle simili.
Con una parte di ragione però; perché in fondo in Afghanistan si esprime, nella sua essenza più limpida e profonda, il significato della “democrazia” occidentale, quella che – come dicono certuni il cui cervello si è liquefatto – diverrebbe poi perfetta se si attuasse la nostra Costituzione, la più avanzata “do munno”. E’ bello assistere a queste carnevalate; sono tanti “attentati” alla “democrazia”, felicemente effettuati da chi se ne stordisce e inebria. E’ bene così, chissà che, dai e poi dai, questa “democrazia” non venga superata dalla “antidemocrazia”, cioè dall’espressione di una diversa volontà. Non intendo fare retorica parlando di volontà “popolare”; intendo semplicemente una volontà diversa da quella di dominanti corrotti e venduti ad “autorità straniere” come avviene appunto, nella sua forma più pura e genuina, in Afghanistan. Ed è perfino inutile dirlo: “lo straniero” è in realtà il potere statunitense, quello odierno del “serpente” (o “anaconda”).
W le elezioni in Afghanistan, autentico specchio di questa “democrazia” in aperta putrefazione.
da http://ripensaremarx.splinder.com
19 agosto 2009