L’Afghanistan è infestato dagli afghani e noi dobbiamo continuare il nostro gioco

Dichiarazione del gen. Mario Arpino, letta il 17 settembre sul televideo di Odeon Tv: “Il 97% del paese è INFESTATO dai Talebani. La priorità è perciò il controllo del territorio. Le nazioni si sono dichiarate disponibili a occuparsi di attività relative all’istruzione, alla cultura, alla liberazione delle donne. Ma prima bisognava controllare il territorio militarmente”.
Questo è il commento del generale Mario Arpino, ex capo di Stato Maggiore della Difesa sulla situazione in Afghanistan, in seguito all’attentato contro i militari italiani.

“Solo dopo questa stabilizzazione – continua Arpino – si potrà fare il resto e sui tempi necessari potrebbero volerci cinque, dieci anni. Un generale inglese, scherzando, ha parlato di quarant’anni, e c’è poco da scherzare. Poi, riguardo al contributo dei soldati italiani, noi – dice Arpino – facciamo parte di un’alleanza. Sono cose che vanno discusse all’interno dell’alleanza, ma sembrerebbe una cosa fatta male abbandonare il GIOCO adesso”.

Questa dichiarazione, che è una perfetta sintesi delle affermazioni fatte da tutti i politici nazionali, da La Russa a Berlusconi, passando per l’ineffabile Napolitano, con il silenzio complice di tutti gli altri, non merita un commento politico. Piuttosto sembrerebbe appropriata un’analisi del linguaggio, che è rivelatore.
Per Arpino l’Afghanistan è INFESTATO (cioè “preda di germi corruttori” v. lo Zingarelli) dai Talebani.
Questa definizione è una vera perla, che gronda di disprezzo razzista.

Che la “missione” internazionale avesse lo scopo di occuparsi dell’istruzione, della cultura e della liberazione delle donne è probabilmente un convincimento che il generale ha mutuato da Fassino, il quale ebbe a dichiarare che anche un solo burka in meno avrebbe giustificato l’occupazione.
E infine Arpino dice : “sembrerebbe una cosa fatta male abbandonare il GIOCO adesso”.
Bush e Obama, almeno, lo chiamano LAVORO. E il lavoro, si sa, è spesso duro e, più di una volta,  sporco.
Ma chiamarlo GIOCO! Il termine evoca momenti di svago o di sana competizione sportiva.
Con rivoltante cinismo il mondo è visto come una scacchiera  in cui i giocatori, sempre gli stessi, muovono e “mangiano” le pedine a loro piacimento.
L’unica via d’uscita  è rovesciare il tavolo e questo possono farlo solo le Resistenze in tutto il mondo! E noi tifiamo per loro, caro generale.