Il Washington Post rivela i trucchetti contabili della Casa Bianca
E’ proprio vero, piove sempre sul bagnato. Ed un premio tira l’altro. Dopo un Nobel immotivato (e vergognoso) è in arrivo per Obama un meritatissimo “Pinocchio d’oro”. E questa volta la decisione della giuria non darà luogo a polemiche.
Aumentare oppure no le truppe in Afghanistan? L’annuncio del presidente americano, che sembrava imminente, è stato momentaneamente congelato dal Nobel. Come sbloccarlo, come conciliare l’aureola pacifista con la politica guerrafondaia?
Non sappiamo ancora quale soluzione verrà adottata. Forse una breve dilatazione dei tempi, forse qualche altro marchingegno, o magari la menzogna pura e semplice.
Ed in quest’ultimo campo Obama sembra avere pochi rivali. A rivelarlo non è un’intervista del mullah Omar, bensì l’insospettabile Washington Post. Nel comunicato ufficiale della Casa Bianca del marzo scorso si parlava infatti di 21mila rinforzi da inviare sul fronte afghano nei mesi successivi. Ora veniamo a sapere dal giornale americano che l’aumento autorizzato, ma occultato, era invece di 34mila uomini.
Obama se ne era “scordati” 13mila, non conteggiando nel totale i genieri, il personale sanitario, gli addetti all’intelligence, la polizia militare. Ma che bel trucchetto! Certo, è lo stesso già usato da Bush in precedenza. Ma Obama non era il “nuovo”?
Ora, da sempre gli eserciti hanno reparti differenziati per i diversi compiti che la guerra richiede, ma mai si era visto un falso così grossolano. Forse i 13mila non conteggiati non sono anch’essi militari? E non è sempre vero che per un soldato che combatte in prima linea ce ne sono parecchi altri nelle retrovie?
Il Washington Post precisa inoltre quello che già sapevamo: la somma attuale dei soldati americani in Afghanistan ed Iraq è superiore al massimo raggiunto durante l’epoca Bush. Evviva il premio Nobel, evviva il pacifista di Chicago! Evviva i suoi discorsi, sempre seguiti da azioni coerenti!
Diranno qualcosa, questa volta, i “sinistrati” d’Italia sul loro idolo? Vedremo, ma assai più verosimilmente resteranno aggrappati all’indiscusso vincitore dell’edizione 2009 del “Pinocchio d’oro”.