Pubblichiamo la seconda parte della intervista rilasciata da Mupalla Laxman Rao, segretario generale del Partito Comunista Indiano (Maoista), alla rivista Open Magazine*.Qui Laxman Rao (alias Ganapathi) espone la lettura dei maoisti indiani della situazione internazionale, dell’obamismo, del jihadismo, per finire con un giudizio sugli esiti della guerra popolare in India.
D: Quali sono i motivi della sconfitta subita dall’LTTE in Sri Lanka?
R: Non c’è dubbio che il movimento per un Tamil Eelam indipendente e sovrano ha subìto una dura battuta d’arresto con la sconfitta e la considerevole decimazione dell’LTTE. Il popolo Tamil e le forze di liberazione nazionale sono ora privi di leader. Tuttavia, in generale il popolo Tamil continua a nutrire la speranza di una patria Tamil indipendente. Le condizioni che hanno in prima battuta permesso al movimento per il Tamil Eelam di sorgere, continuano tuttora ad essere presenti. Le classi dominanti dello Sri Lanka col loro sciovinismo cingalese non potranno mai cambiare la loro politica discriminatoria contro la nazione Tamil, la sua cultura, la sua lingua eccetera. I raduni e le manifestazioni nazionaliste organizzate dal governo e dai partiti sciovinisti cingalesi in tutto lo Sri Lanka all’indomani della morte di Prabhakaran e della sconfitta dell’LTTE mostrano l’odio nazionale per i Tamil coltivato dalle organizzazioni cingalesi e il punto fino a cui le menti dei comuni Cingalesi sono avvelenate da questa frenesia sciovinista.
Il complotto delle classi dominanti cingalesi per occupare i territori Tamil è simile a quello dei leader sionisti d’Israele. I cingalesi alla ricerca di terra ora colonizzeranno le aree Tamil. L’intera demografia della regione è destinata a cambiare. Il terreno rimane fertile per la rinascita della lotta di liberazione Tamil.
Anche se richiederà del tempo, la guerra per un Tamil Eelam indipendente è destinata a risorgere, imparando dalla sconfitta dell’LTTE. Adottando un punto di vista e una ideologia proletaria, adottando nuove tattiche e costruendo il fronte unito più ampio di tutte le forze nazionaliste e democratiche, è possibile raggiungere la liberazione della nazione oppressa dei Tamil. Le forze maioste sono diventate abbastanza forti per provvedere alla leadership e dare una corretta direzione e un orientamento antimperialista a questa lotta per ottenere una Repubblica Democratica Popolare del Tamil Eelam. Solo così si può ottenere l’autentica liberazione della nazione Tamil in Sri Lanka.
D: E’ vero che avete inizialmente ricevuto addestramento militare dall’LTTE?
R: No, questo non è mai successo. Abbiamo già chiarito questo punto diverse volte in passato.
D: Ma uno dei vostri vecchi comandanti mi ha detto che alcuni ex-quadri dell’allora Gruppo Guerra Popolare avevano ricevuto addestramento militare e altro sostegno dall’LTTE.
R: Lasciatemi ribadire che non c’è relazione alcuna tra il nostro partito e l’LTTE. Abbiamo provato diverse volte a stabilire rapporti con l’LTTE, ma la loro dirigenza era riluttante ad avere rapporti con i maoisti indiani. Per cui, non è mai successo che abbiamo ricevuto addestramento dall’LTTE. Nonostante ciò, abbiamo continuato a sostenere la lotta per il Tamil Eelam. Tuttavia, alcune persone che erano uscite dall’LTTE sono entrate in contatto con noi e abbiamo ricevuto il loro aiuto sottoforma di addestramento alla fine degli anni ottanta.
D: Il vostro partito ha legami con Lashkar-e-Taiba o altri gruppi islamici militanti collegati al Pakistan?
R: No. Assolutamente no. Questa è solo propaganda maligna e calcolata diffusa dagli ufficiali di polizia, dai burocrati e dai leader dei partiti reazionari per diffamarci e di conseguenza giustificare la loro offensiva crudele contro il movimento maoista. Diffondendo la bugia che il nostro gruppo avrebbe legami con gruppi legati all’ISI pakistano [uno dei servizi d’informazione militari pakistani, considerato vicino ai gruppi “qaedisti”, NdT], i leader reazionari del nostro paese vogliono dimostrare che anche noi siamo terroristi e presentare come legittima la loro feroce campagna di terrore contro i maoisti e la popolazione nelle aree delle rivolte contadine armate. Il tentativo di dimostrare il coinvolgimento di una mano straniera in ogni lotta giusta e democratica, l’etichettare come traditori del Paese chi combatte per la liberazione degli oppressi, fanno parte della guerra psicologica dei leader reazionari.
D: Qual è la posizione del vostro partito riguardo ai movimenti jihadisti islamici?
R: Gli odierni movimenti jihadisti islamici sono frutto delle aggressioni imperialiste, degli interventi imperialisti, delle politiche ricattatorie, dello sfruttamento e della distruzione dei paesi arabi e islamici ricchi di petrolio in Asia Occidentale, Afghanistan, Pakistan, Somalia, eccetera, soprattutto da parte degli Stati Uniti, e della persecuzione dell’intera comunità religiosa musulmana. In accordo coi loro piani di egemonia mondiale, gli imperialisti, soprattutto statunitensi, hanno incoraggiato e sostenuto ogni spudorata guerra d’aggressione lanciata dal loro stato fittizio d’Israele.
Il nostro partito si oppone con fermezza a ogni attacco contro i paesi arabi e islamici e la comunità musulmana in generale nel nome della “guerra al terrore”. In effetti, il fondamentalismo religioso islamico è incoraggiato e favorito dagli imperialisti finché serve i loro interessi — come in Arabia Saudita e altri paesi del Golfo, e in Kuwait, Afghanistan, Iraq, Pakistan.
D: Ma cosa mi dice degli attacchi portati dai cosiddetti jihadisti contro persone innocenti, come è successo a Bombay il 26 novembre (2008)?
R: Vede, i movimenti jihadisti islamici hanno due aspetti: uno è il loro aspetto antimperialista, l’altro è il loro aspetto reazionario nelle questioni sociali e culturali. Il nostro partito appoggia la lotta dei paesi e del popolo musulmano contro l’imperialismo, ma critica e si batte contro l’ideologia reazionaria e la visione sociale del fondamentalismo islamico. Solo una leadership maoista può fornire un corretto orientamento antimperialista e ottenere l’unità di classe tra musulmani e persone di altre confessioni religiose. L’influenza dell’ideologia e della leadership fondamentalista islamica diminuirà con l’accrescersi dell’influenza dei comunisti rivoluzionari e di altre forze democratiche e laiche sulle masse musulmane. Come comunisti rivoluzionari, cerchiamo sempre di ridurre l’influenza della ideologia reazionaria oscurantista di religiosi e mullah sulle masse musulmane, pur unendoci alla lotta di tutti coloro che combattono il comune nemico dei popoli del mondo — ovvero l’imperialismo, e in particolare l’imperialismo USA.
D: Come percepite i cambiamenti nella politica statunitense ora che Barack Obama è succeduto a George Bush?
R: Innanzitutto, bisognerebbe vivere nel paese dei balocchi per pensare che ci sarà un qualsiasi cambiamento significativo nella politica americana, interna o estera, ora che Barack Obama è succeduto a George Bush. E in verità, le politiche di sicurezza nazionale e affari esteri perseguite da Obama negli ultimi otto mesi dimostrano una sostanziale continuità con quelle del suo predecessore. La giustificazione ideologica e politica di queste scelte autoritarie in politica interna e aggressive in politica estera è la stessa spazzatura portata avanti dall’amministrazione Bush: la cosiddetta “guerra globale al terrore”, basata su calunnie e menzogne spudorate. Peggio ancora, la politica è divenuta ancora più aggressiva sotto Obama con il suo piano di estendere la guerra d’aggressione a guida USA in Afghanistan al territorio pakistano. Le mani di questo nuovo assassino in capo del branco di lupi imperialisti sono già macchiate del sangue di centinaia di donne e bambini crudelmente assassinati negli incessanti attacchi missilistici dei droni Predator in Afghanistan e Pakistan. E, all’interno degli stessi Stati Uniti, continuano senza soluzione di continuità i salvataggi di banche e imprese a favore della élite corporativa e gli attacchi ai diritti umani e democratici dei cittadini americani.
I popoli e le nazioni oppresse del mondo stanno ora affrontando un nemico ancora più potente e pericoloso, nella forma di un presidente afroamericano a capo del gendarme mondiale e della più potente macchina militare esistente. Il popolo di tutto il mondo dovrebbe unirsi per lanciare una lotta più irriducibile, più militante e più coerente contro i predoni americani guidati da Barack Obama, e impegnarsi a sconfiggerli per inaugurare un mondo di pace, stabilità e vera democrazia.
D: Come considerate gli attuali sviluppi in Nepal?
R: Non appena il Partito Comunista del Nepal (Maoista) [CPN(M)] è andato al potere in Nepal attraverso la via parlamentare, in alleanza con i partiti compradori e feudali, abbiamo messo in guardia dal grave pericolo di un intervento espansionista indiano ed imperialista in Nepal e avvertito che avrebbero tentato in ogni possibile modo di rovesciare il governo guidato dal CPN(M). Fino a quando Prachanda non ha sfidato le direttive del governo indiano, è stato permesso loro di continuare, ma quando il governo ha iniziato ad andare contro all’egemonia indiana, è stato immediatamente fatto cadere. Il CPN-UML (Partito Comunista del Nepal – Unificato Marxista Leninista) ha ritirato l’appoggio al governo guidato da Prachanda dietro consiglio degli imperialisti americani e degli espansionisti indiani. Non abbiamo condiviso la linea di transizione pacifica seguita dall’UCPN(M) [Unified Communist Party of Nepal (Maoist), il partito nato dalla fusione del CPN(M) e del Communist Party of Nepal (Unity Centre – Masal) avvenuta nel gennaio 2009, NdT] in nome della tattica. Abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta all’UCPN(M). E’ stata diffusa nel luglio 2009.
In quella lettera abbiamo chiarito la posizione del nostro partito. Abbiamo sottolineato che l’UCPN(M) ha scelto di riformare lo stato esistente attraverso un’assemblea costituente eletta e una repubblica democratica borghese anziché seguire l’interpretazione marxista-leninista che prevede l’abbattimento del vecchio stato e la creazione di uno stato proletario. Quello sarebbe stato il primo passo verso l’obiettivo di arrivare al socialismo tramite la trasformazione radicale della società e di tutti i rapporti oppressivi di classe. E’ davvero una grande tragedia che l’UPCN(M) abbia scelto di abbandonare la via della guerra popolare prolungata e di perseguire una via parlamentare nonostante avesse il controllo di fatto della maggior parte del territorio.
E’ confortante sapere che una parte della dirigenza dell’UCPN(M) ha cominciato a combattere le posizioni revisioniste assunte dal compagno Prachanda e da altri. Date le grandi tradizioni rivoluzionarie dell’UCPN(M), speriamo che questa lotta interna al partito finirà col ripudiare la linea opportunista di destra seguita dalla sua dirigenza, coll’abbandonare le pratiche e le posizioni revisioniste, e con l’applicare creativamente l’intelligenza alle condizioni concrete del Nepal.
D: Di recente, il vostro partito ha subìto gravi perdite di dirigenti a livello centrale e statale. Inoltre, è diffusa l’opinione che alcuni degli storici leader maoisti, lei compreso, siano diventati ormai vecchi e soffrano di gravi malattie, il che viene anche citato come una delle ragioni dell’abbandono di alcuni leader. Qual è l’effetto delle perdite e degli abbandoni sul movimento? Come state affrontando i problemi derivati dalla vecchiaia e dalla malattia?
R: (sorride) Questo tipo di propaganda viene portato avanti continuamente, in particolare dallo Special Intelligence Branch (SIB) dell’Andhra Pradesh. Fa parte della guerra psicologica lanciata dagli ufficiali d’intelligence e dai pezzi grossi della polizia allo scopo di confondere e demoralizzare i sostenitori del movimento maoista. E’ un dato di fatto che alcuni dei dirigenti del partito a livello centrale e statale potrebbero essere definiti anziani o pensionati secondo i criteri usati dal governo, ovvero, essi hanno oltrepassato la soglia dei sessant’anni. Tra qualche mese potrà chiamare pensionato anche me (sorride). Ma la vecchiaia e la cattiva salute non sono mai stati un serio problema per il nostro partito finora. Si vedono i “pensionati” del nostro partito lavorare per 16-18 ore al giorno e coprire lunghe distanze a piedi. In quando agli abbandoni, è una grossa bugia dire che essi siano stati in parte causati dalla vecchiaia e dalla malattia.
Quando Lanka Papi Reddy, un ex membro del nostro comitato centrale, si è dimesso all’inizio dello scorso anno, i media hanno sostenuto che sarebbero seguite altri abbandoni nel nostro partito per motivi di malattia. Ma il fatto è che Papi Reddy si è dimesso perché ha perduto la fede politica, insieme al suo orgoglio e al suo falso prestigio piccolo borghese. Perciò egli non era preparato ad affrontare il partito dopo che è stato retrocesso dal comitato centrale a causa del suo comportamento anarchico con una compagna.
Alcuni vecchi leader del nostro partito, come i compagni Sushil Roy e Narayan Sanyal, erano diventati un incubo per le classi dominanti anche quando avevano passato la sessantina. Per cui sono stati arrestati, torturati e imprigionati nonostante la loro età e la loro cattiva salute. Il governo sta facendo tutto il possibile per impedire che ottengano la libertà provvisoria. Anche chi è vecchio, nel nostro partito, continua a servire la rivoluzione facendo qualsiasi lavoro gli sia possibile. Per esempio, il compagno Niranjan Bose, che è recentemente deceduto all’età di novantadue anni, aveva continuato fino al suo martirio a portare avanti la propaganda rivoluzionaria. I leader socialfascisti avevano così tanta paura di questo rivoluzionario maoista novantenne, che l’avevano anche arrestato quattro anni prima. Questo è lo spirito dei rivoluzionari maoisti, e il potere dell’ideologia marxista-leninista-maoista che è la loro bandiera. Quando ci sono malattie serie, o limitazioni fisiche o mentali ad eseguire un lavoro normale, a questi compagni vengono affidati compiti adeguati.
D: Ma per quanto riguarda gli arresti e le uccisioni di alcuni dei vostri dirigenti storici, come intendete colmare tali perdite?
R: Be’, è un dato di fatto che abbiamo perso alcuni leader storici a livello statale e centrale negli ultimi quattro o cinque anni. Alcuni dirigenti sono stati arrestati in segreto ed assassinati nella maniera più vigliacca. Molti altri leader sono stati arrestati e messi dietro alle sbarre nel passato recente nel Jharkhand, nel Bihar, nel Chhattisgarh, nell’Orissa, nel Bengala Occidentale, nel Maharashtra, nel Haryana e in altri stati. La perdita di dirigenti avrà un grave impatto sul partito e sull’insieme della rivoluzione indiana. Stiamo regolarmente riesaminando le ragioni delle perdite e ideando metodi e mezzi per prevenire ulteriori perdite. Ad esempio adottando metodi di funzionamento strettamente segreti e una strutturazione clandestina a prova di stupido, rafforzando la nostra base di massa, la vigilanza e l’intelligence locali, distruggendo i network d’intelligence nemici e studiando i loro piani e le loro tattiche, speriamo di prevenire ulteriori perdite. Allo stesso tempo, stiamo addestrando e preparando una nuova leadership rivoluzionaria a tutti i livelli per colmare le perdite.
D: Come definirebbe la fase attuale della guerra tra le vostre forze e quelle dello stato indiano?
R: La nostra guerra si trova in una fase di difesa strategica. Il alcune regioni abbiamo la meglio noi, mentre in altre ce l’ha il nemico. Complessivamente, le nostre forze hanno avuto un discreto successo nel portare avanti una serie di operazioni di controffensiva tattica contro il nemico nelle nostre zone di guerriglia negli ultimi anni.
E’ vero che il nostro partito ha subito serie perdite a livello di leadership, ma siamo stati anche in grado di infliggere serie perdite al nemico. In effetti, negli ultimi tre anni, le forze nemiche hanno subìto più perdite di quante ne abbiamo subite noi. Il nemico ha tentato con ogni mezzo a sua disposizione di indebolire, disgregare e schiacciare il nostro partito e movimento. Hanno provato con infiltrati ed informatori, speso somme enormi di denaro nel tentativo di comprare gli elementi deboli del campo rivoluzionario, e annunciato una serie di “incentivi per il reinserimento” e altri incentivi materiali per distogliere con l’inganno la gente dal campo rivoluzionario. Decine di miliardi di rupie sono stati stanziati per la modernizzazione della polizia, l’addestramento e il reclutamento di nuovi commando; per aumentare gli effettivi dell’esercito dello stato centrale; per addestrare le forze centrali e statali nella guerra di controinsurrezione; e per costruire strade, reti di comunicazione e altre infrastrutture per permettere il rapido movimento delle loro truppe nelle nostre zone di guerriglia. Lo stato indiano ha organizzato gruppi armati di vigilantes e ha fornito il suo totale appoggio alle indescrivibili atrocità commesse da queste bande armate a danno della popolazione. La guerra psicologica contro i maoisti è stata portata a livelli inauditi.
Ciononostante, abbiamo continuato a fare grandi passi avanti, abbiamo consolidato il partito e i comitati popolari rivoluzionari a vari livelli, rafforzato il PLGA qualitativamente e quantitativamente, distrutto in diverse zone l’apparato d’intelligence del nemico, contrastato con successo la sporca guerra psicologica del nemico, e sventato i tentativi del nemico di disgregare e schiacciare il nostro movimento. I successi da noi raggiunti in diverse controffensive tattiche in varie zone del paese recentemente, i movimenti militanti di massa in diversi stati, soprattutto contro gli spostamenti forzati di popolazione ed altre questioni vitali per la popolazione, le iniziative prese dai nostri governi popolari rivoluzionari in varie sfere — tutto ciò è stato di grande impatto sulla popolazione, ed ha demoralizzato le forze nemiche. Ci sono resoconti di diserzioni e insubordinazioni da parte dei soldati posizionati nelle zone controllate dai maoisti. In diversi hanno rifiutato di essere addestrati alla controguerriglia o di essere assegnati alle nostre zone, e sono stati sospesi. Questa tendenza si rafforzerà con l’ulteriore avanzata della nostra guerra popolare. Complessivamente, l’influenza del nostro partito si è accresciuta ed ora esso è riconosciuto come l’unica vera alternativa disponibile per il popolo.
D: Quando durerà questa fase di difesa strategica, con lo stato centrale pronto all’attacco frontale?
R: L’attuale fase di difesa strategica durerà ancora per qualche tempo. E’ difficile prevedere quando tempo ci vorrà per superare questa fase ed entrare in quella di equilibrio strategico o di stallo strategico. Dipende dalla trasformazione delle nostre zone di guerriglia in zone base, dalla creazione di ulteriori zone di guerriglia e di resistenza attraverso il paese, dallo sviluppo del nostro PLGA. Con la crisi che continua ad intensificarsi ad ogni livello a causa delle politiche antipopolari dei governi filoimperialisti e pro-feudali, la crescente frustrazione e rabbia delle masse che risulta dalle politiche rapaci di rapina delle classi dominanti reazionarie, siamo certi che vaste masse di popolazione si uniranno ai ranghi dei rivoluzionari e porteranno la rivoluzione indiana a un nuovo livello.
(Fine)
* Intervista esclusiva rilasciata il 17 ottobre 2009 alla rivista indiana Open Magazine.
Traduzione a cura del Campo Antimperialista