Prima o poi doveva venire fuori: a Falluja nascono bambini deformi. La città dell’ovest dell’Iraq, devastata nel 2004 da due offensive delle forze Usa – la seconda delle quali, nel mese di novembre, la distrusse quasi completamente, provocando moltissime vittime fra i civili – va ad aggiungersi all’elenco dei luoghi in cui l’utilizzo di armi proibite potrebbe essere responsabile di morti e malformazioni fra i nuovi nati.

 

La notizia in un reportage appena pubblicato sul sito del Guardian, corredato di video e “foto gallery”: Martin Chulov, inviato a Baghdad del quotidiano britannico, è andato a Falluja, e scrive che, in quella che è stata una zona di guerra, si registra un aumento anomalo di malformazioni congenite, e di tumori, fra i bambini – fino al 15%, secondo i medici del posto. Che ipotizzano che possa essere collegato ai materiali tossici rimasti dopo le operazioni militari contro la città. E che negli ultimi mesi hanno iniziato a compilare cartelle cliniche dettagliate su tutti i nuovi nati.

Il catalogo degli orrori è quello già registrato da parecchi anni nel sud dell’Iraq – a Bassora e non solo: bimbi nati con due teste, altri che hanno tumori multipli, altri ancora con problemi al sistema nervoso: tutti casi senza precedenti, e inspiegabili, secondo i neurologi e gli ostetrici intervistati dal giornale.

“Stiamo vedendo un aumento molto significativo delle anomalie del sistema nervoso centrale”, dice il dr. Ayman Qais, direttore dell’Ospedale generale di Falluja. “Prima del 2003, le malformazioni nei neonati che vedevo erano sporadiche. Adesso la loro frequenza è aumentata in modo sorprendente”.

E continua ad aumentare, a detta del medico iracheno: da due ricoveri ogni 15 giorni di un anno fa, si è passati agli attuali due al giorno. Qais dice che la maggior parte di queste malformazioni riguardano la testa e il midollo spinale, ma ce ne sono anche molte degli arti inferiori. “Inoltre, c’è un aumento molto marcato nel numero dei casi di tumore cerebrale in bambini di età inferiore a due anni”.

Petizione all’Assemblea Generale dell’Onu

Naturalmente, per saperne di più, bisognerebbe indagare: così un gruppo di funzionari, iracheni e britannici, di cui fanno parte, fra gli altri, Nawal al Samarra’ie, già ministro (donna) iracheno per le questioni femminili, assieme a David Halpin e Chris Burns-Cox, due medici britannici, hanno inviato una petizione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, chiedendo che a indagare – in modo esaustivo – sia una commissione indipendente. Che possa anche contribuire a ripulire la zona dai materiali tossici lasciati dalle guerre.

Il Guardian ha chiesto a una pediatra del posto, Samira Abdul Ghani, di tenere una documentazione precisa su un arco di tre settimane, a partire dall’11 ottobre: i risultati mostrano che in questo periodo sono nati 37 bambini con gravi malformazioni, molte delle quali riguardano difetti del tubo neurale, solo nell’Ospedale generale di Falluja.

Sui tumori i medici ci vanno più cauti: dato che di solito essi si manifestano mesi o anni dopo la nascita, per il momento non vogliono quantificare.

Il primario del reparto pediatrico dell’ospedale, dr. Bassam Allah, questa settimana ha chiesto che esperti internazionali prelevino campioni di terreno nelle varie zone di Falluja, e che ci sia una indagine condotta da scienziati per stabilire le cause di quanto sta accadendo.

“E’ come dopo Hiroshima”

“Mi creda, adesso è come se stessimo curando pazienti subito dopo Hiroshima”, dice il medico al giornale britannico.

Potrebbe trattarsi di effetti di sostanze chimiche o radioattive: un aumento anomalo di tumori infantili si registra da parecchi anni nel sud dell’Iraq, attorno a Bassora, dove si parla di possibili effetti dell’uranio impoverito – utilizzato in maniera massiccia nel corso della prima Guerra del Golfo, nel 1991. Anche a Najaf, dove ci sono stati intensi combattimenti nel 2004, i tumori infantili stanno aumentando.

I medici di Falluja intervistati dal Guardian non si sbilanciano – almeno per adesso: nessun collegamento diretto causa-effetto con gli attacchi devastanti subiti dalla città irachena nell’aprile e nel novembre 2004. Preferiscono parlare di fattori multipli che, messi assieme, potrebbero essere responsabili dell’ aumento inspiegabile di malformazioni e tumori fra i bambini.

Armi proibite

“Inquinamento dell’aria, radiazioni, sostanze chimiche, uso di farmaci durante la gravidanza, malnutrizione, o la condizione  psicologica da parte delle madri”, sono i fattori elencati dal dr. Qais, che sottolinea: “Semplicemente, le risposte ancora non le abbiamo”.

Resta il fatto che, nel corso delle due offensive militari scatenate dalle forze Usa contro la città irachena, in particolare quella, devastante, del novembre 2004, sono state usate armi proibite – fra queste il “fosforo bianco”. Un utilizzo che lo stesso Pentagono è stato costretto in seguito ad ammettere.

Sul governo di Baghdad, a Falluja non ci contano molto: il ministero della Sanità, in particolare, pur avendo finanziato interamente la costruzione del nuovo Ospedale generale, è inefficiente, e non sarebbe in grado di coordinare una risposta a quella che è una situazione sempre più grave.

E’ per questo che nella città irachena i funzionari chiedono l’aiuto della comunità internazionale.

Finora c’è stata riluttanza a rivolgersi all’estero, persino nel campo scientifico, “ma adesso abbiamo superato quel punto”, dice il dr. Salah. “Ogni giorno faccio interventi multipli. Ho un solo assistente, e sono costretto a fare tutto da solo”.


Fonte
: Osservatorio Iraq, 14 novembre 2009