Stati Uniti: una giustizia da Repubblica delle Banane

Un avvocato resterà  in galera per più di due anni per aver sfidato le norme speciali sui sospettati di terrorismo.
Le persone NON sono uguali davanti alla legge degli Stati Uniti.
Libertà per Lynne Steward!

Lynne Stewart è stata mandata in carcere il 19 novembre 2009. Tanta gente negli Stati Uniti e in tutto il mondo riconosce che questo è un grande fallimento della giustizia.

 

La sua imputazione è stata un autentico oltraggio, come pure la sua condanna. E’ un crimine il fatto stesso che questa settantenne, avvocata veterana dei diritti civili, sia stata mandata in galera. Ora sta scontando una condanna a 28 mesi, anche se la Corte d’Appello ha rinviato il suo caso alla prima corte, con la speranza che la condanna venga allungata. Infatti il dipartimento della Giustizia dell’amministrazione Bush aveva chiesto un condanna a ben 30 anni.

Brian Becker, il coordinatore nazionale della Coalizione ANSWER, ha dichiarato: “Lynne Stewart  deve essere messa in libertà; la sua condanna fa parte di una guerra in corso contro i diritti civili e soprattutto contro la comunità arabo – americana e musulmana. Con la sua carcerazione il governo invia un chiaro e preciso messaggio a tutti gli avvocati del paese: Non difendete arabi o musulmani.”

Nelle ultime settimane negli Stati Uniti il governo ha confiscato diverse moschee; contemporaneamente ha piazzato agenti provocatori, ha pianificato operazioni sotto copertura e effettuato omicidi firmati FBI a danno della comunità musulmana americana e dei suoi leader.

L’aspetto ironico e ipocrita della carcerazione di Lynne Stewart non può essere trascurato. Questo ammirevole avvocato difensore dei diritti civili, che sta lottando contro il cancro, è stato spedito in prigione, mentre i procuratori di Bush, che hanno autorizzato e ordinato le più sadiche torture, occupano posti comodi come professori di diritto e lavorano come giudici federali. Sono loro che dovrebbero essere radiati dall’albo, processati e mandati in galera.

La Coalizione ANSWER sta preparando importanti iniziative di protesta sulla guerra in Afghanistan e in Iraq per sabato 20 marzo 2010. Chiederemo anche la fine della persecuzione e della repressione delle comunità arabe e musulmane. Lynne Stewart ha marciato con noi e negli anni passati ha parlato durante queste importanti proteste. A dispetto della minaccia del carcere che le pendeva sul capo, Lynne Stewart ha sempre sfilato in difesa degli altri, in particolar modo del popolo iracheno, del popolo afgano e di quello palestinese.

Il prossimo 20 marzo 2010 le persone che protesteranno chiederanno anche la libertà di Lynne Stewart!

Coalizione ANSWER

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Lynne Stewart si racconta

Quello che segue è un estratto da un’intervista che Lynne Stewart ha rilasciato a Pacifica’s Democracy Now proprio prima della sua carcerazione, dove illustra gli aspetti fondamentali del suo caso.

Lynne Stewart: Io ho difeso Sheikh Omar nel processo – svoltosi nel 1995 – insieme con Ramsey Clark e Abdeen Jabara. Ero a capo del collegio di difesa. Venne condannato nel settembre del 1995 alla prigione a vita più un centinaio di anni, o qualcosa del genere, con una delle solite sentenze stravaganti. Tutti noi tre abbiamo continuato ad andarlo a trovare mentre era in prigione – egli era nostro cliente per ragioni politiche, il che vuol dire che era preso di mira dal governo – anche perché per i detenuti è molto importante poter parlare con i loro avvocati.

Una volta nel 1998, credo fosse quell’anno, gli imposero pesanti restrizioni. Nel senso che le sue possibilità di comunicare con l’esterno, di rilasciare interviste, persino di poter telefonare alla famiglia, furono limitate mediante le cosiddette misure speciali amministrative. Agli avvocati fu chiesto di firmare per presa visione di queste misure e vennero avvisati che se non le avessero osservate avrebbero potuto perdere davvero i contatti con il loro cliente. In altre parole, sarebbero stati rimossi dal suo caso.

Nel 2000 andai a trovarlo ed egli mi chiese di fare una dichiarazione alla stampa. Questo comunicato aveva a che fare con la corrente situazione di un’organizzazione che, a quel punto, era praticamente morta, la Gama’a al – Islamiyya. Io ho acconsentito alla richiesta. Nel maggio del 2000, ma forse anche dopo,  feci la dichiarazione alla stampa.

Un fatto abbastanza interessante: abbiamo scoperto solo in seguito che l’amministrazione Clinton, con Janet Reno (all’epoca segretario del dipartimento della Giustizia, n.d.t.), aveva la possibilità di perseguirmi ma scelse di non farlo, basandosi sull’assunto che senza avvocati come me, o il compianto Bill Kunstler o tanti altri che potrei ricordare, la causa della giustizia non verrebbe ben servita. Hanno bisogno di tafani.

Sicchè, in ogni caso, mi hanno fatto firmare l’accordo per cui non lo avrei fatto di nuovo. Non mi impedirono di rappresentarlo e io ho continuato a farlo.

Avvenne solo dopo l’11 settembre, nell’aprile del 2002, che John Ashcroft venne a New York, annunciò la mia incriminazione, quella del mio collaboratore e quella dell’interprete di quell’occasione per favoreggiamento materiale di un’organizzazione terrorista.
Una nota a margine della questione, naturalmente, è che quella notte Ashcroft è apparso con Letterman in televisione in tutta la nazione strombazzando il gran lavoro incriminatorio fatto dal dipartimento della Giustizia di Bush per rendere il mondo sicuro dal terrorismo.

Ecco il corso che ha avuto il caso. Nel 2005 abbiamo sottoposto il caso a una giuria, riunita ovviamente non a dieci isolati dal World Trade Center, e una giuria anonima, mi permetto di aggiungere, che ritengo abbia fatto molta strada per contribuire alle nostre condanne. E tutti e tre siamo stati condannati. Da allora, è seguito il processo d’appello. L’appello è stato discusso ormai due anni fa, e il giudizio è arrivato, proprio come un fulmine a ciel sereno. E per metterlo nella giusta prospettiva, io penso che segua pesantemente la scia dell’annuncio di Holder (attuale segretario alla Giustizia, n.d.t.), relativo al fatto che si stanno portando uomini da Guantanamo a New York per processarli.

Per inviare lettere a Lynne scrivere a:
Lynne Stewart
53504-054
MCC-NY
150 Park Row
New York, NY NY 10007

 

Traduzione a cura del Campo antimperialista