Un appello da Gaza
Gaza, 20 dicembre 2009
Questa settimana segna un anno da quando Israele ha iniziato il suo attacco alla Striscia di Gaza: un anno da quando le bombe al fosforo, altre bombe ed armi di morte e distruzione sono state scatenate sulla popolazione civile indifesa. Un anno da quando la gente del mondo ha chiesto che Israele cessi il suo attacco su Gaza.
In questa guerra di aggressione contro la Striscia di Gaza occupata, molti dei nostri civili sono stati massacrati dai bombardamenti indiscriminati di Israele, condannati dagli esperti delle Nazioni Unite e dalle principali organizzazioni per i diritti umani come crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Questa aggressione ha provocato più di 1.440 palestinesi morti, prevalentemente civili, dei quali 431 erano bambini. Altri 5.380 palestinesi sono stati feriti. Noi, 1.500.000 palestinesi nella Striscia di Gaza assediata, di cui la stragrande maggioranza sono profughi che vennero espulsi violentemente dalle loro case dalla forze sioniste nel 1948, siamo stati sottoposti a tre settimane di implacabile terrore di stato israeliano, per cui gli aerei da guerra israeliani miravano sistematicamente alle aree civili, hanno ridotto interi quartieri e infrastrutture vitali in macerie e hanno parzialmente distrutto decine di scuole, tra le quali alcune gestite dalle Nazioni Unite, dove i civili si erano rifugiati. Questo è accaduto dopo 18 mesi di persistente, paralizzante, mortale ed impenetrabile assedio israeliano di Gaza, una grave forma di punizione collettiva descritta da John Dugard, inviato speciale dell’ONU per i diritti umani, come “preludio al genocidio”.
La guerra contro Gaza è stata predicata e sostenuta da generali e politici israeliani. Matan Vilnai, ex vice ministro della Difesa di Israele, disse alla Radio dell’Esercito durante l’ “Operazione Inverno Caldo” (il 29 febbraio 2008): “Essi causeranno a se stessi una più grande shoa, perché noi useremo tutte le nostre forze per difenderci.”
Nei giorni successivi a questa affermazione, 107 palestinesi, di cui 28 bambini, furono uccisi. La comunità internazionale non prese alcun provvedimento. Questa inerzia, seguita dalle dichiarazioni europee sulle intenzioni di aumentare gli accordi commerciali con Israele, è servita da semaforo verde per le atrocità che sono state commesse nel gennaio 2009.
Ma l’attacco a Gaza non è ancora finito: noi, i palestinesi di Gaza, stiamo ancora vivendo con le nostre ferite fisiche, mentali ed emotive. I nostri corpi non possono guarire perché le medicine di cui abbiamo bisogno non sono ammesse dentro la Striscia di Gaza. Le nostre case non possono essere ricostruite e l’acciaio e il calcestruzzo rovinati non possono venir rimossi perché i camion e i bulldozer che li possono rimuovere non possono entrare nella Striscia di Gaza.
Mai prima di ora ad una popolazione erano stati negati i mezzi necessari basilari per la sopravvivenza, secondo una deliberata politica di colonizzazione, occupazione ed apartheid; ma questo è ciò che Israele sta facendo al popolo di Gaza oggi: 1.500.000 persone vivono senza una sicura fornitura di acqua, cibo, elettricità, medicine, e quasi la metà è costituita da bambini sotto i 15 anni.
Questo è un lento genocidio senza precedenti nella storia umana.
All’inizio di questo mese Ronnie Kasrils, ex ministro dell’Intelligence sudafricano e membro dell’ANC (African National Congress, il partito politico di N. Mandela protagonista della lotta contro l’apartheid in Sud Africa, n.d.t.), ha detto in Gran Bretagna che ciò che Israele sta facendo ai palestinesi è molto peggio di quello che fu fatto ai neri nel Sud Africa dell’apartheid. E l’ex presidente americano Jimmy Carter ha detto, nella sua visita a Gaza, che il popolo palestinese intrappolato a Gaza viene trattato “come le bestie”.
Il popolo di Gaza ha bisogno del vostro sostegno per mettere fine all’assedio. Più di 1.400 attivisti internazionali da più di 42 paesi saranno a Gaza il 31 dicembre. Essi marceranno con noi per esigere che Israele levi subito e permanentemente l’assedio. Vi chiediamo di manifestare la vostra solidarietà con Gaza nello stesso giorno: ovunque voi siate, organizzate una protesta, un corteo o una raccolta di firme nel vostro paese.
A Gaza ci sono 1.500.000 persone: vogliamo vedere 1.500.000 persone in tutto il mondo che ci sostengono nelle nostre richieste allo stato israeliano.
Abbiamo bisogno di voi per mostrare ad Israele che abbiamo una comune umanità; che voi guardiate ciò che esso fa e che non lo tollererete, perché il silenzio è complicità.
Abbiamo bisogno di voi per mostrare ad Israele, il prossimo 31 dicembre, che non c’è posto per il suo tipo di vendita di guerra e di barbarie nel mondo e che la gente del mondo lo rifiuta.
Abbiamo bisogno di voi per mostrare a noi, popolo di Gaza, che voi ricordate l’orrore che affrontiamo ogni giorno, e che voi siete con noi mentre noi combattiamo contro l’apartheid israeliano, macchina per uccidere.
Gaza, 20 dicembre 2009
Firmato da:
Academic Sector
Boycott National Committee
PNGO (Civil Society Sector)
Labor Sector
Women’s Sector
Students’ Sector
Youth Sector