Sabato 16 gennaio manifestazione a Livorno

Il Campo Antimperialista aderisce ed invita a partecipare alla manifestazione di sabato prossimo a Livorno di cui pubblichiamo l’appello di convocazione.
Questa iniziativa è importante per denunciare la gravità della situazione carceraria, per mantenere viva la mobilitazione sui casi – sempre più frequenti – di pestaggi ed uccisioni nelle carceri italiane. Carceri strapiene che si è voluto rendere ancora più disumane, secondo una precisa logica repressiva che va avanti da anni e che oggi si vuole addirittura accentuare in previsione dei conflitti sociali che la crisi è destinata a provocare. E’ in questo contesto, nel quale il ministro della giustizia si è lasciato sfuggire la previsione di un ulteriore aumento del 30% del numero dei carcerati, che va inquadrata la stessa decisione, assunta ieri dal governo, di varare un piano di edilizia carceraria che prevede la costruzione di 47 nuovi padiglioni e di 18 nuovi penitenziari.

Appello per la Manifestazione del 16 Gennaio a Livorno contro le uccisioni in carcere

Concentramento in piazza della Repubblica alle ore 10

Invitiamo alla partecipazione al corteo contro le morti in carcere, che si terrà Sabato 16 Gennaio a Livorno, concentramento ore 10 Piazza della Repubblica.
In Italia esiste una emergenza democratica: sono in ballo diritti fondamentali come quello di sciopero, che il Governo si appresta a cancellare; nel settore dei trasporti ed in tutti gli altri ambiti
lavorativi i diritti dei lavoratori sono messi in causa. 
 
Una emergenza democratica non avvertita dalla cosiddetta opposizione parlamentare che di fatto è pronta a scendere a patti, e a farsi promotrice della revisione della Costituzione, revisione che cancellerà ogni riferimento all’antifascismo, alla Resistenza e alla centralità del lavoro.
In Italia registriamo sempre più incidenti e infortuni sul lavoro, precarietà e disoccupazione; parallelamente, sul piano repressivo, leggi emergenziali divenute, dagli anni settanta ad oggi, parte integrante del codice penale e civile. Tutto ciò a discapito delle libertà collettive e individuali, a discapito dei movimenti sociali che si oppongono a questo stato di cose, e per contenere in chiave repressiva le conseguenze disastrose della crisi.

Negli ultimi mesi registriamo arresti e denunce: operai in lotta per la difesa dei posti di lavoro, occupanti di casa che denunciano la crescente speculazione immobiliare, studenti che occupano scuole e università contro una riforma che smantella l’istruzione pubblica, antifascisti che manifestano contro xenofobia e razzismo; sempre più spesso sono queste le vittime della repressione ed i destinatari di provvedimenti restrittivi e di arresti.

Molti antifascisti, senza alcuna prova, sono detenuti o agli arresti domiciliari da mesi, contro di loro viene orchestrata una ignobile campagna mediatica che li dipinge come pericolosi sovvertitori dell’ordine sociale.
La situazione nelle carceri italiane non ha niente da invidiare a paesi come la Turchia. La mancata tutela di quanti si trovano nelle galere o in centri di detenzione, troppo spesso sottoposti a ogni genere di violenza e di sopruso, costretti a vivere in condizioni disumane, è una macchia indelebile
che segna il nostro Paese.

La mancata attuazione del Protocollo della Convenzione ONU contro la tortura (che prevede l’istituzione di organismi indipendenti di controllo e monitoraggio) ha tristemente accomunato tutti gli esecutivi succedutesi negli ultimi anni.

Attualmente sono oltre 20 mila i detenuti in eccesso rispetto alla capienza prevista nelle carceri, e la Magistratura di sorveglianza, come se non bastasse, riduce sempre più le misure alternative per le categorie di detenuti che ancora non ne sono esclusi. Misure alternative ed applicazione dell’art.27 della Costituzione da cui si vedono formalmente esclusi, ormai da quasi dieci anni, attraverso cavilli e regolamenti (come ad esempio l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario), tutti i condannati per reati considerati eversivi o di natura politica e più in generale per i reati di natura associativa (così come concepiti durante la dittatura fascista).

Negli ultimi anni si sono anche moltiplicati i casi di detenuti uccisi nelle carceri, vittime di pestaggi e di violenze.

La stragrande maggioranza dei responsabili di pestaggi ed uccisioni nelle carceri, nelle piazze o nelle caserme, sono sempre rimasti impuniti e coperti dall’omertà, talvolta premiati nella carriera come è accaduto per i fatti del G8 a Genova.

Il problema della repressione e delle uccisioni in carcere, lungi dall’essere un problema personale o di sola in-giustizia è prima di tutto un problema politico su cui tutti sono chiamati a prendere posizione ed a mobilitarsi.

Per queste ragioni crediamo importante una manifestazione come quella del 16 gennaio e chiediamo verità e giustizia per tutte le morti, le percosse, le violenze subite oltre le sbarre.
 
Chiediamo a viva voce la libertà degli antifascisti arrestati e chiamiamo tutte le realtà organizzate e le soggettività sensibili su questi temi a sostenere l’iniziativa del 16 mattina a Livorno.

Promuovono:
Coord.Antifascista Antirazzista Toscano
Osservatorio Sulla Repressione Prc

Hanno confermato la presenza:
 
MARIA CIUFFI per MARCELLO LONZI
HAIDI GIULIANI per CARLO GIULIANI
PATRIZIA ALDROVANDI per FEDERICO ALDROVANDI
ORNELLA GEMINI per NIKI APRILE GATTI
BIANZINO per ALDO BIANZINO
RITA CUCCHI per STEFANO CUCCHI
MARIA IANNUCCI per IAIO

INFORMIAMO ED INVITIAMO I FAMILIARI DELLE ALTRE VITTIME di STATO A PARTECIPARE ADERENDO