Chi ci segue sa che siamo per il diritto all’autodeterminazione dei popoli, tra cui quello ceceno. Sa anche che non siamo mai stati indulgenti con lo stragismo dei jihadisti salafiti. Qui sotto pubblichiamo il reportage di aljazeera sui recenti attacchi a Mosca e nel Daghestan.

da english.aljazeera.net

Doku Umarov, uno dei leader separatisti ceceni, in un video diffuso da un sito ribelle non ufficiale, ha rivendicato gli attentati suicidi nella metropolitana di Mosca che lunedì hanno ucciso almeno 39 persone.
Umarov, che si autodefinisce “emiro dell’Emirato del Caucaso”, ha detto nel video, pubblicato mercoledì su www.kavkazcenter.com di aver personalmente ordinato gli attentati e che questi continueranno.

Nel febbraio scorso Umarov rivendicò la paternità dell’attentato esplosivo sul treno passeggeri in viaggio tra Mosca e S.Pietroburgo avvenuto nel mese di novembre, avvertendo che “la guerra sta giungendo nelle loro città” e che “le zone delle operazioni militari saranno estese al territorio della Russia”.
Funzionari russi hanno in effetti accusato i combattenti separatisti musulmani del Caucaso del Nord per gli attentati di Mosca, i più sanguinosi avvenuti nella capitale russa da sei anni.

Neave Barker, corrispondente di Al Jazeera a Mosca, ha detto: “Doku Umarov è forse il numero uno della lista dei ricercati del Cremlino, tra le persone di più alto profilo tra i “signori della guerra” che operano fuori dalla tormentata regione. “Si sospetta che Umarov sia responsabile per l’assedio di Beslan nel 2004, ed è ricercato anche per una serie di altri attacchi”.


Altre esplosioni

Nella dichiarazione di Mercoledì, Umarov ha detto che le esplosioni a Mosca sono state un atto di vendetta per l’uccisione di civili da parte delle forze di sicurezza della Russia. Ha poi detto: “Vi prometto che la guerra verrà nelle vostre strade e la sentirete sulle vostre vite, sulla vostra propria pelle”.
Parlando ad Al Jazeera, Shamsuddin Botokayov, un rappresentante dell’ “Emirato del Caucaso”, ha dichiarato: “Il nostro emiro conferma questa operazione che è una risposta a ciò che i russi hanno fatto il mese scorso da noi uccidendo persone innocenti. (…) I russi continuano a fare stragi in Cecenia, la gente in Russia vede questi crimini in TV e non fa nulla al riguardo. Mentre noi le viviamo come una realtà. Ecco perché vogliamo portare la guerra per le strade e le case di Russia in modo che le persone possano assaggiare ciò che il nostro popolo sta subendo. (…) Il nostro emiro vuole che il popolo russo si svegli e dica a Putin e al suo governo di lasciare il Caucaso e tornare a casa. L’emiro dice che questo attacco non sarà l’ultimo, e che il prossimo sarà ancora più grande.”

Gli attentati in Daghestan

In precedenza, Mercoledì, almeno 12 persone sono state uccise e altre 18 ferite in due esplosioni nella regione del Nord Caucaso.
La prima esplosione è avvenuta nella città di Kizlyar nella provincia meridionale del Daghestan. Un’autobomba è stata fatta esplodere vicino a una scuola, uccidendo due agenti di polizia.
Rashid Nurgaliyev, ministro degli Interni della Russia, ha detto che la bomba è esplosa mentre la polizia cercava di fermare l’auto sospetta. Nurgaliyev ha precisato che un attentatore suicida, con indosso un’uniforme della polizia, si è fatto successivamente esplodere mentre la polizia e altri residenti si erano riuniti sul luogo della  prima esplosione. La maggior parte delle vittime erano poliziotti, hanno detto le autorità, tra cui il capo della polizia della città.
Si teme che gli attentati a Mosca e nel Daghestan siano l’inizio dei un’escalation della violenza.
Questa mattina i servizi di sicurezza federali hanno detto che le due donne kamikaze che si sono fatte esplodere a Mosca potrebbe essere un salto qualità e che ci sarebbe in giro un gruppo di 30 attentatori suicidi.
Il servizio di sicurezza russo ritiene che questo gruppo sia stato formato da un uomo di nome Said Buryatskiy, o Alexander Tikhomirov, noto signore della guerra ceceno, ucciso a sua volta all’inizio di marzo dalle forze speciali russe (per cui i recenti attacchi di Mosca potrebbero essere una vendetta per l’uccisione di uno dei loro principali comandanti sul campo).

Altre Violazioni

Il Caucaso del Nord, in particolare la Cecenia, sono stati, dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, il luogo di due guerre e di centinaia di attacchi violenti. La violenza si è diffusa dalla Cecenia alle regioni confinanti del Daghestan e dell’Inguscezia.
Parlando ad Al Jazeera, Magomed Mutsolgov, un attivista dei diritti umani in Inguscezia, ha dichiarato: “Ci saranno adesso, a causa di quanto accaduto in Daghestan, ma anche a Mosca, misure di sicurezza più severe, più controlli di polizia, più ritorsioni…In tutto il Caucaso del nord avremo più raid russi, e un sacco di controlli sulle persone sospette… Avremo nuove liste di morti e dispersi. Sono sicuro che ci saranno più violazioni, persecuzioni e disagi per le persone”.

Vladimir Putin, primo ministro della Russia, che condusse Mosca in una guerra sanguinosa contro i separatisti ceceni nel 1999, ha detto Martedì che coloro che stanno dietro gli attentati a Mosca saranno presi e tirati fuori “dal fondo della rete fognaria” in cui si nascondono.

Fonte: english.aljazeera.net del 1 aprile
(traduzione a cura della Redazione)