Ci chiedevamo ieri a quale formula astrusa sarebbe ricorso il Consiglio di sicurezza dell’Onu pur di attenuare la condanna dell’azione banditesca di Israele.
Ebbene, la risposta è arrivata questa mattina: l’Onu «condanna gli atti che hanno avuto come esito la perdita di vite di civili».

Insomma, c’è stata una strage ma manca il nome del responsabile.
C’erano forse altre navi militari nel tratto di mare in cui il massacro è avvenuto? Non è stato proprio lo stesso governo israeliano a rivendicare la propria azione assassina?
E non è forse acclarato che l’attacco è avvenuto in acque internazionali? Perché nessuna condanna di questa clamorosa violazione del diritto internazionale, anch’essa rivendicata dai criminali israeliani?
Per l’ennesima volta gli Stati Uniti, al di là delle divergenze tattiche e contingenti con Israele, hanno imposto la loro legge al Palazzo di vetro. Se tutto ciò non stupisce, tanta arroganza di fronte all’evidenza dei fatti chiarisce almeno quale sia la reale politica mediorientale di Barack Obama.

E che dire della vicenda delle centinaia di attivisti sequestrati ed imprigionati ad Ashod? E’ vero, l’Onu ne ha richiesto il rilascio, ma senza esprimere una chiara condanna di Israele.
Non siamo di fronte, anche in questo caso, ad un’azione brigantesca? Come qualificare diversamente la cattura di civili inermi in acque internazionali?
Domande ingenue? Forse, ma domande che non bisogna stancarsi di porre.
Quel che vale per l’Onu vale ovviamente per l’indecente governo italiano, quello che – come abbiamo sottolineato ieri – si è distinto come il più filo-sionista tra quelli europei.
Questa mattina il ministro degli esteri turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato che si consulterà con il collega Frattini, ricordando che «tra i prigionieri ci sono anche degli italiani di cui non si sa più nulla»… Insomma, per rammentare all’abbronzato ministro il sequestro di diversi cittadini italiani, c’è stato bisogno di una telefonata da Ankara…

Per quanto riguarda Angela Lano, la sua famiglia ha fatto sapere (citiamo da Infopal) che: «l’Unità di Crisi della Farnesina ha comunicato che sta bene ed è in stato di fermo da parte delle autorità israeliane, in un luogo imprecisato». E gli altri?
Quel che si sa è che delle 686 persone a bordo della Freedom Flotilla, 643 sono in stato di arresto, mentre altre 43 sono in procinto di essere espulse.
La maggioranza dei partecipanti alla Flottiglia ha infatti rifiutato l’espulsione, negando così qualsivoglia legittimità all’azione di Israele.
Ad Angela, ed a tutti gli altri attivisti arrestati, va la nostra solidarietà ed il nostro sostegno.