Asilo per i tre giovani baschi arrestati a Roma

“Chiediamo al governo italiano di bloccare l’estradizione e di concedere a Zurine, Fermin e Artzai l’asilo politico. Nei commissariati e nelle carceri spagnole la tortura dei detenuti politici è una pratica diffusa come denunciato più volte da Amnesty International, Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura e altre istituzioni internazionali e associazioni per i diritti umani”.

E’ la richiesta avanzata da alcune realtà sociali e politiche della sinistra dopo che sabato la Corte d’Appello di Roma ha confermato l’arresto per i 3 indipendentisti fermati giovedì scorso. Il giudice gli ha notificato l’ordine di cattura europeo spiccato dal giudice spagnolo Fernando Grande-Marlaska dopo che il 24 novembre erano sfuggiti a una maxi retata contro la gioventù basca di sinistra che si era conclusa con l’arresto di 34 attivisti. I tre imputati hanno respinto l’estradizione e ora la magistratura italiana ha circa 15 giorni per decidere. “Se fossero cittadini di un paese arabo o del Terzo mondo sarebbe più facile per un giudice italiano negare l’estradizione, ma trattandosi di un paese europeo…” sottolinea Maria Luisa D’Addabbo, uno dei tre avvocati (dell’Associazione Giuristi Democratici) che hanno assunto la difesa dei tre giovani attorno ai quali si è già creato spontaneamente un movimento di solidarietà trasversale che per i prossimi giorni annuncia iniziative pubbliche con il convolgimento di giuristi, giornalisti ed esponenti istituzionali.

“Nei confronti degli arrestati l’accusa è esclusivamente quella di appartenere a Segi, un’organizzazione giovanile di sinistra messa fuori legge nel 2007 da Madrid; ma nessun altro reato viene loro contestato, a conferma del carattere politico di quella che può essere considerata una persecuzione giudiziaria contro dei semplici attivisti” spiega la D’Addabbo che equipara il provvedimento della magistratura spagnola a quelli previsti in Italia dall’articolo 270 bis.

L’intenzione di Fermin Martinez Lacunza, Artzai Santesteban Arizkuren e Zurine Gogenola Goitia era quella di realizzare una conferenza stampa in Piazza Montecitorio. Ma ad incontrare i giornalisti non ci sono mai arrivati perchè mentre volantinavano nei pressi di Palazzo Chigi – ignari del fatto che a poca distanza si stava svolgendo una conferenza stampa del premier spagnolo Zapatero – sono stati fermati dalla Digos e i due ragazzi condotti a Regina Coeli mentre la ragazza è stata rinchiusa a Rebibbia.

“I tre giovani avrebbero potuto continuare a sfuggire all’ordine di cattura – dice l’avvocato Cesare Antetomaso – ma hanno scelto di esporsi al pericolo di essere arrestati pur di manifestare pubblicamente e pacificamente per difendere la richiesta che il conflitto tra popolo basco e Spagna sia risolto finalmente attraverso la via democratica e negoziale e non tramite la repressione”. I ragazzi stavano volantinando e avevano inviato a numerosi giornalisti un testo che ribadisce le richieste contenute in un manifesto già firmato nei mesi scorsi da diversi collettivi e forze politiche di tutta Europa: la difesa del diritto dei giovani ad organizzarsi e partecipare alla vita politica senza essere criminalizzati; la fine della tortura e dell’impunità per i torturatori, l’avvio di un processo di pace giusto, democratico e che porti alla cessazione di ogni forma di violenza attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini.

Le stesse rivendicazioni che già il 29 maggio avevano portato parecchie centinaia di giovani baschi a manifestare a Bruxelles, davanti alle sede delle istituzioni comunitarie, accompagnati da consistenti delegazioni provenienti da altri paesi europei, Italia compresa.

Nei prossimi giorni a Roma arriveranno le famiglie dei tre arrestati – attualmente sottoposti ad un isolamento quasi completo – e con loro alcuni avvocati delle associazioni basche per la difesa dei diritti umani. Se i tre giovani venissero consegnati a Madrid, rischierebbero di essere condannati, esclusivamente per reati d’opinione, a pene dai 6 ai 12 anni di carcere. Una vera enormità.

Radio Città Aperta – Roma