Le riflessioni del compagno Fidel sui rischi dell’attacco contro l’Iran

Anche Fidel Castro prevede tempesta.

Lo si evince chiaramente da questo suo scritto del 7 luglio, in cui alterna curiosamente le riflessioni sulla crisi iraniana ad alcune annotazioni sui mondiali di calcio.

Ho promesso che sarei l’uomo “più felice del mondo se mi sbagliassi” e disgraziatamente la mia felicità durerebbe molto poco.
Non si è ancora conclusa la Coppa del Mondo di Calcio. Mancano ancora sei giorni alla finale.
Che straordinaria opportunità si perderanno quindi l’impero yankee e lo Stato fascista d’Israele per mantenere appartate le menti della stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta dai loro problemi fondamentali!

Chi avrà notato i sinistri piani dell’impero nei riguardi dell’Iran ed i suoi grossolani pretesti per aggredirlo?
Allo stesso tempo mi domando: che cosa ci fanno per la prima volta le navi da guerra israeliane nei mari del Golfo Pesco, dello Stretto di Ormuz e delle aree marittime dell’Iran?
È possibile immaginare che le portaerei nucleari yankee e le navi da guerra israeliane se ne andranno via da lì con la coda tra le gambe allorché si compiano i requisiti contenuti nella Risoluzione 1929 del 9 giugno 2010, approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che mantiene l’autorizzazione all’ispezione delle navi e degli aeroplani iraniani, dando la possibilità d’effettuarla nel territorio di qualsiasi Stato e questa volta anche alle navi in alto mare?

La Risoluzione stabilisce inoltre che l’ispezione delle navi iraniane non dev’essere effettuata senza il consenso dell’Iran. In questo caso, il rifiuto diventerebbe oggetto d’analisi.
Un ulteriore elemento è la possibilità di confiscare quanto ispezionato se è confermato che non adempie con quanto disposto dalla Risoluzione.
Un Iran disarmato fu vittima della crudele guerra con l’Iraq, in cui masse intere di Guardiani della Rivoluzione ripulivano i campi minati avanzando sopra le mine.
Questo non è il caso odierno. Ho spiegato nelle precedenti Riflessioni che Mahmud Ahmadineyad fu capo dei Guardiani della Rivoluzione nell’Ovest dell’Iran, che sopportò il peso principale della guerra.

Anni più tardi, uno spavaldo governo iracheno inviò il grosso della sua Guardia Repubblicana e si annesse l’Emirato Arabo del Kuwait, ricco di petrolio e facile preda.
Il governo irakeno intratteneva con Cuba una stretta amicizia e gli venivano prestati, fin dai tempi in cui non era in guerra con nessuno, importanti servizi in campo sanitario. Il nostro paese cercò di persuaderlo ad abbandonare il Kuwait e porre fine alla guerra che aveva provocato partendo da punti di vista sbagliati.
Oggi è risaputo che una mediocre ambasciatrice yankee, che sosteneva con il Governo irakeno eccellenti relazioni, lo indusse a commettere l’errore.

Bush padre attaccò il suo ex amico dirigendo una potente coalizione con una forte composizione arabo-musulmano-sunnita, formata da paesi che forniscono di petrolio gran parte delle nazioni industrializzate e ricche; la stessa avanzò dal sud dell’Iraq per tagliare la ritirata della Guardia Repubblicana che ripiegava verso Baghdad e che per la prudenza della Fanteria di Marina e delle Forze Armate degli Stati Uniti – comandate da Colin Powell, prestigioso generale e successivamente Sottosegretario di George W. Bush – riuscì a scappare verso la capitale irachena.
Per pura vendetta, utilizzarono contro di questa proiettili contaminati con uranio impoverito con cui sperimentarono per la prima volta il danno che avrebbe potuto causare ai soldati avversari.

L’Iran che minacciano in questo momento, con i suoi eserciti di aria, di mare e di terra, di religione musulmano-sciita, non assomiglia per nulla alla Guardia Repubblicana che attaccarono impunemente in Iraq.
L’impero sta per commettere un impagabile errore senza che nulla possa ostacolarlo. Avanza inesorabilmente verso un sinistro destino.

L’unica cosa che si può affermare è che ai Campionati del Mondo di Calcio ci sono stati i quarti di finale. In questo modo noi tifosi abbiamo potuto goderci le emozionanti partite in cui abbiamo visto delle cose incredibili. Pare che la squadra dell’Olanda, negli ultimi 36 anni, non abbia mai perso una partita dei Mondiali giocando di venerdì. Solo grazie ai computer è possibile tirare fuori questo dato.
La realtà è che il Brasile è stato eliminato dai quarti di finale della Coppa.
È stato un arbitro a farlo. Perlomeno questa è stata l’impressione che non si è stancato di ripetere un eccellente cronista della televisione cubana. Successivamente la FIFA ha dichiarato che la decisione arbitrale era corretta.
Più avanti, lo stesso arbitro ha lasciato il Brasile in 10, in un momento decisivo, quando mancava più della metà del secondo tempo della partita. Sicuramente non ne aveva assolutamente intenzione.

Ieri è stata eliminata l’Argentina. Nei primi minuti, la squadra tedesca, grazie al centrocampista Müller, ha sorpreso la fiduciosa difesa ed il portiere argentino riuscendo ad ottenere un gol.
Successivamente, gli attaccanti argentini sono andati vicino al gol almeno 10 volte, mentre la squadra tedesca una sola.
Al contrario, la formazione tedesca ne ha segnati altri tre e perfino Angela Merkel, Cancelliere Federale della Germania, ha applaudito freneticamente.
Così è nuovamente successo che ha perso una delle squadre favorite. In questo modo, oltre il 90 % dei tifosi di calcio cubani sono rimasti sbigottiti.
La stragrande maggioranza degli amanti di questo sport non sanno nemmeno in quale continente si trova l’Uruguay. Una finale tra paesi europei sarà la cosa più scialba ed antistorica da quando è nato questo sport.

Viceversa, in ambito internazionale, sono accaduti dei fatti che non hanno nulla a che vedere con i giochi d’azzardo, ma molto con la logica elementare che regge i destini dell’impero.
Una serie di notizie sono apparse i giorni 1, 2 e 3 luglio.
Tutte girano intorno ad un fatto: il due luglio, le grandi potenze rappresentate nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto, più la Germania, hanno chiesto al Governo iraniano di dare “una pronta risposta” all’invito di ritornare alle negoziazioni sul suo programma nucleare.

Il Presidente Barack Obama ha firmato il giorno prima una legge che aumenta le misure esistenti nei confronti dei settori energetico e bancario iraniani e potrebbe penalizzare le compagnie che realizzino affari con il Governo di Teheran. Ossia, il blocco rigoroso e lo strangolamento dell’Iran.
Il Presidente Mahmud Ahmadinejad ha affermato che il suo paese riprenderà le conversazioni alla fine d’agosto ed ha sottolineato che alle stesse devono partecipare il Brasile e la Turchia, i due unici membri del Consiglio di Sicurezza che il 9 giugno si sono opposti alle sanzioni.
Un funzionario d’alto livello dell’Unione Europea ha avvertito, con dispregio, che né il Brasile né la Turchia saranno invitati a partecipare alle conversazioni.

Non è necessario altro per trarre le conclusioni pertinenti.
Nessuna delle due parti cederà; uno, per l’orgoglio dei potenti, e l’altra, per resistere al giogo e per la capacità di combattere, come è successo tante volte nella storia dell’uomo.
Il popolo dell’Iran, una nazione di millenarie tradizioni culturali, senza alcun dubbio si difenderà dagli aggressori. È incomprensibile che Obama creda seriamente che si piegherà alle sue esigenze.
Il Presidente di quel paese ed i suoi leader religiosi, ispirati alla Rivoluzione Islamica di Ruhollah Komeini, creatore dei Guardiani della Rivoluzione, le moderne Forze Armate ed il nuovo stato iraniano, resisteranno.

A noi popoli poveri del mondo, che non abbiamo la benché minima colpa del colossale pasticcio creato dall’imperialismo, noi che ci troviamo in questo emisfero al Sud degli Stati Uniti, agli altri che vivono ad Ovest, nel Centro e nel Sud dell’Africa, ed a coloro che potranno rimanere indenni dalla guerra nucleare nel resto del pianeta, non ci rimane altra alternativa che affrontare le conseguenze della catastrofica guerra nucleare che si scatenerà in brevissimo tempo.
Sfortunatamente non ho nulla da rettificare e mi responsabilizzo pienamente con quanto scritto nelle ultime Riflessioni.

Fidel Castro Ruz
07 luglio 2010