Le continue provocazioni israeliane contro il Libano e gli scontri di ieri
«Quello di ieri sarà stato un “incidente”, ma i protagonisti sono consapevoli che le guerre esplodono così». E’ questa la conclusione di Guido Olimpio, sul Corriere della Sera di oggi, al termine di uno dei suoi frequenti articoli tesi a demonizzare Hezbollah.
In realtà non è difficile capire che quella di ieri altro non è stata che l’ennesima provocazione israeliana volta a far aumentare la tensione. Una provocazione che ha portato agli scontri più gravi sulla frontiera israelo-libanese dall’agosto 2006, con un bilancio di 5 morti: 3 soldati libanesi, un giornalista di Al Akhbar, un ufficiale israeliano.
Quel che è certo è che i soldati israeliani hanno superato la linea blu, tanto è vero che hanno dovuto chiedere con gli altoparlanti la cessazione delle ostilità per recuperare il corpo del loro ufficiale caduto in territorio libanese. Quel che è certo è che l’artiglieria e l’aviazione israeliana hanno colpito ripetutamente le postazioni libanesi sulle colline di Adaysse e Tayybe e lungo la strada Adaysse-Kfar Kila, provocando diversi feriti anche tra i civili.
Secondo una fonte delle forze di sicurezza libanesi tutto è iniziato «quando gli israeliani hanno cercato di penetrare nel villaggio di al-Adasiyeh nel Libano meridionale. L’esercito del Libano ha sparato alcuni colpi di avvertimento, cui loro hanno risposto con i proiettili». Insomma, la solita prepotenza sionista, il solito atteggiamento di chi pensa di poter entrare ed uscire in territorio libanese senza alcun problema.
Di fronte a questa palese violazione della Risoluzione 1701 è da segnalare il vergognoso silenzio dell’occidente, ma ancor di più l’imbarazzato balbettio dei portavoce dell’Unifil che non hanno diramato alcuna ricostruzione ufficiale dei fatti, a dimostrazione della volontà di coprire in ogni modo Israele.
L’attacco israeliano ha avuto una risposta unanime dal mondo politico libanese. Tanto il filo-occidentale Saad Hariri (primo ministro), che il presidente Suleiman hanno parlato di «aggressione» e di «violazione della sovranità nazionale del Libano», mentre il generale Said Eid, capo del Consiglio di Difesa, ha detto che il Libano reagirà «con tutti i mezzi a disposizione».
E’ in questo quadro che Hassan Nasrallah ha dichiarato che: «In caso di nuova aggressione israeliana all’esercito libanese, Hezbollah non rimarrà con le mani in mano ma agirà».
Più precisamente, citiamo da la Repubblica, egli ha detto che. «La resistenza proteggerà l’esercito, mentre il popolo proteggerà la resistenza e l’esercito assieme» (…) «il presidente della repubblica (Michel Suleiman), il presidente del Parlamento (Nabih Berri) e il premier (Saad Hariri) sono stati informati in precedenza del fatto che la resistenza è in stretto contatto con i vertici dell’esercito e che si muove in coordinamento con le forze armate libanesi».
Com’è naturale, i fatti di ieri vengono letti in Libano nel quadro della crescente aggressività israeliana. Negli ultimi giorni sono ripresi con violenza gli attacchi su Gaza, l’ultimo di questa mattina ha causato un morto e due feriti. Mentre, riguardo alle provocazioni sioniste, Hamas accusa Israele per il lancio dei razzi che lunedì hanno colpito le città di Eilat ed Aqaba.
Tornando al Libano, è pesante la pressione che Israele cerca di esercitare sul paese per trascinarlo in una nuova guerra. Tra le carte che il governo Netanyahu vuol giocare per mettere in crisi l’unità nazionale libanese, c’è quella della commissione di inchiesta sull’uccisione di Rafiq Hariri, avvenuta nel febbraio 2005.
Questa commissione è tutt’altro che neutrale ed attendibile, ed è possibile che il suo verdetto, atteso per le prossime settimane, venga utilizzato per colpire Hezbollah. Sulla questione abbiamo già pubblicato (vedi articolo del 30 luglio) la denuncia di Nasrallah: «E’ giusto affidare a un comitato d’inchiesta composto di Americani e Inglesi, i cui membri provengono da servizi d’intelligence strettamente legati al Mossad, una questione di tale portata?»
Ieri (fonte Ansa) Nasrallah ha accusato direttamente Israele di essere dietro l’omicidio di Hariri, annunciando che presenterà le prove con un apposito rapporto che verrà reso pubblico il prossimo 9 agosto.
Al di là degli scontri di ieri, l’escalation sul fronte libanese è del tutto evidente. Non possiamo sapere quali saranno le prossime mosse israeliane, ma è molto probabile che la Resistenza libanese debba affrontare nuove e più pesanti aggressioni.