Bernanke minaccia il mondo economico

Dal bollettino del LEAP: «la prima metà del 2011 imporrà all’economia americana una cura di austerità senza precedenti che immergerà il pianeta in un nuovo caos finanziario, monetario, economico e sociale».
 
Il Laboratoire Européen d’Anticipation Politique (LEAP), uno dei più famosi istituti d’oltralpe impegnato nello studio delle questioni finanziarie e politiche, dall’andamento dei mercati agli effetti delle scelte dei governi sul sistema economico globale, nel suo ultimo bollettino in francese, ha diffuso notizie allarmanti sulla situazione americana e su quella dei principali paesi sviluppati che rientrano nella sfera d’influenza occidentale. Annuncio subito che molte previsioni mi sembrano politicamente molto deboli proprio perché derivanti da una lettura economicistica degli eventi in corso.

Secondo i ricercatori del Leap la crisi che ha colpito il mondo negli ultimi anni entrerà, nella primavera prossima, nella sua fase più acuta determinando uno smembramento del precedente ordine internazionale, cioè quello sorto dopo la seconda guerra mondiale ed avente quale centro regolatore Washington.

Riporto qui alcuni passi da me tradotti che danno la misura di quanto potrebbe avvenire a breve al di là dell’atlantico, con tutte le inevitabili ripercussioni che si abbatteranno in quei contesti esteri legati agli Usa da rapporti di subordinazione decennali. Gli studiosi del Leap sono convinti che la metà del 2011 sarà il vero spartiacque tra il vecchio ed il nuovo modo di concepire il sistema mondiale, con gli Stati Uniti che saranno costretti a prendere coscienza dell’esaurimento della loro assoluta autorità e credibilità “planisferica”. Questi saranno forzati ad avviare iniziative di massima austerità (bisognerà tuttavia capire chi riuscirà a convincerli e come) per la prima volta da quando sono assurti al rango di principale superpotenza dell’ovest (ed in seguito alla caduta dell’Urss anche del resto del globo): “Il mondo dovrà affrontare ‘il grande crollo’ del sistema economico e finanziario mondiale fondato da oltre 60 anni sulla necessità assoluta per l’economia americana di non trovarsi mai lungamente in recessione. Ma, la prima metà del 2011 imporrà all’economia americana una cura di austerità senza precedenti che immergerà il pianeta in un nuovo caos finanziario, monetario, economico e sociale”.

Presagi da apocalisse che si accompagnano a gravi accuse contro la Fed e l’amministrazione Usa in quanto “la politica di rilancio dell’economia americana è fallita, il resto del mondo continua a finanziare in perdita i disavanzi US sperando che ad un certo momento questa scommessa sarà pagante ed avrà evitato un crollo del sistema globale, ovvero gli Stati Uniti monetizzeranno il loro debito e trasformeranno in valuta senza valore l’insieme dei dollari e buoni del Tesoro US posseduti dal resto del pianeta. Come ogni potenza con le spalle al muro, gli Stati Uniti ormai sono obbligati ad unire la minaccia alla pressione per potere ottenere quanto vogliono”. Ed i giudizi pesanti toccano anche personalità di spicco degli organi regolatori della finanza stellestrisce come il capo della Fed, Ben Bernanke, definito perfino un estorsore dopo i messaggi inviati ai suoi omologhi stranieri in occasione dei colloqui di fine agosto tra banche centrali a Jackson Hole: “Tenteremo di tutto per evitare un crollo economico e finanziario, continuerete a finanziare questo ‘tutto e non importa cos’altro’ altrimenti si lascia andare l’inflazione e si svaluta il dollaro mentre i buoni del tesoro US non varranno più un granché”.

Quando un banchiere di tale calibro e ruolo si esprime come un volgare estorsore – dicono quelli del Leap – vuol dire che la situazione è davvero pericolosa. Ma l’Europa e le altre economie emergenti, soprattutto quella cinese, al momento la più vitale di tutto il pianeta, saranno disposte a piegarsi ai diktat americani col rischio di vedersi accollare il peso dei guasti di tutto il sistema? L’amministrazione Obama sta cercando di fare proprio questo: far pagare ad altri l’insolvenza e il crollo dell’economia Us. Al momento le sue minacce fanno breccia nella vecchia e stanca Europa, ancora priva di una dimensione politica ed economica autonoma indispensabile ad opporre un minimo di reazione a detti ostili propositi, mentre funzionano decisamente meno con la Cina ed altre nazioni emergenti o riemergenti, le quali inseguono un decoupling da Washinton per diventare esse stesse locomotiva di un diverso treno economico. Finché però gli Usa avranno in mano la forza politica e militare bisognerà fare, in ogni caso, i conti con loro. State certi che venderanno cara la pelle. Questo scombinerà molte previsioni, comprese quelle del Leap.

da http://conflittiestrategie.splinder.com