Pioggia di soldi sui contractors
(da Peacereporter)

Dopo Xe Service, ex Blackwater, anche la Aegis Service entra nel contratto quinquennale da 10 miliardi di euro firmato dal Dipartimento di Stato Usa.
Dopo la “loggia” Blackwater, ora nota come Xe Service, un’altra compagnia privata di sicurezza dalla fama non proprio cristallina, si è accaparrata una fetta della torta da 10 miliardi di dollari che il Dipartimento di Stato (Ds) Usa ha stanziato per difendere gli ambasciatori e sedi le diplomatiche in zone di guerra.

La britannica Aeges Devense Service è una delle otto aziende mercenarie ad essere rientrata nel “Worldwide Protective Services Contract”, il ricco accordo che la legherà a Washington per i prossimi cinque anni. A differenza di Xe Service, stipendiata dal Pentagono ma fuori dalle liste ufficiali, la Aeges entra nei libri paga del governo dalla porta principale. E lo fa nonostante sia stato dimostrato da una serie di documentazioni l’implicazione del suo fondatore e dei suoi dipendenti in fatti che hanno oltrepassato la linea della legalità. L’ultimo in ordine di tempo, primo in ordine di notorietà, è l’episodio del “video trophy”. Lo scenario è l’Iraq del 2005 e le immagini mostrano chiaramente un gruppo di mercenari di Aeges a bordo di un fuoristrada sfrecciare per le strade di Baghdad sparando raffiche di mitra contro le autovetture a portata di fuoco. Ad altezza d’uomo. Durante uno di questi attacchi si distingue chiaramente una vettura che si ferma in mezzo alla carreggiata proprio mentre da dietro sopraggiunge un’altra automobile. I miliziani sparano alla seconda che sbandando, forse perché colpita alle ruote, forse perché il conducente cercava di evitare la linea di fuoco, investe in pieno il veicolo fermatosi precedentemente. Che non ci fosse un pericolo imminente, o addirittura un attacco, lo si capisce dal fatto che durante l’azione i cecchini ascoltavano indisturbati Mystery Train di Elvis Presley.

L’esercito Usa non ha mai aperto un’indagine per appurare le dinamiche, né condannato l’episodio. E l’ultimo, miliardario, premio dispensato dal Ds è la prova più chiara che anche chi spara senza motivo, su persone e cose, può far parte di quella squadra autoproclamatasi “esportatrice di democrazia”.

A capo della Aegis c’è Tim Spicer, che non è il mercenario più famoso del mondo solo perché il capo supremo di Blackwater, Erik Prince, si conquistò il primato dopo il massacro perpetrato dai suoi uomini ai danni di 17 civili iracheni in piazza Nisour a Baghdad. Ex colonnello dell’esercito di Sua Maestà britannica Spicer ha abbandonato la divisa nel 1994 dopo una carriera ventennale. Nel 1997 fondò la sua prima compagnia di privati in armi, la Sandline International, che ottenne un contratto da 36 milioni di dollari dal governo della Papua Nuova Guinea per proteggere la miniera di rame di Panguna, la risorsa economica più importante del Paese. Dopo il colpo di Stato ai danni del governo diretto da Julius Chan, Spicer fu incarcerato, anche se per poco tempo, dai golpisti. L’anno seguente l’ex ufficiale inviò trenta tonnellate di armi al governo in esilio della Sierra Leone aggirando, di fatto, l’embargo delle armi imposto dall’Onu. Nel 2004, infine, cercò insieme a Simon Mann, un altro ex militare, nonché suo amico, di organizzare un putsh in Guinea Equatoriale.

L’episodio, con quelli precedenti, non impedì a Spicer di sguazzare felice nel remunerativo mare dei contratti firmati dal Pentagono. Nel maggio del 2004 la Difesa Usa riversò nelle casse di Aegis 293 milioni di dollari per coordinare, gestire e proteggere le oltre cinquanta compagnie impiegate nella ricostruzione. Nel dicembre dell’anno successivo, due mesi dopo la pubblicazione del “trophy video”, il governo statunitense portò il contratto di Aegis a 430 milioni di dollari, diventati 475 milioni nel 2007. Proventi che hanno permesso a Spicer di ingaggiare Sara Pearson, come ghostwriter per An Unorthodox Soldier, biografia volta a ripulire l’immagine dell’uomo di ferro dell’esercito britannico che nel libro veniva ritratto come un eroe di guerra.

La credibilità di Aegis, ricostruita a tavolino, potrebbe aver convinto il Segretario di Stato Hillary Clinton, fino a ieri categoricamente contraria a ogni tipo d’impiego dei contractor in guerra, a sfruttare i servizi della agenzia di Spicer. Un uomo che la storia, e non i libri di parte, racconta essere un ricco mercenario che ha violato un embargo delle Nazioni Unite, l’ideatore di un golpe in uno Stato africano e il capo di miliziani che, sulle note del re del rock, spararono all’impazzata per le strade di Baghdad.

da http://it.peacereporter.net/articolo/24560/Pioggia+di+soldi+sui+contractors