Iniziano i lavori della barriera al confine con l’Egitto, sigillerà 110 chilometri di frontiera
I muri nel mondo sono sempre di più, ma cominciano a scarseggiare i nomi con cui chiamarli. Quello che lo Stato d’Israele ha iniziato a costruire ieri al confine con l’Egitto, ad esempio, viene chiamato nei documenti ufficiali israeliani ‘barriera anti-infiltrazione’.
Dove gli ‘infiltrati’ sono i migranti in fuga da Sudan, Etiopia, Somalia ed Eritrea. Il progetto, approvato dal parlamento israeliano a marzo, è diventato operativo ieri.
La spesa preventivata è di circa 270 milioni di euro, ma per l’opposizione israeliana costerà molto di più. Verrà edificato un vero e proprio muro lungo 110 dei 240 chilometri di confine tra Egitto e Israele. Il resto sarà dotato di tecnologie avanzate, comprese di sensori e video sorveglianza, oltre che monitorate da ingenti forze di polizia e militari.
Obiettivo dichiarato quello di impedire ai circa mille migranti che attraversano il confine ogni settimana, provenienti dall’Africa. Questi sono i dati di Ytzhak Ahakonovic, ministro israeliano della Sicurezza Interna, mentre l’Authority israeliana che si occupa di migranti li quantifica in circa settecento settimanali. Mentre si discute sui numeri, non è controversa la linea politica dell’esecutivo di Tel Aviv. Il premier Benjamin Netanyahu, in passato, ha definito i migranti illegali ”una grave minaccia per l’essenza ebraica e democratica d’Israele”.
L’unica minaccia certa per la democrazia, per ora, sono solo le guardie di frontiera israeliane ed egiziane. Nel 2009 sono stati trenta i migranti uccisi a sangue freddo, nel 2008 sono stati quaranta. La polizia egiziana si è sempre difesa dicendo che il fuoco viene aperto solo quando i migranti non si fermano alle intimazioni dei poliziotti del Cairo, ma le organizzazioni internazionali che si battono per la difesa dei diritti dell’uomo hanno sempre denunciato i metodi brutali delle guardie di frontiera egiziane.
Il muro, in realtà, va a completare il sistema di sicurezza integrato tra Israele e l’Egitto. Il Cairo ha costruito una barriera sotterranea, nel deserto del Sinai, per sigillare i tunnel che passano sotto il confine con Gaza. La parte settentrionale del muro israeliano finirà per ricongiungersi con la barriera egiziana.
Gli ingressi illegali, secondo il governo d’Israele, sono aumentati del trecento per cento durante l’ultimo anno, arrivando a oltre diecimila in un anno. Secondo l’Istituto di Statistica di Tel Aviv, sono illegali oltre il quaranta per cento dei lavoratori immigrati in Israele. Il campione della crociata contro di loro è Eli Yishai, ministro degli Interni israeliano. Lui è l’inventore della Brigata Oz, reparto scelto di polizia con il compito preciso di dare la caccia agli invisibili privi di documenti.
Ancora Yishai aveva proposto l’espulsione anche dei minorenni, figli dei sans-papier. Secondo l’ultimo progetto di Yishai, almeno ottocento di loro saranno espulsi al compimento del ventunesimo anno di età. Si tratta di migliaia di bambini, che per ora vengono difesi dalle organizzazioni non governative e da un pugno di deputati, ma non si sa per quanto tempo.