Ricorre oggi il secondo anniversario del barbaro attacco israeliano alla Striscia di Gaza. Un crimine dentro il crimine dell’assedio che dura ormai da 4 anni. Una mostruosità che spiega più di mille discorsi la vera essenza razzista e genocida del sionismo.
Quando gli storici di un futuro speriamo non troppo lontano si occuperanno a fondo della tragedia che si consuma a Gaza, dovranno portare necessariamente alla luce il complice silenzio dell’occidente. Un’altra mostruosità che non verrà mai condannata a sufficienza.
Due anni sono passati, ma la situazione non è certo migliorata. L’assedio continua, i bombardamenti quotidiani pure. Non più tardi di ieri due militanti palestinesi sono stati uccisi da militari israeliani infiltratisi nella zona di Khan Yunes.
Intanto, un alto esponente di Tsahal ha affermato alla BBC che un nuovo attacco a Gaza è solo questione di tempo.
A due anni dai bombardamenti i senzatetto provocati dalle bombe israeliane (più di centomila secondo l’ONU) sono ancora senza casa, dato che la ricostruzione è resa impossibile dalla mancanza dei materiali edili necessari, il cui ingresso nella Striscia è impedito dallo stato sionista. Ai morti, ai feriti dei 23 giorni dell’attacco, si sommano così le sofferenze continue di una popolazione già provata dall’embargo.
Per rendersi conto di quale sia l’attuale situazione, pubblichiamo un articolo di Vittorio Arrigoni da Gaza. L’articolo riporta, in particolare, la sequenza degli attacchi ai lavoratori palestinesi nella fascia a ridosso del confine (la cosiddetta buffer zone), fascia all’interno della Striscia nella quale i militari israeliani – sottraendo così altro territorio ai palestinesi – si riservano di esercitare, con un quotidiano tiro al bersaglio, un assoluto diritto di vita e di morte.
L’articolo elenca questi attacchi dagli inizi di novembre al 15 dicembre scorso, ma la situazione non è certo migliorata nei giorni successivi.
Nonostante il silenzio della stampa, gli attacchi israeliani continuano nella Striscia
di Vittorio Arrigoni
E’ sorprendente constatare quanti giornalisti internazionali, anche fra i più quotati, una volta giunti a Gaza riportino come l’assedio si sia attenuato osservando i negozi strapieni di cianfrusaglia e il declino del mercato nero dei tunnel negli ultimi mesi.
Senza necessariamente entrare nella Striscia basterebbe documentarsi con i rapporti delle maggiori organizzazioni per i diritti umani per comprendere la situazione reale. Recentemente, 21 fra le maggiori Ong che operano a Gaza, fra le quali Amnesty International, Oxfam, Save the Children, Christian Aid and Medical Aid for Palestinians hanno denunciato come un milione e mezzo di abitanti della Striscia, (più della metà sono bambini) continuano a essere strangolati da un assedio illegale sotto ogni punto di vista.
Nel rapporto, nominato “Speranze svanite, la continuazione del blocco di Gaza” si fa luce sulle promesse disattese d’Israele di un allentamento dell’assedio all’indomani del massacro dello Freedom Flotilla. Secondo l’Onu, Israele ha permesso l’entrata a solo il 7 percento del materiale necessario per la ricostruzione degli ospedali e delle scuole danneggiate o distrutte durante l’offensiva Piombo Fuso, e ciò fra le altre cose quest’anno ha comportato l’impossibilità d’accesso all’istruzioni ad oltre 40 mila studenti. L’economia continua a essere al collasso per via del blocco delle importazioni e delle esportazioni, con il 93 percento delle industrie chiuse e oltre il 70 percento della forza lavoro disoccupata. L’88 percento della popolazione continua a vivere di aiuti, sotto la soglia di povertà.
L’imposizione della “buffer zone”, quella porzione di terra nei pressi del confine che Israele ha di fatto sequestrato sparando a chiunque si avvicini, secondo l’Onu riguarda terreni fertili dal confine fino a un chilometro e mezzo nell’entroterra palestinese, cioè il 35 percento del totale dei terreni coltivabili a Gaza e che ora sono lasciati incolti. E’ proprio avvicinandosi a queste zone di confine che si ha la misura di quanto l’assedio non si sia affatto attenuato, ma al contrario stretto attorno alle vite dei suoi abitanti, rendendo la vita impossibile ai contadini e ai molti raccoglitori di materiale edile di riciclo dai palazzi in macerie.
Dall’inizio di novembre ad oggi, il Palestinian Center for Human Rights e l’International Solidariety Movement hanno documentato 31 attacchi compiuti dei soldati israeliani al confine direttamente contro civili palestinesi. Sei di queste vittime sono bambini.
15 dicembre
Circa alle 9,50, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo alla gamba sinistra Waleed Nasser Marouf di 21 anni originario di Beit Lahia.
14 dicembre
Circa alle 8,00, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo ad un piede e alla mano sinistra Mohammed Motei Shkhaidem, 23 anni di Beit Lahia.
Circa tre ore più tardi, gli stessi cecchini hanno ferito alla gamba sinistra Jom’a Abu Warda, 29 anni, originario di Jabalya.
Verso le 13, sempre nella stessa zona, i soldati israeliani hanno sparato ancora e gambizzato un altro civile:, Fadi Fareed Abu Hwaished di 18 anni.
12 dicembre
Circa alle 8 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza,nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo ad una gamba Aziz Aayesh al-Sous, 34 anni originario di Beit Lahia.
11 dicembre
Circa verso le 11,55 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo ad una gamba Suhaib Sami Mrouf, di 16 anni.
10 dicembre
Circa alle 08,20 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo ad una gamba Ibrahim Ghaben, 16 anni di from Beit Lahia, che si trovava a 150 metri dal confine.
Circa alle 9 soldati israeliani appostati sul confine Sud Est della Striscia di Gaza con Israele, nell’area di Khuza a est di Khan Younis, hanno sparato verso dei contadini palestinesi che lavoravano la terra a circa 800 metri. Nidal Hassan al-Najjar di soli 16 anni, e’ rimasto ferito al piede destro.
9 dicembre
Circa alle 7,30, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo alle gambe Sultan Sad Izmail, 29 anni e Ahmed Sad Ghaben, 20 anni.
4 dicembre
Circa alle 9, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile. Due colpiti e feriti alle gambe dai proiettili israeliani: Mohammed Ata al-Hossoumi di 22 anni e Bilal Shaban al-Hossoumi di 17 anni. Bilal da 5 mesi aveva dovuto sostituire al lavoro il fratello ventiseienne, anch’esso rimasto ferito dai soldati israeliani più o meno nella stessa zona. Mohammed Ata al-Hossoumi che prima dell’inizio dell’assedio della Striscia di Gaza lavorava presso una fattoria, ora non ha trovato altro impiego che recarsi al confine a raccattare materiale edile riciclabile, pietre e ferro. Un’ora dopo i primi 2 ferimenti, nella stessa aerea soldati israeliani hanno sparato ancora e ferito un altro operaio palestinese, Marwan Mahmoud Ma’rouf, di Beit Lahia, colpito da un proiettile al piede destro. Bilal Sha’ban al-Hossoumi e Mahmoud Ma’rouf hanno subito diverse fratture alle gambe, essendo stato colpiti da proiettili “dum dum”, proiettili che esplodono all’impatto, vietati dalle convenzioni internazionali.
2 dicembre
Circa alle 10,10 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione sul confine Nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahia, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero di materiale edile riciclabile a circa 400 metri dal confine. Schegge di proiettile hanno ferito al piede ‘Alaa’ Nafez Barakat, di 21 anni, originario del campo profughi Al Shati, a Overt di Gaza City.
30 novembre
Circa alle 7,20 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione poste sul confine a Nord Ovest di of Beit Lahia, a Nord della striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero da delle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo alla gamba Ismail Saed Ghaben, 31 anni, originario di Beit Lahia. Non è la prima volta che Ismail viene ferito. Nel 2004, durante una incursione israeliana, i soldati delle forze di occupazione gli spararono ad un ginocchio. Nel 2008 fu ferito ancora da un proiettile ad una mano. Questa volta gli è andata peggio delle precedenti: i chirurghi dell’ospedale Kamal Udwan hanno dovuto amputargli 3 dita del piede. Anche 2 fratelli di Ismail in passato sono stati feriti mentre lavorano nei pressi del confine.
Un’ora dopo il primo ferimento nella stessa zona i soldati israeliani hanno sparato e colpito alle gambe altri tre lavoratori palestinesi: Ghassan Mas’oud Abu Riala di 21, anni, e Ameen Akram Abu Shawish, di 22 anni, entrambi originari di Zaytoun, a Nord di Gaza City. E Nader Mohammed al-Anqar, di 21 anni, proveniente da Beit Lahia.
Circa due ore dopo, alle 10 e 40, cecchini israeliani ancora in azione: colpito Bayan Farouq Tanboura, di 26, contadino di Beit Lahia che si stava recando ad acquistare delle patate su di un campo posto a circa 600 metri dal confine, ignorando che una incursione israeliana era in corso.
Anche due fratelli di Bayan in passato sono stati colpiti dai proiettili israeliani: Adham e Kaled.
28 novembre
Circa alle 08:15 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione vicine a Beit Hanoun (Erez), al confine Nord della Striscia di Gaza, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo ad una gamba Mukhles Jawad al-Masri di 15 anni, originario di Beit Hanoun che si trovava a circa 500 metri dal confine.
Circa un’ora dopo, nella stessa zona, i soldati israeliani hanno ferito ad una gamba un altro giovane lavoratore palestinesi: Khalil al Zanin, 20, originario di Beit Hanoun, e poco più a ovest, sempre alla stessa ora, a finire gambizzato era Mamdouh ‘Aayesh al-Sous, di 28 anni, di Beit Lahya.
27 novembre
Circa alle 9,10 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione sul confine Nord fra la Striscia di Gaza e Israele, nei pressi di Beit Lahia, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile ferendo ad un gamba Shamekh Said al-Debes, 16 anni, originario di Jabalya . 3 ore dopo nella stessa zona, a essere colpito alle gambe è stato Ahmed Mahmoud Jarbou’, di anni 26, pescatore proveniente da campo profughi di al-Shati , Ovest di Gaza City , che stava pescando vicino alla riva.
Alle 14 circa, cecchini israeliani ancora all’attacco di civili palestinesi nei pressi del confine Nord della Striscia a Beit Hanoun (Erez). Colpito ad una gamba l’ennesimo operaio palestinese impegnato nel recupero di materiale edile riciclabile: si tratta di Khalid Ashraf Abu Sitta, di 21, originario di Beit Hanoun.
24 novembre
Circa alle 09,45, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione vicine a Beit Hanoun (Erez), al confine Nord della Striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo al piede sinistro Rami ‘Aayesh al-Shandaghli, 28 anni, originario di Jabalya town, che si trovava a circa 400 metri dal confine.
19 novembre
Circa alle 08,20 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione sul confine Nord fra la Striscia di Gaza e Israele, nei pressi di Beit Lahia, hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile ferendo ad al piede dstro Mohammed Isma’il al-Ghandour, 34 anni, orignario di Beit Lahia town, che stava lavorando a circa 70 metri dal confine.
13 novembre
Circa alle 09:00 am, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione vicine a Beit Hanoun (Erez), al confine Nord della Striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnati nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile, ferendo alla gamba destra Ammar Khalil Hamdan, 22 anni originario di Beit Hanoun, che stava lavorando a circa 400 metri dal confine.
12 novembre
Circa alle 08:15 am, cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione vicine a Beit Hanoun (Erez), al confine Nord della Striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile ferendo alla gamba destra Bashir Sami ‘Aashour, 20 anni, originario di Beit Hanoun, mentre stava lavorando a circa 50 metri dal confine.
10 novembre
Circa alle 7,45 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione vicine a Beit Hanoun (Erez), al confine Nord della Striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero di materiale edile riciclabile, ferendo alla gamba Ibrahim Yousef Ghaben, 28 anni originario di Beit Lahia.
7 novembre
Circa alle 06,15 cecchini israeliani appostati su una delle torri di osservazione vicine a Beit Hanoun (Erez), al confine Nord della Striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi impegnanti nel recupero dalle macerie di materiale edile riciclabile ferendo alla gamba sinistra Karam Talal al-Adham, 19 anni, originario di Beit Lahia.
2 novembre
Circa alle 1, soldati israeliani appostati sul confine Nord Est del centro della Striscia di Gaza hanno aperto il fuoco verso un gruppo di lavoratori palestinesi che stava raccogliendo materiale di riciclo come ferro, plastica e alluminio a 300 metri dal confine. Hussam ‘Abdul Hafez al-Khaldi di 34 anni, è stato colpito da un proiettile alla spalla destra.
5 ore dopo, alle 16, ambulanze palestinesi sono riuscite ad avvicinarsi al confine Est di Khan Yunis, per recuperare il corpo ferito di Mahmoud Mohammed Shirrir, 34 anni originario di Abbassan village. Shirirri, un disabile mentale, si era avvicinato al confine e i soldati israeliani non hanno esitato a sparargli addosso sebbene chiaramente non rappresentasse una minaccia. Il proiettile gli ha perforato l’anca sinistra.
Nella quasi totalità dei casi esaminati, i cecchini israeliani hanno sparato contro i civili palestinesi senza alcun colpo di avvertimento. Spesso i proiettili utilizzati sono “dum dum”, vietati dalle leggi internazionali. Spesso i cecchini puntano alle ginocchia dei civili, in modo da provocare invalidità permanenti.
Secondo il PCHR, gli attacchi ai lavoratori palestinesi nella buffer zone 3 hanno raggiunto una escalation senza precedenti: 81 lavoratori feriti e 9 uccisi dall’inizio dell’anno.
Il massacro dei lavoratori palestinesi è destinato a continuare anche nel nuovo anno nell’impunità della comunità internazionale, e nel silenzio quasi totale dei media di massa.