Ritrovati i corpi di altre centinaia di persone nel Meta

Mentre accompagnavano un gruppo di tecnici della magistratura incaricati di effettuare un’ispezione giudiziaria per esumare i resti dei 66 corpi rinvenuti recentemente in una fossa comune nel municipio di Granada (dipartimento del Meta), alcuni difensori dei diritti umani si sono trovati di fronte ad un’ennesima, agghiacciante scoperta: i resti di altre centinaia di persone.

Il computo delle vittime sale all’agghiacciante cifra di 1505 persone, nella stessa regione in cui si trova la fossa comune della Macarena – la maggiore del continente, con oltre 2000 cadaveri – scoperta poco più di un anno fa nei pressi della base del Battaglione militare della “Forza Omega”. Molte delle vittime sepolte a Granada sono minorenni, il che conferma l’ipotesi di un bombardamento su larga scala contro la popolazione civile. Fra i corpi si trovano probabilmente anche vittime di sparizioni forzate o di cosiddetti “falsos positivos”, civili assassinati e presentati come guerriglieri caduti in combattimento.

Secondo l’avvocato difensore dei diritti umani Ramiro Orejuela, nonostante il governo adotti una posizione negazionista “in soli 3 cimiteri del Meta sono stati rinvenuti oltre 1500 cadaveri, una situazione dantesca che mostra la violazione dei diritti umani da parte della forza pubblica contro il popolo”.
“La tragedia umanitaria in Colombia è enorme: lo sfollamento forzato di milioni di persone avviene da anni, e migliaia sono gli omicidi da parte dell’esercito e delle bande paramilitari, con il primo schierato in appoggio e in difesa delle seconde, da decenni. La tragedia è causata principalmente dall’esercito colombiano”,  prosegue Orejuela, che denuncia: “Dobbiamo ricevere aiuto per indagare e punire i responsabili per azione, omissione e connivenza. Queste indagini devono arrivare ai più alti livelli; devono essere chiamati in causa generali e politici, dobbiamo arrivare a chiedere conto all’ex presidente Uribe per la sua connivenza con tali crimini contro il popolo colombiano”.
“Riteniamo che l’esercito sia diventato un esercito di occupazione contro il suo stesso popolo; un esercito che garantisce solo gli interessi delle grandi multinazionali, dei multimilionari colombiani contro la popolazione, e che svende le ricchezze, il petrolio, l’oro, gli smeraldi, la biodiversità alle imprese multinazionali, e per questo perseguita i nostri contadini”, conclude l’avvocato.
Aveva ragione Piedad Córdoba nel denunciare a gran forza, recentemente dallo Stato spagnolo, che la Colombia è una gigantesca fossa comune.

da www.nuovacolombia.net