Vaffanculo a chi?

Questi qui rappresentano davvero i giovani di Gaza?

A proposito del cosiddetto “Manifesto dei giovani di Gaza per il cambiamento!”
Promossa da HAMAS un’imponente manifestazione (circa 100mila persone, nella foto) si è svolta, venerdì 29 gennaio, a iniziare dalle ore 12,00 a Gaza. Perché? Per protestare, viste le rivelazioni di Wikileaks, contro l’Autorità Nazionale Palestinese e il gruppo dirigente di al-Fatah.
I manifestanti hanno scandito slogan chiedendo le immediate dimissioni del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e di tutta l’ANP, accusati di tradire la causa palestinese.

Nel suo comizio, il membro dell’Ufficio politico di Hamas Khalil Hayya ha aspramente condannato il “governo” di Ramallah per le sue inammissibili concessioni all’entità sionista. «Non cederemo un millimetro della nostra terra, né la Moschea di Aqsa, né i diritti dei rifugiati e dei prigionieri». Hayya nel suo discorso ha chiesto ai Paesi arabi e la loro Lega di togliere ogni appoggio ad Abu Mazen. Ha poi aggiunto che le manifestazioni a sostegno di Abu Mazen nella West Bank sono state organizzate per nascondere la diffusa rabbia tra le stesse fila di al-Fatah.

Proprio riguardo alle sceneggiate pro-Abu Mazen organizzate da al-Fatah in Cisgiordania il dottor Abelsatter Qassem, professore di scienze politiche nella città di Nablus, ha sostenuto che a parteciparvi sono stati solo i fedelissimi dell’ANP, ovvero pubblici dipendenti e funzionari stipendiati, poliziotti, agenti dei servizi segreti, che dunque sono stati deliberatamente ricattati.

Tuttavia non di questo, né della grande speranza che i cittadini di Gaza come di tutta la Palestina ripongono nella rivolta in corso in Egitto — la solidarietà incondizionata della Resistenza palestinese verso il popolo egiziano, proprio da Gaza, è stata espressa sia da HAMAS che dal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina — si parla in certi circuiti internettari “antagonisti”.

Di che si parla? Di una presunta strisciante protesta dei “giovani di Gaza” contro HAMAS.

Circola i rete, diffuso inizialmente da Vittorio Arrigoni (http://guerrillaradio.iobloggo.com/) un «Manifesto dei giovani di Gaza per il cambiamento». A scanso di equivoci, il lavoro di informazione che Arrigoni sta facendo da Gaza è encomiabile (ad esempio ci informa che la polizia di Abu Mazen ha caricato il 31 gennaio a Ramallah una manifestazione sotto l’ambasciata egiziana in solidarietà con la rivolta del Cairo), ma la diffusione di questo Manifesto”, da egli presentato come espressione delle opinioni della maggioranza dei giovani di Gaza, ci ha lasciato esterefatti. Arrigoni giura che sia un documento autentico. Dobbiamo credergli?

Il documento, condanna, anzi manda a quel paese, tutti, ma proprio tutti. Israele, HAMAS, Al-Fatah, ovvero gli occupanti e gli assedianti sionisti, i loro lacché dell’ANP-al-Fatah, ma pure HAMAS e tutta la Resistenza palestinese. Tutti messi nello stesso sacco, tutti messi sul banco degli accusati come corresponsabili della tragedia che vive il popolo di Gaza. Il documento chiede la pace e di farla finita con la guerra.

Una posizione politica legittima, ma completamente sbagliata, perché mette sullo stesso piano Sionismo e Resistenza, perché mette sullo stesso piano l’assediante israeliano e le autorità che in una situazione tremenda, unica al mondo, amministrano Gaza.
Più che un Appello pacifista, abbiamo un appello che in Italia definiremmo biecamente qualunquista e apolitico.
Se questo cosiddetto manifesto rappresenta i giovani di Gaza c’è da mettersi le mani sui capelli. Per fortuna non è così.

Infatti, lo confessiamo, a noi sono sorti fortissimi dubbi sull’autenticità di questo Manifesto, che sembra uscito, non da Gaza, ma da qualche smandrappata riunione no-global italiana. Al di là del contenuto, ripetiamo, inaccettabile, colpisce lo stile occidentalissimo, anzi italianissimo del testo. La scrittura infarcita di così tante parolacce e improperie che chi conosce solo un po’ lo stile linguistico arabo e gli standard comunicativi arabi, stenta a credere che sia farina del sacco di giovani palestinesi.

Leggere per credere:

MANIFESTO DEI GIOVANI DI GAZA PER IL CAMBIAMENTO!

Vaffanculo Hamas. Vaffanculo Israele. Vaffanculo Fatah. Vaffanculo UN. Vaffanculo UNWRA. Vaffanculo USA! Noi, i giovani di Gaza, siamo stufi di Israele, di Hamas, dell’occupazione, delle violazioni dei diritti umani e dell’indifferenza della comunità internazionale! Vogliamo urlare per rompere il muro di silenzio, ingiustizia e indifferenza, come gli F16 israeliani rompono il muro del suono; vogliamo urlare con tutto il potere delle nostre anime per sfogare l’immensa frustrazione che ci consuma per la situazione del cazzo in cui viviamo; siamo come pidocchi stretti tra due unghie, viviamo un incubo dentro un incubo, dove non c’è spazio né per la speranza né per la libertà. Ci siamo rotti i coglioni di rimanere imbrigliati in questa guerra politica; ci siamo rotti i coglioni delle notti nere come il carbone con gli aerei che sorvolano le nostre case; siamo stomacati dall’uccisione di contadini innocenti nella zona franca, colpevoli solo di stare lavorando le loro terre; ci siamo rotti i coglioni degli uomini barbuti che se ne vanno in giro con i fucili abusando del loro potere, picchiando o incarcerando i giovani colpevoli solo di manifestare per ciò in cui credono; ci siamo rotti i coglioni del muro di vergogna che ci separa dal resto del nostro paese tenendoci ingabbiati in un pezzo di terra grande quanto un francobollo; e ci siamo rotti i coglioni di chi ci dipinge come terroristi, fanatici fatti in casa con le bombe in tasca e il maligno negli occhi; abbiamo le palle piene dell’indifferenza da parte della comunità internazionale, i cosiddetti esperti in esprimere sconcerto e stilare risoluzioni, ma codardi nel mettere in pratica qualsiasi cosa su cui si trovino d’accordo; ci siamo rotti i coglioni di vivere una vita di merda, imprigionati dagli israeliani, picchiati da Hamas e completamente ignorati dal resto del mondo.C’è una rivoluzione che cresce dentro di noi, un’immensa insoddisfazione e frustrazione che ci distruggerà a meno che non troviamo un modo per canalizzare questa energia in qualcosa che possa sfidare lo status quo e ridarci la speranza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso facendo tremare i nostri cuori per la frustrazione e la disperazione è stata quando il 30 Novembre gli uomini di Hamas sono intervenuti allo Sharek Youth Forum, un’organizzazione di giovani molto seguita (www.sharek.ps), con fucili, menzogne e violenza, buttando tutti fuori, incarcerando alcuni esponenti e proibendo allo Sharek di continuare a lavorare. Alcuni giorni dopo, alcuni dimostranti davanti alla sede dello Sharek sono stati picchiati, altri incarcerati. Stiamo davvero vivendo un incubo dentro un incubo. E’ difficile trovare le parole per descrivere le pressioni a cui siamo sottoposti. Siamo sopravvissuti a malapena all’Operazione Piombo Fuso, in cui Israele ci ha bombardati di brutto con molta efficacia, distruggendo migliaia di case e ancora più persone e sogni. Non si sono sbarazzati di Hamas, come speravano, ma ci hanno spaventati a morte per sempre, facendoci tutti ammalare di sindrome post-traumatica visto che non avevamo nessun posto dove rifugiarci. Siamo giovani dai cuori pesanti. Ci portiamo dentro una pesantezza così immensa che rende difficile anche solo godersi un tramonto. Come possiamo godere di un tramonto quando le nuvole dipingono l’orizzonte di nero e orribili ricordi del passato riaffiorano alla mente ogni volta che chiudiamo gli occhi? Sorridiamo per nascondere il dolore. Ridiamo per dimenticare la guerra. Teniamo alta la speranza per evitare di suicidarci qui e adesso. Durante la guerra abbiamo avuto la netta sensazione che Israele voglia cancellarci dalla faccia della Terra. Negli ultimi anni Hamas ha fatto di tutto per controllare i nostri pensieri, comportamenti e aspirazioni. Siamo una generazione di giovani abituati ad affrontare i missili, a portare a termine la missione impossibile di vivere una vita normale e sana, a malapena tollerata da una enorme organizzazione che ha diffuso nella nostra società un cancro maligno, causando la distruzione e la morte di ogni cellula vivente, di ogni pensiero e sogno che si trovasse sulla sua strada, oltre che la paralisi della gente a causa del suo regime di terrore. Per non parlare della prigione in cui viviamo, una prigione giustificata e sostenuta da un paese cosiddetto democratico. La storia si ripete nel modo più crudele e non frega niente a nessuno. Abbiamo paura. Qui a Gaza abbiamo paura di essere incarcerati, picchiati, torturati, bombardati, uccisi. Abbiamo paura di vivere, perché dobbiamo soppesare con cautela ogni piccolo passo che facciamo, viviamo tra proibizioni di ogni tipo, non possiamo muoverci come vogliamo, né dire ciò che vogliamo, né fare ciò che vogliamo, a volte non possiamo neanche pensare ciò che vogliamo perché l’occupazione ci ha occupato il cervello e il cuore in modo così orribile che fa male e ci fa venire voglia di piangere lacrime infinite di frustrazione e rabbia! Non vogliamo odiare, non vogliamo sentire questi sentimenti, non vogliamo più essere vittime. BASTA! Basta dolore, basta lacrime, basta sofferenza, basta controllo, proibizioni, giustificazioni ingiuste, terrore, torture, scuse, bombardamenti, notti insonni, civili morti, ricordi neri, futuro orribile, presente che ti spezza il cuore, politica perversa, politici fanatici, stronzate religiose, basta incarcerazioni! DICIAMO BASTA! Questo non è il futuro che vogliamo! Vogliamo tre cose. Vogliamo essere liberi. Vogliamo poter vivere una vita normale.  Vogliamo la pace. E’ chiedere troppo? Siamo un movimento per la pace fatto dai giovani di Gaza e da chiunque altro li voglia sostenere e non si darà pace finché la verità su Gaza non venga fuori e tutti ne siano a conoscenza, in modo tale che il silenzio-assenso e l’indifferenza urlata non siano più accettabili. Questo è il manifesto dei giovani di Gaza per il cambiamento! Inizieremo con la distruzione dell’occupazione che ci circonda, ci libereremo da questo carcere mentale per riguadagnarci la nostra dignità e il rispetto di noi stessi. Andremo avanti a testa alta anche quando ci opporranno resistenza. Lavoreremo giorno e notte per cambiare le miserabili condizioni di vita in cui viviamo. Costruiremo sogni dove incontreremo muri. Speriamo solo che tu – sì, proprio tu che adesso stai leggendo questo manifesto!- ci supporterai. Per sapere come, per favore lasciate un messaggio o contattaci direttamente a freegazayouth@hotmail.commailto:freegazayouth@hotmail.com . Vogliamo essere liberi, vogliamo vivere, vogliamo la pace. LIBERTA’ PER I GIOVANI DI GAZA!