Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica contro Gheddafi
Per Abu Mazen, come per Berlusconi, si tratta invece solo di una «questione interna»
Chi sta con chi? Non è un gioco, è un modo per orientarsi sulla posta in gioco nello scontro in atto in Libia.
Come in tutte le vicende del mondo arabo, c’è un luogo particolare e decisivo dove i fatti di questi giorni vengono letti nel quadro delle resistenze popolari. Questo luogo è la Palestina.
Oggi «centinaia di studenti universitari della Striscia di Gaza hanno marciato in segno di protesta verso i massacri perpetrati dalle forze libiche contro i manifestanti disarmati che chiedono la fine del regime di Gheddafi. I manifestanti hanno sfilato per le strade di Gaza con slogan di protesta per quanto sta accadendo in Libia e per il silenzio occidentale». (InfoPal)
Mentre Hamas e Jihad Islamica si sono schierate con la rivolta popolare, condannando con forza la brutale repressione da parte delle forze armate rimaste fedeli a Gheddafi, da Ramallah Abu Mazen – perfettamente in linea con Berlusconi – ha dichiarato che la rivolta in corso in Libia è una «questione interna» nella quale i palestinesi non debbono interferire. (fonte Radio Gerusalemme)
Insomma, come già avvenuto per l’Egitto, le forze della resistenza si schierano con l’insurrezione, quelle della svendita dei diritti nazionali palestinesi sono invece immancabilmente per la conservazione dello status quo.
Completamente schierato con la rivolta Hezbollah. «Nessuna coscienza nel mondo può, né deve tacere di fronte ai massacri commessi dal regime di Gheddafi in molte città libiche», si legge in un suo comunicato. Ma oltre alla denuncia dei massacri, Hezbollah «prega» affinché i «rivoluzionari libici sconfiggano il tiranno».
Insomma, le forze della Resistenza non hanno dubbi. Restano con Gheddafi solo i collaborazionisti dell’Anp. Ne è passato del tempo, da quando Gheddafi sosteneva fattivamente la causa palestinese…