Chi ci segue sa che sosteniamo da sempre la campagna per la liberazione di Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, sequestrato dagli sgherri sionisti il 14 marzo 2006, mentre era in prigione, ovvero sotto custodia delle stesse autorità dell’ANP (leggi al-Fatah), nel carcere di Gerico.
Qui sotto pubblichiamo l’Appello, diffuso in questi giorni in Palestina, dalla «Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat». Un Appello largamente condivisibile, pensato, come si evince dal titolo, in occasione del 15 marzo, giornata in cui si svolgeranno manifestazioni per la “riconciliazione”, ovvero per porre fine allo scontro tra al-Fatah ed HAMAS.

Una breve osservazione è d’obbligo. L’Appello invita ad aderire alla giornata del 15 Marzo, sostenendo che la giornata è stata indetta dal «movimento per porre fine agli Accordi di Oslo». Purtroppo non è così. Piaccia o non piaccia (e a noi non piace affatto) il “Manifesto dei giovani palestinesi per la riconciliazione” non parla affatto, né tantomeno contesta, gli Accordi di Oslo —accordi che simboleggiano la svolta storica di al-Fatah, cioè l’abbandono dell’obbiettivo della liberazione della Palestina storica e l’accettazione di un mini-stato bantustan. Per questo l’idea della “riconciliazione” tra le fazioni palestinesi, pur auspicabile, ci lascia perplessi, perché tace sulla svolta di Oslo, e quindi sul ruolo collaborazionista da questi assegnato ad al-Fatah.
Collaborazionismo di cui, proprio la vicenda del compagno Sa’adat (prima arrestato da al-Fatah e poi da questi lasciato rapire dai sionisti) è la più vergognosa delle manifestazioni.

(la Redazione)

Nel quinto anniversario del rapimento di Sa’adat, partecipate al movimento per metter fine agli accordi di Oslo

Il 15 marzo 2011 segna il quinto anniversario dell’assalto della prigione di Gerico e del rapimento del leader nazionale palestinese Ahmad Sa’adat e dei suoi compagni da parte dell’occupazione militare israeliana. In questo anniversario la Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat sottolinea che la forza e la determinazione del popolo palestinese per liberare tutti i prigionieri dalle prigioni dell’occupazione restano risolute e tenaci, e invita tutti a sostenere e a partecipare alle proteste del 15 marzo per l’unità palestinese e contro gli accordi di Oslo. Nonostante gli abusi e l’isolamento che hanno patito, i prigionieri palestinesi e il popolo palestinese continueranno a resistere all’occupazione, al razzismo e alla colonizzazione per ottenere i loro diritti alla libertà, all’autodeterminazione e al ritorno.

Dal suo rapimento, Ahmad Sa’adat è stato sottoposto a ripetuti maltrattamenti, al diniego di visite familiari e al diniego di cure mediche nelle carceri dell’occupazione. E’ stato tenuto in isolamento dal 19 marzo 2009, con il regime di isolamento ripetutamente rinnovato. Nonostante le pratiche delle prigioni dell’occupazione, in contrasto con il diritto internazionale e i diritti umani, Sa’adat ha continuato a restare fermo e risoluto con il popolo palestinese e i suoi diritti, e mentre i carcerieri hanno isolato Sa’adat fisicamente, essi non sono riusciti ad isolare la sua parola e il suo spirito: il popolo palestinese e il mondo sono con lui.

Quest’anno l’anniversario del rapimento di Ahmad Sa’adat cade insieme alle proteste del 15 marzo 2011 per metter fine alle divisioni interne dei palestinesi e abbattere gli accordi di Oslo e tutti i loro frutti. Il rapimento di Sa’adat, in quanto compiuto da una prigione dell’Autorità Palestinese istituita ai sensi degli accordi di Oslo e della loro “cooperazione per la sicurezza”, è stato esso stesso una manifestazione di Oslo e una rottura del fronte interno palestinese.

In questo anniversario la Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat ripete l’appello di Sa’adat per il sostegno alle manifestazioni del 15 marzo. La moglie di Sa’adat, Abla, ha raccontato l’11 marzo che egli ha invitato i palestinesi dentro e fuori la Palestina a partecipare alle proteste e ha espresso i suoi “sinceri auguri per tutti gli sforzi condotti dalla gioventù palestinese”, e ha dichiarato che “tutti i prigionieri delle carceri dell’occupazione sono con loro, sostengono il loro movimento e le loro richieste.”

La Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat invita tutti i suoi sostenitori nel mondo a partecipare e a sostenere gli sforzi palestinesi per le manifestazioni del 15 marzo in tutta l’area, comprese azioni e dimostrazioni indette da comunità palestinesi locali, e a raccogliere la lotta dei prigionieri palestinesi, una delle richieste centrali delle proteste del 15 marzo. Ci uniamo ad Ahmad Sa’adat e condividiamo la sua convinzione nell’abilità del popolo palestinese a prendere nelle sue mani l’iniziativa e a premere per il cambiamento, per porre fine alla divisione e all’era distruttiva degli accordi di Oslo e dei “negoziati”.

A 5 anni dal rapimento di Ahmad Sa’adat, è passato molto tempo per metter fine una volta per tutte alla politica pericolosa e profondamente dannosa della cooperazione per la sicurezza, una pratica responsabile della repressione politica in corso, delle violazioni dei diritti umani e delle minacce alla causa palestinese. Evidenziamo che la politica di coordinamento per la sicurezza dell’Autorità Palestinese con l’occupazione israeliana è la causa non solo della carcerazione di Ahmad Sa’adat, ma anche degli arresti, delle accuse, delle torture e della paura per i palestinesi in Cisgiordania. La Campagna Palestinese di Solidarietà con Ahmad Sa’adat ha etichettato la politica di coordinamento per la sicurezza come “tradimento nazionale contro il popolo e la resistenza”. La politica di coordinamento per la sicurezza è una minaccia per la causa palestinese e l’intero popolo palestinese, ed è uno schiaffo in faccia alle migliaia di prigionieri palestinesi nelle celle dell’occupazione e minaccia tutte le conquiste della rivoluzione palestinese.

In questo anniversario reiteriamo il nostro appello a tutte le organizzazioni solidali con la Palestina, con i diritti dei prigionieri e con i diritti umani a partecipare alla Campagna, e a tutte le autorità internazionali, compresi l’ONU e il Comitato Internazionale della Croce Rossa, ad assumersi le loro responsabilità per dedicarsi alla sofferenza e all’abuso dei prigionieri politici palestinesi da parte delle forze di occupazione, compreso l’abuso sui prigionieri bambini e la negazione di cure ai prigionieri malati.

Cinque anni dopo il rapimento di Ahmad Sa’adat dalla prigione di Gerico a fianco dei suoi compagni, Sa’adat, i prigionieri palestinesi e il popolo palestinese rimangono risoluti nel confronto con l’occupazione e l’oppressione. In questo anniversario salutiamo Ahmad Sa’adat e tutti i prigionieri palestinesi e ci impegniamo a continuare il nostro lavoro fino a che tutti i prigionieri politici palestinesi e tutta la Palestina saranno liberi.

Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat
Fonte: http://www.freeahmadsaadat.org/

Traduzione di Maria Grazia Ardizzone