Non sarà una grande manifestazione, quella di domani, indetta per dire no all’aggressione imperialistica contro la Libia. Non ci vuole molto a capire che se è vero che gran parte dell’opinione pubblica italiana è contraria alla guerra, in quella di sinistra (quella che ha sempre costituito lo zoccolo duro delle mobilitazioni per la pace), prevale un sentimento di sostanziale adesione ai motivi ideologici che hanno spinto USA e NATO all’aggressione: ovvero cacciare Gheddafi.
Napolitano, Pd, alcuni organi di stampa antiberlusconiani, come Repubblica, sono infatti la prima linea del fronte interventista, deciso a giustificare l’attacco come necessario, o come un male minore. Forse la stessa ossessione antiberlusconiana gioca un ruolo nello spiegare la “disattenzione” di tanta sinistra sulla drammatica vicenda libica. “Se il governo ha aderito obtorto collo alla guerra, se avrebbe preferito tenere in sella il dittatore amico, allora questa guerra non è tanto sbagliata”. Questo pensano in molti, qui in Italia.
Ragionamento fasullo, completamente sbagliato, ma che conferma quanto questa medesima opinione pubblica di sinistra sia stata colonizzata dall’obamismo, e dall’idea della legittimità dell’interventismo umanitario. Un esame di coscienza dovrebbero farselo in tanti, per essersi fatti vettori di questo bacillo, tra cui il quotidiano il manifesto, per non parlare di Vendola.
A maggior ragione noi aderiamo alla manifestazione del due aprile, perché contrasta e sfida l’ideologia dell’ingerenza umanitaria, cavallo di battaglia dei governi occidentali. Aderiamo malgrado sia indetta sulla base di un pacifismo che non ci appartiene, poiché mette sullo stesso piano l’uso della forza da parte delle grandi potenze o di Israele, con quello dei popoli e delle Resistenze, come quella palestinese. Un pacifismo che spesso può risultare retorico e anche demagogico, che tuttavia, come in questo caso, prende per bersaglio anzitutto le potenze guerrafondaie di sempre. Quelle dell’Iraq e dell’Afghanistan.
Per questo noi aderiamo all’appello lanciato da Gino Strada e altri che invita a manifestare domani a Roma.