«Un partito unico col Pd»
Cosa non si fa per entrare nella stanza dei bottoni
Mentre scriviamo (giovedì 21 aprile – ndr) non è chiaro come sia andato a finire l’incontro riservato tra Berlusconi e Tremonti, dopo l’attacco del forzitaliota della prim’ora Galan, pubblicato in prima pagina da Il Giornale di oggi. Che nel marasma politico italiano ri-tiri aria di elezioni, lo conferma anche l’intervista concessa da Veltroni (Pd) a La Repubblica di oggi, nella quale il nostro, folgorato sulla d’alemiana via di Damasco, si appella al Terzo Polo di Casini e Fini per una alleanza elettorale per mandare a casa Berlusconi. E’ di un’altra intervista tuttavia che vogliamo parlare: quella di Franco Giordano a Il manifesto.
Veltroni è solo l’ultimo convertito a sinistra all’idea di un’alleanza con Casini e Fini. Vendola c’era già arrivato mesi addietro, precisamente nell’ottobre scorso, poi ufficializzata nella sua intervista a La Repubblica del 16 febbraio. In quest’intervista, noi dicemmo da questo blog, che Vendola rottamava il vendolismo: in un colpo solo egli rinunciò alla richiesta di elezioni anticipate, alla stessa americanata delle primarie, e propose la cattolica Bindi come candidato Primo ministro.
Chi pensava che le sorprese fossero finite lì, si sbagliava. Tanto per dire, come sottacere l’alleanza con Fassino a Torino (in barba al fatto che quest’ultimo è una marchionniano convinto) o l’appoggio di Sel, in vista delle elezioni a Napoli, del Prefetto Mario Morcone, scelto porcellianamente in barba alle primarie?
L’ultima sorpresa sta nell’uovo di Pasqua, ne Il Manifesto di oggi. Giordano, non solo insiste sul cosiddetto Patto di consultazione col Pd e l’Idv (esclusi i “comunisti” ovviamente, dato che qui si parla di governo), avanza senza alcun pudore l’idea di un partito unico col Pd.
Sentiamo: «Sel da sola non basta. Continuo a pensare che bisogna costruire un unico soggetto politico. L’affondo unitario di Vendola sul PD ha esattamente questa ambizione».
Confessiamo che fino a questo punto non c’eravamo arrivati. Noi avevamo inteso il cosiddetto “affondo di Vendola” come una perorazione di una alleanza politica di governo, fermi restando i partiti.
Ma non eravamo i soli a non avere capito cosa si celasse dietro all’ultimo salto mortale di Vendola. Dev’essere per questo che Giordano ha rilasciato la sua intervista, perché i più non avevano inteso tutto il senso delle ultime uscite di Vendola, che quando lui parlava di unità col Pd, intendeva addirittura un “partito unico”.
Ecco, prendiamo atto dell’ultimo “affondo”. Avevamo capito che Sel era una modalità per riportare nel recinto del centro-sinistra tanti cittadini delusi, indignati e incazzati. Non immaginavamo che li si volesse castrare e intruppare direttamente in quell’ectopalsma del Pd, a rafforzare la fetenzia della logica bipolare.
Ammettiamo di esserci sbagliati. Il vendolismo è una brutta ma agilissima bestia, i cui salti sono imprevedibili. C’è da sospettare che le sorprese non finiscano qui.
da Sollevazione