L’IAC condanna l’assassinio da parte della NATO, il 30 aprile, del figlio più giovane di Moammar Geddhafi e dei suoi tre nipoti nel tentativo di ammazzare il leader della Libia

Pubblichiamo qui sotto la vibrante condanna dell’assassinio del figlio di Gheddafi e dei suoi tre nipoti da parte della NATO (nella foto quel che resta dell’abitazione). E’ a firma dei compagni statunitensi dello International Action Center (IAC). La qualcosa ci consente di precisare, vista la polemica che si è sviluppata sulla pagina Facebook del Campo, la nostra posizione sugli eventi libici. Non senza prima far notare, com’è tipico dei connaturati e perversi meccanismi di questo cosiddetto social network, che questa polemica è sorta su un equivoco, forse dettato dal titolo non virgolettato, “Dalla parte di Gheddafi”, con cui pubblicavamo un resoconto di viaggio di Paolo Sensini in quel di Tripoli. Sta di fatto che chi si è peritato di commentare il pezzo, non ha letto l’incipit redazionale ma, appunto, si è fermato al titolo.
Ma veniamo alla nostra posizione, che così può essere riassunta: la rivolta scoppiata a Bengasi a metà febbraio, sulla scia delle altre sollevazioni arabe, contro il figliol prodigo degli imperialisti Gheddafi (pluritraditore delle resistenze arabe e africane, massacratore dei combattenti islamisti e collaboratore del MOSSAD nel sostegno alla guerriglia filo-imperialista del Darfur) era legittima. Quando poi i rivoltosi si sono messi sotto l’ombrello NATO (primi di marzo, formazione del CNP), tradendo l’iniziale spinta popolare e le stesse posizioni assunte in precedenza contro l’intervento occidentale, la natura stessa dello scontro è mutata. L’aspetto principale è ora rappresentato dall’aggressione imperialista, ed è per questo che noi abbiamo dichiarato pieno sostegno alla resistenza dei clan della Tripolitania.

Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia: giù le mani dalla Libia! Fuori dall’Africa!

L’imperialismo americano, britannico e francese ha intensificato il suo intervento militare in Libia ben oltre il criminale bombardamento iniziato il 19 marzo.

La potenza imperialista dominante e le due ex potenze coloniali del mondo hanno dichiarato congiuntamente le loro intenzioni in una lettera aperta pubblicata il 15 aprile nel Washington Post e in altri media. Il presidente americano Barak Obama, il primo ministro britannico David Cameron e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno scritto che il loro traguardo era quello di rimuovere Moammar Geddhafi, il leader della Libia. Ciò è quello che loro chiamano “cambio di regime”. Questo è addirittura in violazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. E’ un’illegalità internazionale su grande scala.

Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti possiedono le più distruttive macchine da guerra al mondo. Nonostante le loro rivalità interne per il bottino, nonostante il rifiuto dei loro piani da parte della maggioranza dei paesi africani, nonostante i dubbi del loro alleato chiave nella NATO, la Germania, essi sono in guerra. In arrogante dispetto di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, che si sono recentemente incontrati e hanno condannato l’intervento, essi hanno deciso di andare avanti con la conquista della Libia. L’Italia, una volta padrone coloniale della Libia, si è unita al bombardamento criminale.

Qualunque riluttanza possa aver avuto l’imperialismo statunitense sull’avventura libica, ora partecipa con i suoi sodali più piccoli alla conquista. La prossima tappa, annunciata il 19 aprile, sarà l’invio da parte di Gran Bretagna e Francia di ufficiali militari nella città libica di Misurata, per “consigliare” il gruppo di persone armate che la corporazione dei media chiama “ribelli”.

Se le tre potenze imperialiste hanno fatto il primo passo verso l’occupazione di un paese africano, se Washington è pronta ad inviare “stivali sul terreno” per una terza occupazione, ciò è perché essi sanno che i cosiddetti ribelli sono del tutto incapaci di restare insieme – per non parlare poi di vincere una battaglia e di formare un governo – senza il supporto passo per passo degli imperialisti. Ciò significa che in qualsiasi modo questo raggruppamento “ribelle” possa o non possa avere iniziato, esso ha perso ogni somiglianza con un autentico movimento di liberazione nazionale o anche con un movimento per la democrazia borghese: adesso è un totale strumento degli imperialisti.

La dirigenza di questo raggruppamento ha chiesto agli Stati Uniti di usare i loro AC – 130 e i loro aerei A – 10 Warthog per coprire sul terreno le sue truppe. Questi sono aerei che solo il Pentagono può fornire. Sparano un colpo fulminante di migliaia di proiettili al minuto e spesso hanno impiegato proiettili all’uranio impoverito – rinforzato, con effetti dannosi a lungo termine sulla popolazione civile.

I cosiddetti “ribelli” hanno pure applaudito l’invio di droni senza pilota da parte degli imperialisti. Queste armi futuristiche che sono azionate tramite telecomando dall’altra parte del mondo, vengono già usate dagli USA in Afghanistan, Yemen e altri paesi, dove gli imperialisti temono di esporre le loro truppe. La maggior parte degli attacchi dei droni sono stati omicidi politici che hanno ammazzato molti civili.

Come se l’uso di queste armi da macello non bastasse a smascherare il pretesto “umanitario” addotto per questo intervento imperialista, Sarkozy ha chiarito le cose in altro modo, quando ha fermato un treno che trasportava rifugiati tunisini al confini fra Italia e Francia e ha rispedito indietro persone sofferenti. Questo è il Sarkozy che il mondo conosce, senza la sua maschera “umanitaria”. Nel 2005 ha difeso l’uso di cannoni ad acqua sui residenti nei quartieri operai di origini nordafricane.

Questi paesi, attraverso la NATO, realizzarono la ribalcanizzazione della Jugoslavia. Gli Stati Uniti stanno occupando l’Afghanistan. Americani e britannici hanno portato la nazione irachena alla rovina e al dolore. Ora queste tre potenze, attraverso la NATO, stanno cercando di riconquistare la Libia. Stanno cospirando per indebolire o rovesciare il governo siriano e sostituirlo con un regime compiacente. E’ ormai ora di tagliare le bugie dette a Washington, Londra, Parigi e in tutte le capitali imperialiste e smascherare il ruolo di questi regimi coloniali del 19° secolo, costringendoli a recedere.

Queste guerre ed occupazioni non hanno nulla a che fare con i presunti misfatti dei leader nazionali, siano essi Saddam Hussein, Slobodan Milosevic, i Talebani o Gheddafi. Esse sono null’altro che il tentativo imperialista di riconquistare e ricolonizzare regioni strategiche. Essi stanno facendo tutto ciò con le risorse rubate ai lavoratori e ai poveri in patria. E’ tempo che li fermiamo.

Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia fuori dall’Africa!

International Action Center (Usa)
Fonte: iacenter.org/africa/libya-04302011
Traduzione di Maria Grazia Ardizzone