Il 3 maggio 2011, in un’udienza nella prigione di Beersheba, la corte ha emesso un ordine di isolamento esteso fino al prossimo 3 novembre. Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e leader nazionale palestinese, è stato tenuto in isolamento dal 19 marzo 2009, per oltre due anni e più di 775 giorni.
E’ ben noto che il confino solitario e l’isolamento sono pericolosi e dannosi per la salute fisica e mentale dei prigionieri. E’ una tecnica frequentemente usata contro i prigionieri politici, dalla baia di Guantanamo degli Stati Uniti alle celle di isolamento di Ben Ali in Tunisia, fino alle carceri dell’occupazione. Israele è firmatario della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che statuisce che “Tutte le persone private della loro libertà debbono essere trattate con umanità e nel rispetto della dignità inerente l’essere umano.”
Al contrario, le celle di isolamento privano i prigionieri di contatti umani, distrazione e stimoli mentali. A Sa’adat è regolarmente vietato ricevere visite dei familiari, giornali, libri e informazioni in arabo. Mentre il totale disprezzo di Israele per il diritto internazionale è visibile in ogni aspetto della sua condotta, dai suoi crimini di guerra contro i palestinesi alla negazione del diritto al ritorno fino al suo sistema di apartheid nei confronti dei cittadini palestinesi, la situazione dei prigionieri palestinesi è un esempio lampante dello spregio di Israele verso il diritto internazionale e le norme sui diritti umani.
Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani, Degradanti e dei Maltrattamenti (CPT) – organismo di esperti associato al Consiglio di Europa – ha osservato: “E’ generalmente riconosciuto che tutte le forme di reclusione in isolamento senza appropriati stimoli mentali e fisici a lungo termine producono effetti dannosi con conseguente deterioramento delle facoltà mentali e delle capacità sociali.” Quei prigionieri destinati all’isolamento, compreso Ahmad Sa’adat, sono leader palestinesi di lunga data. Sa’adat è sempre stato un leader fra i suoi compagni di prigionia e una voce della coscienza del popolo palestinese; ed è per questa ragione che è stato destinato, sotto la copertura di prove segrete, all’isolamento e alla privazione.
Sa’adat ha rifiutato di presenziare all’udienza, in quanto illegale manifestazione di un’illegittima occupazione e di un sequestro e per il fatto che faceva affidamento su prove segrete, affermando di negare legittimazione a quella che chiaramente era una beffa alla giustizia.
Questo prolungamento del regime di isolamento arriva perchè i prigionieri palestinesi hanno lanciato uno sciopero della fame per protestare contro l’uso dell’isolamento. Gli scioperi sono iniziati il 3 maggio nelle prigioni di Ramon, Ashkelon e Nafha e si svolgeranno anche il 7, l’11, il 14, il 18, il 21, il 25 e il 28 maggio. I detenuti palestinesi nelle celle dell’occupazione stanno svolgendo azioni contro l’isolamento e rivendicano libertà. E’ imperativo per noi dare eco alle loro voci e esigere la fine dell’isolamento e la libertà per i prigionieri palestinesi.
La Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat osserva poi che il Dr. Ahmad Qatamesh, attivista palestinese di lunga data e scrittore, è stato sottoposto all’imposizione dell’arbitraria detenzione amministrativa e chiede la sua liberazione. Come rivela Addameer (www.Addameer.info), l’ordine della detenzione amministrativa non è altro che un arbitrario sequestro di persona e imprigionamento di palestinesi, senza capi d’accusa per un processo, per sei mesi alla volta. La detenzione amministrativa, basata su null’altro che prove segrete, è stata usata per bersagliare e ridurre al silenzio gli attivisti palestinesi, quando neppure le fragili regole dei tribunali militari israeliani possono essere utilizzate per imprigionare scrittori, attivisti e organizzatori palestinesi. La Campagna esige la liberazione di Ahmad Qatamesh e la fine dell’orrore costituito dalla detenzione amministrativa, un meccanismo di terrore contro la popolazione palestinese.
Dalla detenzione amministrativa ai processi militari fino alle celle di isolamento, Israele mostra totale disprezzo per i diritti umani e la dignità dei detenuti palestinesi. In risposta è urgente che i sostenitori della Palestina e della giustizia in tutto il mondo alzino le loro voci per chiedere la fine dell’isolamento, la fine alla detenzione arbitraria, la libertà di Ahmad Sa’adat e di ciascuno delle migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri dell’occupazione, per l’audacia nella lotta di liberazione della loro terra e del loro popolo.
Esortiamo gli attivisti ad includere dichiarazioni e messaggi di solidarietà con i prigionieri palestinesi nei loro eventi. E, dato che l’anniversario della Nakba si avvicina, a caratterizzare il 15 maggio con la richiesta del diritto al ritorno e della liberazione della Palestina, compresa quella dei prigionieri politici. I prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame e alzano le loro voci dietro le sbarre, noi dobbiamo unirci alle loro voci e chiederne la liberazione!
Contattateci all’indirizzo info@freeahmadsaadat.org per comunicarci i vostri eventi e le vostre azioni.
AGIAMO IN SOSTEGNO DI AHMAD SA’ADAT E DI TUTTI I PRIGIONIERI PALESTINESI!
1. Chiamate le ambasciate o i consolati israeliani nei vostri luoghi e chiedete l’immediata liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri politici palestinesi.
2. Scrivete al Comitato Internazionale della Croce Rossa e alle altre organizzazioni per i diritti umani perchè esercitino la loro responsabilità e agiscano rapidamente nel pretendere che Israele garantisca che Ahmad Sa’adat e tutti i palestinesi prigionieri siano liberati dall’isolamento punitivo. Inviate email al Comitato della Croce Rossa (jerusalem.jer@icrc.org), la cui missione umanitaria comprende il monitoraggio delle condizioni dei detenuti e mettetelo al corrente della situazione urgente di Ahmad Sa’adat.
3. Mandate email alla Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat con annunci, resoconti e informazioni sugli eventi locali, le attività e la diffusione di volantini.
4 maggio 2011
Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat
http://www.freeahmadsaadat.org
info@freeahmadsaadat.org
Traduzione di Maria Grazia Ardizzone